lunedì 31 agosto 2009

Life on Mars
Ho la sensazione che stavolta non ci sarà una seconda stagione e a essere sinceri mi dispiace: il fatto che mi sia sparato le ultime quattro puntate tutte di fila qualcosa vorrà pure dire! Una serie molto, molto interessante, con una ricca serie di addentellati: il detective Sam Tyler viene investito nel 2008 e si sveglia nel 1973, con lo stesso grado e nel suo stesso commissariato. Solo che non è più il capo, ma dipende da un celebre figlio di... che altri non è che Harvey Keitel Tanto perché il mondo dei serial non ha più nulla da invidiare al cinema. Una serie, per di più, in formidabile debito con cinema e musica, a partire dal titolo. Quando Sam deve mentire, usa regolarmente citazioni più o meno dotte dal cinema, come quando racconta alla madre di chiamarsi Luke Skywalker e gli ultimi episodi sono tutti giocati sull'affiorare in lui della sua parte oscura, mentre la musica, ah la musica è ovunque! Una colonna sonora da sballo, titoli di episodi presi di peso da hit del periodo, David Bowie che risuona da ogni altoparlante e anche qui citazioni, giochi di prestigio linguistici, battutacce. Poteva mancare il maggiore Tom in una serie così? Credo proprio che mi mancherà e mi trovo a un bivio: se la lasciano così, col finale - che ovviamente non rivelo - avranno tutto il mio rispetto, in questo stupido tempo di sequel e idee sfruttate oltre il limite del decente. Se invece riterranno di lasciarsi tentare, beh... una volta tanto cercherò di non stranirmi

In segno di rispetto e riconoscenza una breve rassegna dei personaggi e interpreti: oltre a Harvey Keitel abbiamo il protagonista (Sam Tyler) Jason O'Mara, per niente irlandese; i suoi colleghi, Michael Imperioli e Jonathan Murphy, e la bella atipica Gretchen Mol, intelligente, per niente sexy o velina, ma molto, molto bella e stuzzicante. Direi che è tutto.
Gretchen Mol in Life on Mars
L'era glaciale 3"Cos'è questo rumore?"
"E' la voce del vento!"
"E cosa dice?"
"Non lo so, non lo parlo il ventoso."
Secondo me si commenta da sé un vero spasso, con i vecchi personaggi e un'aggiunta a metà tra Indiana Jones e il capitano Akab, il furetto Buck, che la fa da padrone per buona parte del film. Forte influsso del videogame, nel montaggio di una serie di inseguimenti più o meno pericolosi - notevolissimo quello di Syd e delle uova *lol*- ottimo doppiaggio come sempre, in una serie che mantiene un alto livello di creatività, umorismo e perizia compositiva. Un po' di spazio in più viene dato alla saga del simpatico animaletto Scrat, apripista della serie, e della sua ghianda, che stavolta si tinge di rosa con esiti spassosissimi per lasciarci poi in sospeso... per il quarto episodio, suppongo, che mi vedrà affezionato dalle parti della prima!

sabato 29 agosto 2009

Leggo su un Espresso di qualche settimana fa (# 30, pp. 76-79):
"Popolarità, prestigio interno e internazionale, serietà, carisma. Tutto questo rappresenta oggi Angela 'Angie' Merkel, 55 anni, la cancelliera di Berlino [...]. 'Dagli asili all'università bisogna puntare tutto sulla cultura', è uno dei leitmotiv della Merkel. Non è solo uno slogan. Insieme ad Annette Schavan, ministro alla Cultura, ha varato la settimana scorsa un pacchetto da 18 miliardi da investire negli atenei entro il 2019."

Oggi invece mi trovo questo:
Le «10 domande» su Noemi e dintorni Berlusconi porta Repubblica in tribunale

Errore Berlusconi
E' difficile non mettersi a ridere, per un primo ministro che denuncia la stampa perché gli fa delle domande scomode... A parte l'ormai certificata estinzione del senso del ridicolo e l'impossibilità italica di attingere al tragico per vivacchiare invece tra il grottesco e il patetico, ho pensato di cambiare approccio, in una specie di delirio esperienziale partecipativo. Avviso quindi i miei studenti sin da ora: il primo che a lezione si azzarda a farmi una domanda, lo denuncio!!!

