mercoledì 31 agosto 2005

Betty LoveBene, bene. Dopo i picchi e gli abissi delle ultime visioni si torna a una direttrice più mediana ma nient'affatto rettilinea. Commedia spiazzante, con un bel cast (Renée Zellweger, Morgan Freeman e Chiris Rock a dirne alcuni ), potrebbe fare da testo di sociologia sul tema delle aspettative. Il regista, Neil LaBute, non fa che costruire situazioni note e farle esplodere con espedienti molto ingegnosi: gli scalzacani che scalpano un povero diavolo - molto alla Tarantino come splatter - un protagonista che muore alla faccia dell'happy ending, una serie di equivoci che non vanno affatto a finire come dovrebbero... Film da raccomandare, con begli spunti comici, tra le altre cose. Ci sono anche un paio di spunti di diverso genere: Morgan Freeman si chiede "cosa ho fatto per meritarmi questo purgatorio?" e Chris Rock gli risponde "è peggio, questo è il Texas!" e mi torna in mente una Bustina di Umberto Eco in cui sparava sulla Croce Rossa Buttiglione, titolare della battuta - da lui intesa come tale, perlomeno - per cui la rielezione di Bush dimostra che l'America somiglia più al Texas che al Massachusetts. E poi, razzolando su Imdb, ho scoperto che Jasmine, la splendida infermiera asiatica della soap seguita da tutti nel film e particolarmente da Chris Rock è nientemeno che Sung Hi Lee, che trovo vada celebrata in qualche modo...

Sung Hi Lee...
Stavolta i link per gli attori più importanti non ce li metto, sono troppi D'altronde dopo la bufala spaventosa dell'altra sera ci voleva qualcosa di forte per rimettersi in carreggiata! Quattro stelle più che meritate anche se - se posso permettermi - la parte finale della missione lascia un po' a desiderare. Va bene che erano brutti, sporchi e cattivi, ma farli morire a tutti i costi in una serie di pasticci senza capo né coda mi pare un po' troppo. Per favore, per far esplodere il bunket hanno scoperchiato (con fatica) quattro prese d'aria, buttandoci dentro almeno 200 granate e 15 taniche di benzina! E sotto c'era pure la santabarbara, roba che ancora un po' e bastavano le miccette

martedì 30 agosto 2005

Dimenticavo: stupefazione per stupefazione, i Green Day hanno fatto bingo, con la mia piena benedizione. Erano anni che non sentivo un disco con tanto piacere

Il trionfo dei Green Day agli MTV Music Awards

lunedì 29 agosto 2005

Oggi le dimissioni da cittadino italiano sono state veramente a un passo! Sentire il premier ancora così disposto a sacrificarsi per noi e convinto dello status insuperabile raggiunto dall'Italia sotto la sua guida è stato quasi insopportabile, pur rendendomi io conto che dovrei essergli grato, perché così facendo in teoria gli elettori disposti a votarlo dovrebbero decrescere verticalmente... In teoria...
La casa dei fantasmiE questo giungeva dopo il colmo della comicità involontaria, toccato da Adriano Galliani che si è detto danneggiato - LUI!!! - da quello che in altri climi chiamerebbero conflitto di interessi, ma che qui ha carattere di furbizia e savoir vivre, ossia il suo essere al tempo stesso vicepresidente del Milan e presidente della Lega Calcio, cioè dell'organizzazione che potrebbe trovarsi a dover sanzionare il Milan per qualche remoto e improbabile motivo. Le dimissioni le ha minacciate lui! Nessuno lo ha preso a calci nei denti intimandogli di scomparire dalla Lega, lui ha accennato neanche tanto velatamente a questa possibilità, che nella sua ottica dovrebbe, suppongo, danneggiare tutti gli altri.
Come si può pensare, davanti all'ilarità furiosa che simili soggetti non possono non causare, di poter ridere grazie a comici di professione? E' inconcepibile e infatti Eddie Murphy - in altri tempi un mio favorito - non ci riesce. Lo so che non c'era da aspettarsi un accidenti da un flim del genere, ma dopo gli sconvolgimenti ormonali causati dal tg non potevo proprio permettermi nient'altro L'unica nota positiva è l'incantevole musetto di Marsha Thomason, già vista in Las Vegas

domenica 28 agosto 2005

And Death Shall Have no Dominion

And death shall have no dominion.
Dead men naked they shall be one
With the man in the wind and the west moon;
When their bones are picked clean and the clean bones gone,
They shall have stars at elbow and foot;
Though they go mad they shall be sane,
Though they sink through the earth they shall rise again;
Though lovers be lost, love shall not;
And death shall have no dominion.

