lunedì 21 settembre 2009

Il cattivo tenenteNicolas Cage, aka Terence McDonagh, ha quella che si chiama una condition: un mal di schiena feroce che si è procurato in un momento di altruismo e che i farmaci prescritti non sembrano in grado di curare a dovere. Urge quindi trovare un rimedio: cocaina, eroina, crac e varie altre sostanze aiutano, ma l'umore ne risente e il cattivo tenente tende a strafare, sbagliando i piedi da pestare... Tutto sembrerebbe tranne che un film di Herzog, frase che chi ricorda il cinema d'autore anni '70 dovrebbe capire al volo. Eppure lo è, in pieno. Il vecchio maestro, dopo qualche anno, torna dietro alla macchina da presa e fa un miracolo: sposa l'atmosfera, i colori, l'onirismo della sua grande stagione a - udite, udite! - una TRAMA! Roba da matti, un poliziesco che fila via tra prostitute, droga, magnaccia di colore e figli di papà, con il protagonista in stato di grazia (anche se a tratti sembra un incrocio tra Battiato e Baudo *lol*) che dà fuori di matto e passa da una situazione surreale all'altra, accompagnato da iguane, alligatori e pesci che non si sa se sognino... Il finale è stupefacente, parola ma anche il resto è di gran classe. Una hola per Eva Mendes, sempre splendida e soprattutto intatta, con il suo seno, i suoi zigomi e la sua espressione conturbante di sempre, mentre invece si impone una pavana per Val Kilmer, uno dei miei attori preferiti che però non sta invecchiando affatto bene e in questo film si accontenta di una particina trasparente. Mi dispiace, devo dire *sigh* Decisamente una bella esperienza, comunque, e una botta di nostalgia per le mille serate di tanti anni fa a caccia di film improbabili in sale appena più ampie di un ascensore. Non so quanto sia evidente per uno spettatore che non ha fatto pratica con Fassbinder, Herzog e il primo Wenders, tanto per restare in Germania, ma era un cinema di un'altra qualità, non necessariamente migliore, ma diversa e peculiare. E qui riemerge: gli esterni hanno una trama particolare, un'aria non patinata che è un vero toccasana e la realtà tende a sbriciolarsi. Sarà il cocktail infernale che si agita in corpo a McDonagh, sarà il fatto che Herzog alla realtà non ci ha mai creduto granché, in questo film accadono cose che lasciano di stucco, come anime malvage che non si danno per vinte e continuano a danzare. Non si può non ammirare un uomo che a quasi settant'anni sa ancora sognare così! E i pesci chissà...
Una scena da Il cattivo tenente
P.S. NON è un remake del film del 1992 con Harvey Keitel, è solo un caso di omonimia

giovedì 17 settembre 2009

Drag Me To HellDetta un po' alla Palomba, un film orale su quant'è meglio non contrariare le vecchie streghe Decisamente un buon ritorno, questo di Sam Raimi che si separa da quel carciofo dello Spiderman di cellulosa - quello di carta l'ho adorato e l'adoro tuttora - per una sana immersione piuttosto splatter nell'horror. E lo fa bene! A tratti sul filo del rivoltante, Drag Me to Hell è ricco di sottotesti e citazioni, molto ben girato e irto di colpi di scena. Difficile ad esempio sarà stanotte non vedere dappertutto la vecchia megera *sigh* Per non parlare del contributo fondamentale della colonna sonora, onde si impone una fruizione in sala grande o con impianto stereo ultraperformante. Tra i tanti livelli - al di là del sano divertimento da "firm de paura" - la questione sociale, visto che tutto nasce dal rifiuto della giovane Alison Lohman di concedere la proroga di un mutuo a un'anziana signora, che a vederla bene sarebbe stato opportuno accontentarla in tutto e per tutto. Rifiuto motivato da ragioni di carriera contro l'impulso caritatevole provato in un primo momento. D'altronde è in ballo il posto da vicedirettore... Certo, se tutti i broker e quadri bancari coinvolti nelle questioni mutui venissero puniti così le azioni dell'umanità sarebbero in netto rialzo *lol* La giovane in questione, tra l'altro, fa la ex-grassa, molto ex, visto che il regista arpeggia ogni tanto, con discrezione magistrale, sul registro erotico: la scena al cimitero e quella finale forniscono due ottimi esempi di svelature di un certo interesse, dosate con sapienza come una spezia rara. E poi, un cimitero sotto la pioggia... Come non sogghignare tra sé e sé "poteva andare peggio, poteva mettersi a piovere..." Ci sarebbe da accennare alla polemica con la cultura razionalistica del periodo, affidata a un gustoso siparietto psicanalitico, ma insomma credo sia sufficiente a titillare qualche curiosità. Buona visione
Inizia l'incubo

