Non a caso mentre l'Inghilterra conquista grazie alla pirateria il più grande impero mai esistito sulle acque, a Londra Christopher Marlowe mette in scena la figura del Dottor Faustus, egotico sapiente che aspira all'ubiquità, al dominio assoluto sullo spazio e sul tempo. Nel suo sogno delirante di onnipotenza assomiglia molto al dottor Jekill che la mente di Stevenson partorirà, gettando sul mondo industriale e moderno l'ombra di quella sete assoluta di dominio (p. 14).
Ce n'è perfino più di quanto si riesca a maneggiare agevolmente e il bello è che saremmo soltanto all'inizio. Già perché, sempre sul filo dell'imponderabile, a marzo ho avuto a che fare con un concorso per il quale mi sono un minimo preparato. Uno dei commissari, mia vecchia conoscenza, aveva di recente pubblicato un testo dal titolo stuzzicante, Sociologia del mondo globale, per i tipi di Laterza, sfogliando il quale mi sono imbattuto in pagine molto interessanti su un altro autore fino ad allora rimasto nel limbo del sentito dire, Carl Schmitt, del quale ho poi acquistato Terra e mare (Adelphi), dove c'è, guarda un po'!, un capitolo su "Pirati e schiumatori del mare". E in un bel saggio di Bruno Accarino, ospite come me di Antonio De Simone in Identità, spazio e vita quotidiana (QuattroVenti), letto già in bozze, torna Schmitt e molte altre riflessioni sulla "talassizzazione" dei conflitti e l'immaginario politico del mare... Che dite, ce n'è abbastanza per issare le vele e partire in esplorazione?
P.S. Avevo cercato un'immagine al volo su Google per questo post, ma il primo riferimento al tema l'ho trovato dopo tre schermate. Prima solo pirati informatici *sigh* un'altra pista, ma che tristezza!
Il libro lo avevo letto da anni... ma smetto subito di tirarmela come mio solito, e in vena di spiriti nataliziiii la invito a comprarsi tutti i libri sui pirati nel mediterraneo. Legga la biografia del buon Barbarossa e vedrà cosa vuol dire vivere alla grande !!!!
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