domenica 29 gennaio 2006
venerdì 27 gennaio 2006
lunedì 23 gennaio 2006
Altro gran momento, Parigi seconda metà XIX secolo! Gente che si incontra per parlare, per discutere, per farsi ritrarre da amici, gente che si chiama Manet, Monet, Mallarmé, Baudelaire, Poe, gente così
domenica 22 gennaio 2006
lunedì 16 gennaio 2006
M. Maffesoli, La transfiguration du politique, Paris, La table ronde, 2002, pp. 220-221.
Quasi non vale la pena di sottolineare come questo passaggio maffesoliano leghi le ultime cose che ho postato in un'ulteriore dimensione di significato e di riflessione. Anche l'antica angelologia conosce gerarchie di angeli e diversi livelli d'essere e l'affiorare ricorsivo di un termine ne tradisce il bisogno e il potenziale esplicativo...
venerdì 13 gennaio 2006
Non c'è sosta alle trasformazioni. Questa certezza, testimoniata attraverso una serie di esemplificazioni colte sul ritmo incessante dell'esametro, sembrerebbe anche mettere in questione il fondamento del pensiero classico, il principio di identità aristotelico. Ciò che sensibilizza la poesia di Ovidio è l'impossibilità a concepire che "A" sia sempre uguale ad "A". Interviene la passione di un Dio, la sua ira, la sua lussuria, il suo senso di pietà, il suo orgoglio ed "A" diventa un'altra cosa, cambia sostanza, aprendosi il mondo a un'illimitata libertà.
Il testo è lievemente modificato - corretto, direi - a causa del pressappochismo imperante ormai in ogni dove, che permette raramente di leggere una pagina libera da refusi o errori veri e propri. Resta tuttavia una lettura limpida che, al di là del contenuto iniziatico dei versi di Ovidio, ne identifica un livello di lettura sul quale è vitale ricominciare a riflettere.
lunedì 9 gennaio 2006
Prima di tutto non direi che ognuno di noi ha un angelo, né custode, né altro, perché nel nostro immaginario resta poco della potenza sovrumana e della numinosità che connotavano originariamente il termine. Oggi pensiamo a creature diafane e piumate, compassionevoli, umanamente stucchevoli... Direi perciò che ognuno di noi ha un demone compagno e qui, stavolta, è il verbo a darmi da riflettere: possesso vuol dire controllo e quindi dominio e noi non controlliamo in alcun modo il demone. Possiamo al limite opporci al suo volere che, però, paradossalmente è il nostro - siamo bravissimi a metterci i bastoni tra le ruote. Ma, ancora a monte, è la necessità linguistica che mi obbliga a parlare dei due come di entità separate ad essere problematica: non c'è un uomo e un demone, ma manifestazioni sincroniche dello stesso essere su piani diversi, dotate di coscienze diverse e a tratti - solo a tratti, fortunatamente - coincidenti. Il demone è l'intuizione oscura della potenzialità che prende forma, il senso interno della coerenza al destino.
Quando non si è perso il senso della meraviglia e del valore delle parole, scrivere è faticoso
Ettore Serra
poesia
è il mondo l'umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso
G. Ungaretti, Commiato
domenica 8 gennaio 2006
giovedì 5 gennaio 2006
P.S. Oggi pomeriggio Radio Rai 1 ha mandato in onda una mia intervista su quel libretto che ho scritto *grin*Chi volesse sentirsela è pregato di cliccare qui