lunedì 14 settembre 2009

Le più grandi imprese richiedono supremo egotismo e serietà totale, cose che gli Irlandesi trovano difficili da sostenere; a un certo punto l'istinto a guardare la vita sotto una luce comica si fa irresistibile e l'ambizione gli cede il passo - William V. Shannon

Come si fa a non amare un popolo così?
From the Book of Kells

domenica 13 settembre 2009

007 Quantum of SolaceI viandanti più affezionati sanno che 007 è una delle mie ridondanze preferite Il più recente della serie, però, me l'ero perso per i soliti motivi di tempo, occasione, coincidenze assortite etc. Fortunatamente ieri sera il Dorax D'essai ne ha organizzato una visione privata e così non ho neanche dovuto rimpiangere il maxischermo. Certo, il buon Daniel Craig in quanto a ridondanza non aiuta, perché il suo Bond è estremamente atipico, al netto dei tempi come già notavo per la prima puntata di questa nuova serie dall'agente biondo. Sebbene gli elementi tradizionali ci siano più o meno tutti, è lo stile che cambia: violento, spigoloso al limite della totale assenza di sorriso e quasi di espressività, stavolta la faccenda è complicata da strane intrusioni psicologico-sentimentali che anch'esse segnano un primum: un personaggio che di solito conclude le sue avventure a letto con la girl di turno e comincia le successive libero come l'aria flirtando con Moneypenny, stavolta si rode e arrovella per il tradimento e la morte di quello schianto della donna scorsa... Non che gli si possa dare torto, ma non è molto da lui! Addirittura la fine non è tra le braccia della peraltro notevole Olga Kurylenko, abbandonata senza troppi complimenti in una desertica stazione ferroviaria boliviana, ma in Kazakhstan sulla pista della vendetta. Uniamo al cocktail i soliti inseguimenti - magnifico il parcours sui tetti di Siena - e qualche problema nella scrittura dei rapporti con M, che fa la figura della schizofrenica, e otteniamo un episodio comunque piacevole, che lascia per di più una certa curiosità sui futuri sviluppi della saga.

lunedì 7 settembre 2009

Leggevo uno dei Vetri soffiati più recenti di Eugenio Scalfari (Espresso 35/2009, p. 170). Per fortuna l'ho trovato online e il link è in fondo al post. Ho pensato comunque di riportarne un passaggio, che va a riprendere un tema che ho toccato qualche tempo fa sul mio bistrattato blog didattico Ciottoli (leggi qui). Passaggio sul quale sarebbe opportuna un'approfondita riflessione autocritica:

"Calvino aveva previsto che la letteratura del nuovo secolo e del nuovo millennio sarebbe stata caratterizzata da sei requisiti: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, consistenza [...]. Dov'è lo sbaglio di questa previsione calviniana? Nel fatto che quei sei requisiti hanno avuto negli ultimi vent'anni un'interpretazione e un'attuazione del tutto diversa ed anzi opposta a quella prevista da Calvino. La leggerezza si è trasformata in superficialità, la rapidità in pressappochismo, l'esattezza in arida pedanteria, la visibilità in esibizione, la molteplicità in trasformismo. E questa è purtroppo la realtà con la quale ci stiamo confrontando. Le parole e i valori indicati da Calvino sono stati letti a rovescio. L'eleganza intellettuale da lui auspicata e rappresentata è diventata trivialità, volgarità, pesantezza."

Per chi fosse interessato al resto dell'articolo, il link è qui.

Lightness

venerdì 4 settembre 2009



Berlusconi contro i giornalisti: 'Povera Italia con questa stampa'

Riesco per una volta a essere del tutto d'accordo col premier! Davvero povera Italia, con un giornale che, per consentire ai vari Capezzone di costruire equivalenze fantasiose, crocifigge il direttore di un altro giornale con lo stile ben noto. Peccato solo che il giornale all'attacco sia il suo...