And death shall have no dominion.
Under the windings of the sea
They lying long shall not die windily;
Twisting on racks when sinews give way,
Strapped to a wheel, yet they shall not break;
Faith in their hands shall snap in two,
And the unicorn evil runs them through;
Split all ends they shall not crack;
And death shall have no dominion.

And death shall have no dominion.
No more may gulls cry at their ears
Or waves break loud on the sea shores;
Where blew a flower may a flower no more
Lift its head to the blows of the rain;
Though they be mad and as dead as nails
Heads of the characters hammer through daisies;
Break in the sun till the sun breaks down,
And death shall have no dominion.

Dylan Thomas

A volte, raramente , gli Stati Uniti mi colpiscono piacevolmente...

"La Casa Bianca a processo "Colpevole dell'effetto serra"

venerdì 26 agosto 2005

Ho un problema... Stanotte la luna è sorta in pieno a nord-est, che sono nella migliore delle ipotesi 23 gradi troppo a sinistra  Che i Raggi della Torre Nera si stiano sfasciando anche qui?
Quando il suo amico Kant gli disse che la scienza dell'astronomia era finalmente giunta a compimento, che gli astronomi conoscevano tutto ciò che era possibile conoscere, e che era una buona cosa che questa particolare scienza potesse ora essere accantonata, in quanto ormai completa, Hamann provò la voglia di distruggerla. Come se nell'universo non ci fossero più miracoli! Come se qualunque sforzo umano potesse mai essere considerato concluso, un capitolo chiuso, finito! La nozione stessa che gli uomini siano esseri finiti, che esistano discipline di cui si può sapere tutto, che ci siano porzioni della natura suscettibili di essere indagate in maniera esauriente, e questioni cui sia possibile dare risposte definitive: tutto questo appare a Hamann scandaloso, irreale e semplicemente stupido.

I. Berlin, Le radici del romanticismo, Milano, Adelphi, 2001, p. 88.

Profitto del commento di Eleo qui sotto per ritornare su Le conseguenze dell'amore, e già il fatto che ci sia da dire più di quello che mi era rimasto in mente ieri notte è un buon segno. Immaginavo che la nostra ex-dark lady avrebbe apprezzato la disperazione in filigrana per tutta la pellicola, anche se in effetti l'ironia e l'efficacia delle battute spingono spesso a un (sor)riso amaro; la ringrazio in particolare per aver ricordato l'utilizzo della colonna sonora, veramente di rara efficacia e controcorrente rispetto alla cinematografia italiana impegnata, per la quale più di tre note a fotogramma fanno sputtanamento di cassetta Al contrario l'uso contrappuntistico di generi e volumi diversi accompagna il film in modo essenziale e merita un'attenzione particolare. Altra cosa che la notte (il sonno?) aveva offuscato è la menzione del bel commento in minore al lento crollo della routine del commercialista seguito all'apertura a Sofia: prima il rifiuto - in qualche misura crudele - di continuare a sottostare al patetico barare dell'ex-proprietario dell'albergo (a proposito, a vivere per otto anni in un albergo sarei impazzito più di sette anni e mezzo prima ), poi il "buco" fuori schema... Ce n'è a sufficienza per innescare una riflessione sull'importanza dell'abitudine, del rito direi, nell'economia esistenziale dell'uomo e il suo rapporto con la paura. Anche paura e interazione potrebbero fornire uno spunto valido, soprattutto riprendendo l'istruttivo cartoon di Bowling a Columbine e il clima che si sta consolidando in giro per il "mondo libero" a seguito della psicosi da attentato. Sì, decisamente un film interessante...

