Molto più della perdurante fortuna del Cavaliere - contro ogni evidenza e decenza, è vero, ma palesemente a seguito di una stupefazione di massa che meriterebbe indagini se non fosse troppo deprimente - mi affascina la perdurante stima che la stampa (quasi tutta) e il mondo della "sinistra" tributano a Massimo D'Alema. Dovrebbe essersi capito, immagino... Cmq per non perdere l'abitudine, vi propongo un piccolo collage da un Espresso di qualche giorno fa, quando ancora le primarie in Puglia erano un interrogativo: «Due anni fa, in pieno scandalo Unipol, il Signornò domandò cosa dovesse ancora fare Massimo D'Alema contro il centrosinistra per essere accompagnato alla porta». Questo, Travaglio che è notoriamente antipatico e feroce (Espresso 4/2010: 16). Poche pagine più in là: «"D'Alema porta Francesco Boccia di paese in paese come la croce sul calvario", lo ha descritto l'emittente pugliese Telenorba. Le primarie potrebbero trasformarsi in una via crucis senza resurrezione se dovesse vincere l'avversario del quarantenne deputato-economista, il governatore uscente Nichi Vendola» (ivi: 44-45). Ora, Vendola ha stravinto... Una bella tumulazione definitiva?
P.S. Segnalo un paio di approfondimenti su un'altra delle magiche gesta dalemiane, cui devo anche la foto : qui e qui, dal blog Abasto, su Splinder.
sabato 30 gennaio 2010
lunedì 25 gennaio 2010
È un problema. Occuparsi di Avatar in questo momento, a meno di non esser schierato con entusiasti o detrattori è un problema. Eppure da ieri che l'ho visto, di nuovo non so decidere. È anche vero che non sono di un granché d'umore e questo non aiuta. Da spettatore non posso che partecipare della meraviglia del nuovo formato (o medium o tecnologia) messo a punto da Cameron, riconoscere di aver passato quasi tre ore d'un fiato e di essermi debitamente esaltato alla vittoria dei buoni. Se non si chiede altro a un film direi che siamo a posto. Eppure... La prima cosa che mi viene in mente è uno dei mantra del marketing contemporaneo, tipo "With Canon you can". L'equivoco tutto occidentale e artificialista per cui solo con tecnologie sempre più sopraffine le doti creative dell'uomo possono dispiegarsi. Se la prendo da questo punto di vista trovo una storia qualunque in un packaging perfetto, la creatività mi sfugge. Non sto neanche a elencare gli esempi cinematografici di messaggi trasmessi con simili strategie rispetto ai quali vedo solo progresso tecnologico e minore finezza; penso piuttosto a universi estetici ripresi di sana pianta, come i mondi bidimensionali "canonici" di Roger Dean, un esempio dei quali apre il post. Questo qui sopra è appeso alle mie mura da trent'anni - sì, comincio ad avere un'età e non mi pare mi faccia un bell'effetto *lol* Penso anche alla saga di Thomas Covenant di Stephen Donaldson, col protagonista lebbroso qui, eroe di là e allo spessore quasi intollerabile dell'indagine. Penso agli indiani d'America, qui alti tre metri e blu, come i Puffi... Il metatesto che preferisco del film è "Non impariamo": cento e spicci anni dopo siamo gli stessi idioti brutali di ora, colonialisti e privi di qualunque sensibilità, che dalla rovina della Terra non hanno tratto alcuna lezione se non una coazione a ripetere che a questo punto può solo definirsi diabolica. Purtroppo me n'ero già accorto. Trovo poi Asimov, nella sua forma che più mi annoia, Gaia. E un altro immaginario artificialista nascosto nell'interfaccia in dotazione ai Na'vi e al resto del pianeta: non sarà la presa sulla nuca di Matrix, ma formalmente vedo poche differenze, come anche nelle similfibre ottiche che compiono l'ultimo miracolo. Fa parte del paradosso di base del film, la critica alla tecnologia realizzata con la punta di diamante della tecnologia disponibile. Una novità invece degna di nota è la reazione del pianeta, che finalmente non se ne sta buono da una parte, ma si stranisce come si deve e stronca lui i cattivi iperconfidenti. Questa potrebbe essere una buona novella: finora i cattivi sono sempre strapotenti e i buoni quattro gatti sgangherati, ma con un cuore così e una fede che raramente trova conferme. Le belve alleate sono una gradevolissima sorpresa, mentre una conferma meno esaltante dei processi attuali sta nell'indeterminatezza sessuale dei Na'vi: definire sexy l'eroina mi sembra un tantino esagerato, ma dev'essere che sono più vecchio di quanto non creda...
