Sembra che ultimamente non riesca a non incazzarmi, dovunque vada. Riprendendo una vecchia copertina del Male - tempi duri e nessuna gentilezza: un pitale ricolmo di merda fumante - direi che la misura è proprio colma e trovarmi di nuovo faccia a faccia con Andrea non poteva che continuare a sturbarmi. Ci sono decine di motivi per tale stranimento: il fatto che rileggere la sua biografia è stato un po' come rileggere la mia e ritrovare le sue tracce nel ricordo di giornali gualciti la mattina del lunedì alle sette e mezzo perché poi la polizia li sequestrava, in riviste che erano talmente diverse dalla norma da darti i brividi, in quegil anni in cui eravamo molto meno smaliziati di così e un nuovo LP o un numero di Frigo erano una novità da celebrare, gustare con calma. Accorgersi che sono quasi vent'anni che se n'è andato e non l'ho ancora perdonato... Pare ieri che lo trovai per caso su Comic Art, con la Storia di Astarte: non feci in tempo a rallegrarmi che l'eroina se l'era portato e da allora non posso non continuare a dirmi che non c'è pace né sollievo, se anche uno con un tale dono deve fuggire da qualche altra parte per lasciarsi alle spalle questo mondo imbruttito. E mi tornano in mente gli Elfi e i Porti Grigi e mi sembra impossibile di sentirmi già stanco come Elrond, pur avendo ottomila anni di meno.
Eppure, se ce l'ho ancora con lui, il problema è un altro: è che un dono così, un demone così smisurato porta con sé un dovere etico. L'obbligo di metterlo a disposizione del mondo, non di toglierglielo quando ogni tavola e ogni quadro sono una promessa non mantenuta, un interrogativo sul mondo cui nessuno più risponderà. E poi la rabbia del continuare a vederlo non riconosciuto! Certo più di prima, grazie a tanti fan e all'impegno della compagna, ma mai al livello che meriterebbe senza un istante di esitazione... Ancora mi si rompono i cabasisi con Roy Lichtenstein e Andy Warhol? Dei manovali, al confronto con l'arte di Andrea Pazienza, con le sue tavole tirate via su fogli millimetrati o a quadretti o sull'intonaco di laboratori anni '70 eppure talmente belle da togliere il respiro e, tanto per cambiare, portarti le lacrime agli occhi...
...Il cielo era di Napoli
RispondiEliminale matite di Pazienza
Kowalsky con urgenza
una cometa disegnò...
...ho pochissimo tempo e non ho potuto soffermarmi molto a leggere i suoi "racconti"...ma non posso non consigliargli di andare a vedere "ROMANZO CRIMINALE"...a me è piaciuto, molto, ora aspetto la sua stroncatura, visto che non andiamo mai d'accordo!!!
RispondiEliminaOltre alle parole dei Gang c'è nache PAZ! è un film caruccio più sull'atmosfera bolognese/universitaria che sull'artista. Ma comunque da vedere in tributo al genio.
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