giovedì 25 agosto 2005

Sono piuttosto interdetto... Che non abbia un amore smisurato per la cinematografia italiana dovrebbe essere ormai noto, e questo film smentisce solo in parte i miei pregiudizi: convengo con MyMovies sul suo essere fin troppo "recitato", sul peso ormai noto della ricerca formale e dell'intellettualismo a tutti i costi (oh, non c'è praticamente nessuno che ride per quasi due ore ), eppure di nuovo solo in parte. Credo che tanto rigore di giudizio si applichi con frutto solo alla prima parte del film, giocata esclusivamente su Toni Servillo - peraltro splendido in una recitazione minimalista che altri avrebbero reso insopportabile - dove i momenti di teatralità artefatta in effetti pesano. Col dipanarsi della trama, una volta tanto solida e capace di reggere l'apparente assurdità della situazione senza grandi difficoltà, le cose però cambiano: lungi dal diventare un action movie il film trova un ritmo coinvolgente fino alla chiusa, amara e coerente. Per quel che riguarda lo stereotipo dei mafiosi, non vorrei che si dimenticasse che da qualche parte le sue caratteristiche le ha pure prese e che i visi abbondamente distribuiti dai media non sembrano contraddirlo granché. Non so, proprio. A pelle devo dire che, superato il primo scetticismo e l'auto-compiacimento iniziale del regista mi è piaciuto: movimenti di macchina notevoli, interni molto accurati e tempi azzeccati e lei, la causa involontaria della valanga, Olivia Magnani è veramente bella, un che di Modì e occhi memorabili. Attendo pareri

mercoledì 24 agosto 2005

La dico una bestemmia? Ma sì, credo che me la permetterò Jennifer Garner non mi piace! Ecco, fatto! Non mi piace in Alias, dove sembra più spesso un travestito che una sexy spia e non mi piace come Elektra. Il film ha subito talmente tante stroncature che sarò clemente: begli effetti speciali, belle fotografie, comprimari passabili. Peccato che lei abbia quella che ad Avanzi o dintorni si chiamava "triglia", ossia le labbra a canotto, ed abbondi in espressioni falsamente melodrammatiche. Cmq il film in questione si è visto come spin-off di Alias, che nel frattempo ho cominciato ad esplorare, pur mantenendo un certo scetticismo di fondo, data l'eccessiva - e quindi un tantino ridicola - complicazione del plot che ha portato alla missione clou di ieri sera un gruppo di agenti speciali che era in pratica una grande famiglia. Anzi, direi un "cespuglio genealogico" coi fiocchi, viste le parentele incrociate, i tradimenti e le resurrezioni di cui quasi tutti erano stati protagonisti lungo le serie... Ad ogni modo chiudo affermando che gli sceneggiatori sono veramente degli immensi figli di cane! Ma puoi chiudere una stagione così, dico io
Certo che se Bush è il frutto di un "disegno intelligente" di Dio...
E Sandro Bondi!
Mi sembrano molto più realistiche le scimmie. E meno blasfeme

lunedì 22 agosto 2005

Mooolto pittoresco!!! (si raccomanda voce alla Montesano) Tremonti che dà a Monti del fallito quando è stato il ministro dell'Economia responsabile dell'attuale coma italiano e per di più si è anche fatto cacciar via dal governo non è come il bue che dà del cornuto all'asino... Molto, molto di più! Del senso della vergogna non si conserva traccia...

