domenica 28 agosto 2011

Perfect StrangerLe sessioni estive di visione film sono buffe, perché guidate dal caso molto più del solito e normalmente lontane da collegamenti Internet (bisogna pur disintossicarsi, no? :) Capita così che ti ritrovi davanti a pellicole (si potrà ancora dire, col digitale?) che ti eri radicalmente perso, nonostante un gran cast: in Perfect Stranger ci sono Halle Berry, Bruce Willis, Giovanni Ribisi - che ha fatto parecchia strada da Friends - e perfino un reduce da CSI come Gary Dourdan. Eppure... Per carità, donne splendide, Victoria's Secret, colpi di scena, ma francamente sono contento di averlo visto così di sguincio perché al cinema mi sarei stranito! Non so il motivo, è piuttosto un'insoddisfazione diffusa, una debolezza di trama, come se l'avessero arzigogolata un po' troppo. Cosa che invece non si può dire di Louise Michel, quella che i francesi Louise Micheldefinirebbero une trouvaille, una scoperta del tutto inattesa. Una commedia mezza noir, mezza chissà cosa, che per di più trova un modo intrigante e inedito per discutere di globalizzazione e comportamenti non proprio etici del padronato: in effetti se tu volessi ammazzare il padrone che ti ha chiuso la fabbrica sotto il naso come faresti? Sarebbe così facile trovarlo in un mare di scatole cinesi, amministrazioni multinazionali e società offshore? Vedere per scoprirlo :) Eppoi, eppoi... Incursione flashback nel 1990 con un film d'autore anch'esso completamente saltato. Si tratta di Crocevia della morte, dei fratelli Coen. Devo dire che sono proprio contento di averlo visto solo ora, perché ha qualcosa di profetico. A parte il fatto che presenta metà delle star attuali ai loro inizi, cosa che mi affascina sempre Crocevia della paura un po' - Gabriel Byrne, John Turturro, Steve Buscemi - prepara e anticipa uno dei successi serial di quest'anno, Boardwalk Empire, che ha avuto come protagonista proprio il buon Buscemi, cresciuto da far spavento. Trama discretamente incasinata, con un Byrne semidiabolico, ma anche un tantino scavezzacollo, bei personaggi e begli ambienti: lo raccomando senz'altro, non senza accennare alla presenza residua di un'etica da malfattori che comincia già a mostrare la corda.

venerdì 12 agosto 2011

Harry Potter e i doni della morte Parte IITutto finisce. E, aggiungerei, meno male! Tanto per riprendere la questione della coazione a ripetere e della quasi necessità di finire quello che si comincia, era pure ora che il maghetto ci lasciasse, anche se sospetto che non sarà un addio definitivo. Propongo, a livello di scommessa surreale, le avventure di Albie Potter (il figlio dal nome altisonante) o di Larry Potter, il gemello del quale nessuno sapeva nulla tranne Aberdeen Dumbledore, il terzo fratello di Albus del quale nessuno sapeva nulla tranne... Ad ogni buon conto, questo è stato il meno insopportabile degli ultimi, quellli in cui l'entusiasmo era andato scemando. Il riscatto del povero Snape, ulteriormente offeso in Italia da un incomprensibile Piton, è una bella pagina, anche se un tantino troppo accelerata pur nella chilometricità del film, e i protagonisti in qualche modo recitano, che non è poco. Sono invece un po' interdetto dalla figura di voi-sapete-chi... Fa una serie di figure da peracottaro per cui finisci per chiederti: ma questo sarebbe il pericolo finale del mondo dei maghi? Tiene la bacchetta come se le facesse un favore, fa dei lazzi da stadio quando ritiene di essersi finalmente liberato dell'avversario e si circonda di bruti e beoti, si fa dare scacco da NEVILLE! Per il pathos con cui l'autrice l'aveva iniziato a Notte folle a Manhattanevocare dai primi libri, la conclusione è amara, e non solo nel film.
E andiamo oltre. Quattro risate senza troppe pretese, ma con momenti di vero spasso quando Steve Carell cerca di fare il duro pur essendo un poveretto qualunque: "zippati la botola!" detto al Tosto ha la medaglia d'oro, ma ce ne sono parecchie altre, anche negli scambi con Mark Wahlberg, particolarmente in forma! Cosa di cui si accorge Tina Fey, ritrovata con grande piacere da 30 Rock e decisamente una delle novità da me più apprezzate: la danza erotica messa in scena dai due coniugi è fantastica! La morale di Notte folle a Manhattan è cmq "meglio fare la fila che fare i furbi", soprattutto se si è tendenzialmente normali, onesti e un po' noiosi. Una notte così, ad ogni modo, dovrebbe risolvere qualunque crisi di coppia, se si sopravvive...
L'ultimo dominatore dell'ariaE finisco, anch'io, con un incontro casuale, ma piacevole. L'ultimo dominatore dell'aria me l'ero proprio perso e sarebbe stato un peccato, visto l'uso coreograficamente e concettualmente bello che fa del tai chi. Un fantasy che parte da un manga, un regista di talento, M. Night Shyamalan, con radici che permettono di scorgere i metacontenuti di una storia e un degno senso estetico per una prima puntata accattivante che lascia la voglia di vedere il resto. Certo, aver avvisato in modo più chiaro che la storia stavolta non finisce qui sarebbe stato onesto, ma nel complesso non mi sembra ci sia molto da lamentarsi. L'avatar, che a dispetto della locandina, non è azzurro, si muove benino, la sua amica invece è proprio brava!