mercoledì 20 gennaio 2010
lunedì 18 gennaio 2010
Posso dirlo? Gli adolescenti problematici mi hanno fracassato le palle! Come anche i vampiri vegetariani e i supereroi che vorrebbero essere normali Ma che strazio questa rivisitazione ipocrita degli archetipi in un tempo in cui "normale" è una delle offese più sanguinose che puoi rivolgere a qualcuno. Ci si sbatte, ci si sballa, ci si perfora e ci si tatua pur di illudersi di non esserlo e questi che lo sono - il genio imbalsamato di Twilight mica è solo, basta pensare al giovane Superman o a quell'altro stoccafisso di Tobey Maguire in Spiderman - soffrono della diversità e preferirebbero un tranquillo posto da bancario... Che tempi idioti! Per non parlare della fanciulla protagonista, la quale invece vuole vampirizzarsi di corsa!, che recita - non so se per colpa sua o della regista - come se fosse costantemente sull'orlo dell'orgasmo. Circostanza ironica, visto che poi non riesce praticamente neanche a baciare il bel tenebroso per tema che lui la trasformi in uno snack. Se non si è capito non credo che seguirò la serie *lol*
sabato 16 gennaio 2010
Vin DIesel mi piace, non so perché ma neanche me ne frega più di tanto: sarà colpa di Fast and Furious, XXX o qualcos'altro *lol* di Mathieu Kassovitz non posso non ricordare la potenza de L'odio, insomma i presupposti per godersi una piacevole serata, magari con sorpresa, c'erano tutti... Che dire, tanto tanto male non è, ci sono belle scene, coreografie eccellenti, anche se il gruppo di parkour - che suppongo avrete capito è una delle novità che preferisco - sembra un po' troppo preconfezionato: la pubblicità che gira ultimamente, quella delle gomme se non erro, è molto meglio; insomma si lascia vedere, ma è veramente un casino, infarcito dei luoghi comuni sul futuro catastrofico: è vero che sembra principalmente un problema russo perché in USA se la spassano e che la previsione dell'importanza delle sette e delle promesse escatologiche potrebbe meritare una certa lettura, ma l'approccio è stantio e la fine... beh, la fine se volete guardatevela e poi mi dite *sigh*
domenica 10 gennaio 2010
Parecchio che non andavo al cinema, in effetti. Talmente tanto, pare, che non riesco più a decidere se un flim mi è piaciuto o no. Sono un po' di giorni che ci penso e alla fine credo che qualcosa ci sia, anche perché far piangere una platea per quasi un'ora non è facile. La domanda è: puoi fare un film basato esclusivamente sul pianto, la commozione e la tristezza? Di fatto non c'è una trama, c'è una storia veramente qualunque, senza alcun avvenimento degno di nota, e un lungo periodo di attesa anch'esso senza eventi. Manca radicalmente un cattivo, a parte il destino cinico e baro, ovviamente. Proprio non so, anche fare un film di un'ora e mezza sul nulla non è semplice e Hachiko tutto è tranne che noioso... Lascerò ai viandanti l'ardua sentenza Profitto cmq del post per una notazione cinematografica piuttosto deprimente: più di 10 anni fa Joe Dante girò un film fantapolitico intitolato La seconda guerra civile americana, in cui immaginava una serie di sviluppi ridicolil della politica americana e, traslando, di quella occidentale. Beh, tanto perché il cinema sconfigge spesso sociologia e scienza politica le previsioni si avverano: la Casa Bianca rimanda uno dei discorsi alla nazione più importanti della storia recente per non disturbare la prima puntata della nuova e ultima serie di Lost... Quello che ci ammazza è la mancanza di senso del ridicolo.
mercoledì 6 gennaio 2010
E tanti auguri per un 2010 che tutti - pare - ci auguriamo migliore del dipartito 2009. Il quale poteva anche evitare svariate cosette, se vogliamo... Comunque si è finalmente tolto dalle scatole e quindi alleluja una delle ultime cose piacevoli che mi ha regalato - nella fattispecie assieme all'abbonamento di Fabio e Bea che ringrazio pubblicamente lol - è stata la mostra qui sopra, che come vedete resta ancora una decina di giorni ed è quindi ancora a disposizione per una visita. Le mostre alle Scuderie del Quirinale mi piacciono veramente parecchio. A cominciare dalla salita alle sale per la splendida scala un tempo percorsa da corsieri e soldati, l'ambiente è accogliente, si presta a molteplici rielaborazioni e soprattutto ha il pregio di essere a misura delle mie visite. Cioè abbastanza contenuto da non costringere a torture culturali, ma abbastanza capiente da permettere la messa in luce di materiali sufficienti a farsi una buona idea dell'argomento. Nella fattispecie, ci sono opere di una bellezza mozzafiato, finora viste dai più solo sui libri di storia dell'arte, accompagnate da pannelli esplicativi dove si è trovata la giusta misura tra erudizione e divulgazione. Un gran bel lavoro, devo dire. L'aspetto inquietante è che costringe a ripensare radicalmente l'immaginario dell'antica Roma. I paesaggi degli affreschi ricordano incredibilmente l'affacciarsi del paesaggio moderno nel Rinascimento, quei panorami lontani, bucolico-fantastici che appaiono a un certo punto dietro a santi e arcangeli; l'abbigliamento non risponde allo stereotipo della toga o dell'uniforme e l'architettura si scopre policroma all'ennesima potenza. Altro che bianchi colonnati e templi! Ultima nota elogiativa per i ritratti del Fayyum, per i quali non ho parole se non che sembrano oggetti magici, di quelli che iniziano un'avventura. Potendo, è proprio una mostra che merita.
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