domenica 21 agosto 2005

Certo che Ludivine Sagnier è proprio una bella creatura! Anche Charlotte Rampling, tuttavia... Devo ammettere che, al di là della bella prova di entrambe, il film mi lascia un po' perplesso: da una parte il mal di clip che attanaglia la gran parte delle produzioni contemporanee disabitua a movimenti di macchina lenti e ad inquadrature tenute per minuti - bravissima la Rampling a reggere i primi venti da sola e in silenzio senza farti pentire del tuo tempo! Dall'altra ho avuto a volte il sospetto che non si trattasse solo di una mia disabitudine, ma di un'oggettiva pecca di regia, con relativo calo di attenzione da parte del povero pubblico, oramai tanto assuefatto a bellezze in déshabillé da necessitare anche di qualcos'altro per levare il pollice senza esitazioni
Guida galattica per autostoppistiEbbene sì, dopo quasi trent'anni l'ho visto e ne ho goduto Un Sam Rockwell memorabile nei panni dell'estremo Zaphod Beeblebrox, il presidente della galassia che ruba l'unica astronave dotata di motore ad improbabilità infinita, assieme ad altri tre eroi e una nutrita schiera di comprimari d'eccezione - John Malkovich sempre magistrale e Bill Nighy come Slartibartfast - sono usciti sugli scudi da una prova ad alto rischio: la trascrizione cinematografica del capolavoro di Douglas Adams - che spero stia discutendo con Dio dei suoi numerosi errori (di Dio, dico ) e del misterioso 42 - Guida galattica per autostoppisti, uno dei libri che ha venduto di più nella storia, anche se qui in provincia Italia non lo sanno in molti. Ho cominciato questo blog nel segno di Douglas Adams, poi ha preso un'altra piega, non so se migliore o peggiore, ma è certo che adesso avrei bisogno di un sito ad hoc per infilare tutte le sue perle che mi vengono in mente... Non a caso anche Imdb, cercando le battute migliori del film, ha trascritto quasi tutta la sceneggiatura *grin*
MarvinAlcune cose però non posso non citarle, come ad esempio il capolavoro qui a fianco, Marvin the Paranoid Android, costretto ad andare a prendere la gente nella stiva pur avendo una vera personalità di persona e un cervello grande quanto un pianeta. Oppure la splendida astronave che
al momento delle transizioni diventa un po' qualunque cosa, da un gomitolo di lana a un vaso di petunie a un divano, tirandosi dietro i malcapitati viaggiatori! Mi riservo di ripostare tra qualche giorno con una scansione della scritta originale "DON'T PANIC" della prima edizione del
Astronave di Zaphodlibro, attualmente in prestito alla MaleS - ciao - ma volevo in ultimo menzionare i titoli di testa e la splendida sequenza dei delfini, ottima scelta di regia e omaggio alla vocazione naturalista dell'autore. Vuole la storia che i delfini fossero da tempo al corrente della distruzione ventura della terra, ma tutti i loro tentativi di avvisare gli uomini erano stati scambiati per tripli salti mortali fischiettando l'inno americano. I simpatici cetacei hanno così provveduto a lasciare la terra con i propri mezzi e il loro ultimo messaggio a quella che si credeva l'unica razza intelligente del pianeta dice: "So long, and thanks for all the fish"
Quando vedo Marcello Pera con un soprassalto mi ricordo che è presidente del Senato. Quando lo ascolto discettare di etica e morale, poi, non manco di perplimermi: mi chiedo come mai quando è stato scelto per tale insigne carica non ci sia stata alcuna levata di scudi almeno simile a quella che seguì l'elezione di Cicciolina al Parlamento. Dev'essere che si crede per errore che la vera puttana sia chi vende il suo corpo e non chi prostituisce la sua penna e il suo intelletto, anche se in questo caso specifico non mi pare ci sia molto da vendere. Eppure tra i due la libera scelta è spesso appannaggio del secondo...
Vista dalle Odle di Eores

Il pisquano in primo piano non sono io, ma avrei potuto esserlo, indeed! Questa bella foto, accidentalmente pescata in rete, ritrae una minima parte del panorama in odore di infinito che ti si apre davanti dalla terrazza della ferrata Gunther Messner, fratello sfortunato del più celebre Reinhold scomparso nel '70 e i cui resti solo di recente sono tornati alla luce *sigh* Direi comunque uno splendido omaggio alla memoria, uno dei sentieri più belli che mi sia capitato di percorrere, anche discretamente impegnativo, visto che - alla faccia delle più rosee previsioni - ci sono volute più di dieci ore per chiudere l'anello intorno alle Odle di Eores! Chi volesse dare un'occhiata virtuale, decisamente meno faticosa, a una versione più ampia del magnifico spettacolo può farlo qui, cliccando poi sull'escursione "Odles d'Eores". Gruppo suggestivo, meno appariscente delle Odle più note, dominate dallo

