Sono finalmente riuscito ad accogliere il suggerimento di Irene/Zora e sono andato a vedere I figli degli uomini. Caso ha voluto che a pranzo ne leggessi anche una recensione su Film.TV, rivista cartacea e non, che mi ha permesso di apprezzarne anche alcune caratteristiche tecniche che forse mi sarebbero altrimenti sfuggite, in particolare il bellissimo, lunghissimo e difficoltosissimo (da girare per tutti) piano-sequenza che segue Clive Owen nella sua ricerca della giovane madre con figlia nel campo profughi. Direi, per cominciare, che ringrazio Irene per lo sprone e constato che la serie fortunata continua
Tema molto particolare, affrontato con strumenti chirurgici da Alfonso Cuaròn, che usa dello stereotipo del futuro orribile con misura ed un realismo inquietante, affidandosi a interpreti notevoli: vorrei ricordare in particolare il sessantottino attempato Michael Caine, in un ruolo minore ma reso con intensità commovente. Il tutto condito da una colonna sonora da lacrime, in cui troneggia In The Court Of The Crimson King dei King Crimson.
![Michael Caine in I figli degli uomini](https://lh3.googleusercontent.com/blogger_img_proxy/AEn0k_udBre_p72OnobkOH3Dop_77kgBzvQ8V3vXndZxWLIoY_fZCzbXwcUNdl-dVcK_Z9ekdRWiSVACogZIptk6fOt1AU_LfSW2Lk6ZPqP7=s0-d)
Il film, oltre ad essere bello, offre una miriade di spunti di riflessione, dei quali vorrei seguirne in particolare due. Il primo ha a che fare con la crescente schizofrenia della nostra cultura, a tutt'oggi irretita nell'adorazione del Progresso eppure incapace di una qualsiasi coerenza al momento in cui è l'immaginazione a dover dirigere le danze. Da
Blade Runner, passando per la saga di
Matrix, le conseguenze delle scelte attuali sono state esplicitate e stigmatizzate senza pietà e senza alcuna adesione ai proclami trionfalistici di coloro che insistono che saranno la tecnologia e l'intelligenza umana a cavarci d'impaccio. Difficile in effetti immaginare come, visto che ne sono le prime responsabili... A questo si aggiunge, questa volta, una variante originale nella figura dell'infertilità che ha colpito tutte le donne del pianeta, condannando la specie umana all'estinzione. Sebbene nessuno avanzi l'ipotesi, si può pensare - con
Matrix - che è solo la misura estrema del pianeta a sua protezione contro un ospite dissennato e virale quale possiamo considerarci. Come dicevo, però, e questo va a merito della regia e della scrittura, è un motivo che resta in filigrana e acquista così l'efficacia incombente dello spettro. Mentre lo spunto iniziale si snoda attraverso mille difficoltà, risuonando di echi religiosi nell'accento ripetuto sul miracolo in occasione della gravidanza di una giovane prostituta di colore, anch'essi lievi sebbene fortemente evocativi.
![I flgli degli uomini](https://lh3.googleusercontent.com/blogger_img_proxy/AEn0k_uebKg7NkIbVAsNBwf0Jw_13vBhgjM3wGSD9jGQEX9msN5WNvslTD53Qj7FJSv_Duxwg84BtdCvpEPGxqMpRaYkW-Ay9m4TApHbgg=s0-d)
E questo miracolo della nascita che riesce ad imporsi anche agli uomini ebbri di guerra mi porta ad altre riflessioni. Alla necessità, impercepita ma non per questo meno potente, che abbiamo - noi umani o noi occidentali? - di immaginare un futuro che ci superi e nel quale resti un nostro segno, che sia in qualche modo una figura dell'immortalità. Mi è tornato in mente lo scarso entusiasmo con cui mi accingo a insegnare in corsi che non terrò nuovamente l'anno successivo e non mi hanno stupito le condizioni disperate in cui Cuaròn dipinge il pianeta dopo 18 anni di mancanza di futuro, né l'idea (che ritengo abbia fatto rizzare non poco pelo qui da noi
![](https://lh3.googleusercontent.com/blogger_img_proxy/AEn0k_uDR7ExUI0wHDQSEgZWj5BSRZ1PXdFi4ECYGnJycppS7KbH0yIfD9I0o8PudeVRHR02TTg1tBNoVxVMwoCkpblngwEzy4kozYmk6XISzxLPY-AZWlJ6eoAFZ2zkqvi_WLwWCO9I6cjHM64g3Rr77l36kwMxwSwmiQ=s0-d)
) della distribuzione governativa di kit per il suicidio. Che la specie sia immortale è un assunto talmente ovvio da entrare raramente in discussione, se non come semplice artificio retorico, come anche il ridurre l'emergenza attuale a qualcosa che si è già affrontato e sconfitto in passato. Temo che l'eccezionalità delle circostanze in cui ci muoviamo oggi continui di fatto a sfuggire ai più e qualcuno che ci metta perlomeno davanti all'interrogativo di cosa sia il buio collettivo in fondo agli anni è quindi a dir poco prezioso...