Censorship

Or can it...?

giovedì 20 agosto 2009

Irina PalmAvrei ogni scusa per rimandare ancora questo post, dato che il condizionatore dello studio ha trovato modo di rompersi il 17 agosto ormai data infausta assodata. Anche perché la visione risale a prima di Ferragosto, ma lì ero talmente in ferie che, a parte numerose scazzottate su FB, non mi andava di far nulla. Ora, invece, pian piano si riparte. Senza troppo entusiasmo, ma... Che è più o meno lo spirito con cui ho affrontato la visione di Irina Palm, sebbene me ne avessero parlato molto bene. E devo dar loro ragione. Un piccolo grande film che, a parte fare i conti con la Parte del diavolo della società - quella che in molti fingono non esista o ancora meglio che non li riguardi - sonda uno dei tanti luoghi comuni di cui ci si riempie spesso la bocca: "Per i miei figli farei qualunque cosa!" Ecco, nonna Maggie per suo nipote è veramente pronta a fare qualunque cosa. Perfino a scoprire di essere la migliore in un campo del quale difficilmente ci si vanta, almeno fino a quando non si è capito quanto è maledettamente ipocrita la società che ci circonda. Marianne Faithfull è fantastica, l'andamento del film ricorda le "vecchie" pellicole d'autore di quand'ero giovane, per il colore, il montaggio, i silenzi che miracolosamente riaffiorano nella tessitura per niente glamour della quotidianità. Da consigliare insomma senza un attimo di esitazione

sabato 8 agosto 2009

In Bruges - La coscienza dell'assassinoCome è ormai un classico, il primo post dopo l'estate compete a un film che non avrei probabilmente visto in altre occasioni e all'annuncio di foto anglo-gallo-irlandesi che dovrei pubblicare a momenti su Flickr. Sui momenti, com'è ormai un classico, c'è da discutere *lol* Su In Bruges probabilmente pure A quanto mi risulta è il primo film concepito come un lungo spot sull'omonima città belga dove - come afferma a un certo punto Ralph Fiennes - vanno troppo pochi turisti, trovandosi in un posto sfigato come il Belgio: meglio così. dopotutto, sennò la rovinerebbero... E in effetti i primi venti minuti potrebbero essere docufiction, anche un po' lenta. Poi però la trama comincia a svolgersi e l'atmosfera si fa surreale: dialoghi e situazioni degne del teatro dell'assurdo, fili che iniziano ad annodarsi per tessere infine un crescendo che culmina in una bella tragedia. E non sto facendo ironia. Alla fine torna tutto, persino il turista americano testardo e obeso. Colin Farrell sembra forse un po' troppo un cocker, ma quando serve lampeggia a dovere, come lo skinhead frocetto impara a sue spese; mentre Brendan Gleeson, con l'aria del killer per caso e controvoglia è notevole. Uno dei dialoghi della girandola conclusiva, sulla torre di Bruges, tra lui e Fiennes. è memorabile! Certo, se l'avessero fatto da Mad Eye Moody e Lord Voldemort in un qualche Harry Potter, sarebbe stato probabilmente inguardabile In questo caso, però, Martin McDonagh ha le idee piuttosto chiare e dirige una pellicola veramente inattesa. E consigliabile. Come, a occhio, l'auspicata gita a Bruges

Harold Pinter as Beckett's KrappGià che ho menzionato il teatro dell'assurdo, profitto per un commosso ricordo dei giorni irlandesi, quando al Players Theatre del Trinity College di Dublino ho beccato Krapp's Last Tape (qui accanto nell'interpretazione di Harold Pinter). A-D-O-R-O quel lavoro, il labirinto borgesiano che prende forma dalla voce disincarnata e irriconoscibile del vecchio che ascolta, collerico, mangiando banane... A che serve la memoria se la strappiamo dalle emozioni e la consegnamo in presa diretta a un nastro? E quando viviamo, se siamo così impegnati a registrare la nostra vita mentre scorre? Più che un doppio legame è un doppio abisso. E la rivelazione di un momento, anni dopo, fa solo rabbia... Una meraviglia, Beckett nei palazzi in cui ha studiato e poi insegnato. Con l'ameno clima che, più che di sky blue, fa parlare di Trinity blue, vista la mancanza di esperienza diretta del dublinese medio *lol* Come scrive una brillante autrice dell'isola verde, Marian Keyes, in un dialogo a Dublino: "Ma qui piove sempre???" "Cosa vuole che ne sappia, ho solo dodici anni!"