Le Odle di Puez

strapiombante Sass Rigais, ma capace di belle sorprese. Prati di stelle e astri alpini, camosci e marmotte e uccelli meno timidi del solito, visto il minor traffico di escursionisti, più come dicevo una vista paradisiaca. All in all raccomanderei a eventuali appassionati qualche giorno in val di Funes, in fondo alla quale si trovano entrambi i gruppi. Il paesino di Santa Maddalena (dizione italianizzata, naturalmente ) è quasi del tutto privo di segnali per cell e di negozi, ergo assai rilassante, ma sta proprio incastonato e passarci qualche tempo aiuta a incastonarsi a propria volta. Segnalo en passant che siamo già nel territorio della minoranza tedesca, che non si sforza più di tanto di mostrarsi ospitale: c'è di buono che non ha minimamente modificato le sue abitudini e i suoi ritmi per venire incontro al turismo, il che consente un'esperienza di viaggio non dico autentica, ma almeno molto poco inquinata da stronzate ad hoc. Resta memorabile la festa dei pompieri volontari, con fritti dolci da urlo, radler come se piovesse e gare di costruzione di pile di cassette dell'acqua standoci seduti sopra, credo uno degli sport preferiti della valle, vista l'altezza cui arrivavano!

sabato 20 agosto 2005

Sarà perché ieri sera ero assolutamente in sintonia con lo spirito della commedia, devo dire che ho molto apprezzato il film qui accanto, sul quale mi discosto dalla recensione di MyMovies. Bel ritmo, attori piacevoli, sprazzi sulla realtà a monte che parlano delle difficoltà di relazione in modo agrodolce, ma nient'affatto didascalico - nulla di simile alla ricerca sulla molecola della tristezza di quella tristezza de La spettatrice Lei comanda al suo gigolò cose folli, tipo "mi chiami alle 11 per uscire ma io ti do buca" e l'amica, sopraffatta dall'invidia per il gigolò in questione - che non sa essere tale - si scopa un tapino malcapitato... Ordinarie paranoie da rapporti postmoderni, ma con belle risate dissacranti! Nel frattempo, nell'ultimo scampolo di ferie al lago di Bolsena, sono anche riuscito, tra fuochi d'artificio degni di Gandalf e una simpatica
enterite, a riacchiappare Ritorno a Cold Mountain, sebbene mi chieda se ne valeva la pena. Gran parte del problema è lui, Jude Law, che vedo più o meno come il fumo negli occhi. Oggetto di uno di quegli stravaganti scherzi del destino di cui solo Hollywood sembra capace, l'unico pregio che posso riconoscergli è di carattere estetico. Si trova però a incarnare quel tipo d'uomo - sfinito, lacerato, esaurito - che va da tempo di gran moda, ma funziona da fattore castrante per gran parte del mio povero sesso disastrato e del quale mi sono sonoramente rotto le palle. Al di là di questo recitazione scarsa, propensione a un'espressione stupita-spaurita che chiama i pomodori e stavolta neanche aiutato da uno script che lo giustizia infine come un perfetto coglione. Un tantino troppo caricate anche le due fanciulle. Magnifica la fotografia e notevoli i camei.

venerdì 12 agosto 2005

Un paio di battute aperitive, una alla romana: er master fa sempre come je pare e nessuno è tanto attaccato alla tradizione quanto chi non sa neanche dove stia di casa. Sciogliendo l'arcano, vedere il
culto tributato dagli americani alle loro piccole ricorrenze - 73 edizioni di Mr. Julius Caesar, il quarto Martin nella dinastia familiare di quello che in Desperate Housewives è il marito s/m sfigato di Bree Van De Kamp - fa tenerezza, ma sentirli rievocare la grandezza di Roma, capace di governare il resto del mondo con autorità insuperata, fa proprio incazzare! Non per loro, per carità, quanto per i piccoli uomini che oggi noi, miseri eredi di una delle maggiori tradizioni mai esistite, riusciamo a esprimere, anche se forse farei meglio a dire evacuare... Film piacevole, in cui i ruoli non sono molto limpidi devo dire: per più di metà del film uno tiene per il giovane testa di cazzo perché il professore è, citando la Gialappa, "agile come una scogliera": impalato, privo del minimo contrattuale di (auto)ironia, morigerato all'eccesso (scopare niente, bere e fumare per carità, libri vecchio stile e una remata la mattina, per di più all'alba, come solo svago... Sospetto una prostata disastrata ). Poi però il giovane cambia: non è più giovane, ma resta comunque una solenne testa di cazzo e si scopre che il prof tutto sommato col resto della classe ha lavorato benissimo e quindi assistiamo al conferimento della targa da parte dei suoi ex-alunni quasi con i lucciconi. Da prof devo dire che per fortuna mi sono accorto di queste soddisfazioni prima dei 70 anni, che non gli assomiglio per niente e che se non fosse per quelle soddisfazioni probabilmente avrei lasciato perdere da un po'... Non posso però non rivolgere un pensiero dolente al maniero finto antico nel quale i rampolli americani trascorrono la loro giovane vita studiando, chiedendomi di nuovo perché, in una delle culle della cultura mondiale, si debba tentare di spiegare il fascino del sapere in posti luridi che ne sono un'empirica, costante presa in giro *sigh* È vero, alla domanda che conosco così bene "a cosa serve la sua materia? E i principi di cui parla cosa le hanno procurato?" si può sempre rispondere "mi guardo allo specchio con piacere e un qualunque giornale dimostra che i miei principi servirebbero eccome, se ci fosse ancora qualcuno a sapere cosa siano!", ma insegnare in un contesto perlomeno decente sarebbe d'aiuto, suppongo...

giovedì 11 agosto 2005

Ai tempi della mia tesi - non sto facendo il vezzoso, la costruzione va bene così com'è - in Italia si leggeva un libro e spicci a testa all'anno. Di recente non ho controllato, ma a senso direi che le cose non possono che andar peggio, perlomeno a giudicare dal livello generale degli scambi e dalla brillantezza delle argomentazioni che ho la fortuna di ascoltare... E dovrei forse stupirmene, quando ogni estate che Dio manda in terra devo sentire il telegiornale nazionale - e non mi aspetto di meglio dalla concorrenza - che dice più o meno: "Durante l'anno ci sono ovviamente cose più serie da fare, ma d'estate è perfino lecito sprecare il proprio tempo con la lettura, se vi resta un momento tra l'animazione in spiaggia, la caccia al VIP e la preparazione della prossima stagione di Fantacalcio"? È allora che, grato, mi aspetto un'orda di decerebrati alle prese con Wittgenstein o con La montagna incantata di Mann o la famiglia Karamazov riecheggiata misericordiosamente (o cinicamente?) da Aldo, Giovanni e Giacomo in uno spot fresco fresco. E invece scopro con stupore che vanno fortissimi i libri degli amici di Zelig oppure Siamo fritti di Mario Giordano, o Angeli e demoni. Diversamente dal papa, sono riconoscente alle lacrime a J.J. Rowlands per essere riuscita, almeno lei, a far leggere i suoi Harry Potter a gente che altrimenti avrebbe potuto limitarsi per sempre alla Gazzetta e al sudoku.
"Cara, sei nuda sul Telegraph. Puoi passarmi il bacon per favore?" Se lo pronunciate alla Jeeves avrete più o meno un'idea dell'effetto che fa Il film da cui la chicca proviene è Calendar Girls, che mi ero perso un paio d'anni fa e Sky ha simpaticamente provveduto a
rispolverare nella piatta estiva. Carino, proprio carino, anche se la parte hollywoodiana fa un po' troppo favoletta didascalica, col potere corrompente del successo e i compromessi che avvelenano una buona causa. La raccolta di 578.000 sterline per la lotta alla leucemia val bene uno spot in the nude, si potrebbe parafrasare Anyway, per il vecchio hobby degli avvistamenti segnalo la presenza di un bel volto appena incontrato in Veronica Guerin, nelle vesti di uno spacciatore pappa, Ciarán Hinds, stavolta come marito della vulcanica e ancora attraente Helen Mirren, anche lei vista di recente - si fa per dire, aprile! - in Quando meno te l'aspetti. E tanto per gli incroci esistenziali, noto che le "fanciulle" praticano tai chi nel bel mezzo di un panorama dello Yorkshire che ispirerebbe pensieri d'infinito persino a una mazza da golf. Idea peregrina che mi è venuta ripensando al green nei paraggi - sempre del film, obviously - che ha seriamente scosso il mio pregiudizio verso l'ultimo degli sport eleganti. Insomma inglese, molto inglese milord e l'atmosfera vittoriana incarnata nella presidentessa del locale Women's Institute - composte di prugna, fazzolettini da tè, la zucchina più regolare, cose così - dovrebbe essere tenuta presente per apprezzare veramente il coraggio delle protagoniste reali dell'exploit!

martedì 9 agosto 2005




Certo, potrebbe essere oggetto di discussione: se andare in vacanza e scordarsi tutto quello che ci interessa durante la vita normale - lasciandosi andare all'avventura, come direbbe il sempiterno Simmel; oppure mantenere nonostante tutto un ancoraggio e provare a costruire un percorso che coniughi le varie cose che il tempo normale ci ha impedito di fare durante l'anno (o gli anni, se siamo particolarmente fortunati). Diciamo che l'idea di vacanza come avventura secondo me ha subito un colpo mortale dall'avvento dell'organizzazione consumistica del turismo e dall'avvelenamento del tempo libero da parte della stessa smania pianificatoria che affligge tutto il resto dell'anno - la stessa che fa sì che io sappia già le date dei miei appelli di febbraio 2006 ad esempio Se hai già visto e progettato la tua vacanza con mesi di anticipo, dovresti benedire qualsiasi incidente come una manna dal cielo, visto che è l'unica cosa che ti giunge inaspettata in un panorama altrimenti inevitabilmente non all'altezza delle aspettative...
Beh, comunque, a prescindere dalle varie forme di orticaria che una tale idea di turismo di norma mi procura, stavolta si è optato per una vacanza ibrida (toh che novità, si potrebbe dire ) che unisse le cime vere, quelle di roccia e cielo, oggetto di un prossimo post, alle cime della creazione umana. Caso vuole che il Trentino Alto Adige ben si presti a queste strane alchimie e quindi i primi due giorni della trascorsa - ahimé! - avventura vacanziera sono trascorsi in quel di Rovereto, sede del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea insieme a Trento. La creazione architettonica di Mario Botta, a dire il vero, rende meglio nella foto qui sopra che non dal vivo, ma in questo tempo virtuale perché stupirsene?
Le opere delle collezioni permanenti sono all'altezza della fama... sì, direi di sì anche se con un entusiasmo contenuto, mentre il fatto di essermi perso per un paio di mesi 
Il bello e le bestie. Metamorfosi, artifici e ibridi, dal mito all'immaginario scientifico mi ha parecchio stranito. Prescindendo, comunque, molto molto interessante il lavoro di Depero - cui appartiene il poster americano che allieta queste righe - e l'attenzione ad autori italiani minori che meritebbero molto più spazio e visibilità. Ad esempio Mario Mafai e il suo Vaso di fiori qui accanto (protagonista, a essere sincero, di una magnifica personale romana di cui sarà forse il caso di riparlare), oppure il fratello di De Chirico, nome
d'arte Alberto Savinio, col suo surrealismo di balocchi e spazi immensi. Densa di incognite e di dubbi la parte più moderna, in particolare i contemporanei della VAF Stiftung, della cui necessità artistica sto ancora cercando di convincermi...