Il film, oltre ad essere bello, offre una miriade di spunti di riflessione, dei quali vorrei seguirne in particolare due. Il primo ha a che fare con la crescente schizofrenia della nostra cultura, a tutt'oggi irretita nell'adorazione del Progresso eppure incapace di una qualsiasi coerenza al momento in cui è l'immaginazione a dover dirigere le danze. Da Blade Runner, passando per la saga di Matrix, le conseguenze delle scelte attuali sono state esplicitate e stigmatizzate senza pietà e senza alcuna adesione ai proclami trionfalistici di coloro che insistono che saranno la tecnologia e l'intelligenza umana a cavarci d'impaccio. Difficile in effetti immaginare come, visto che ne sono le prime responsabili... A questo si aggiunge, questa volta, una variante originale nella figura dell'infertilità che ha colpito tutte le donne del pianeta, condannando la specie umana all'estinzione. Sebbene nessuno avanzi l'ipotesi, si può pensare - con Matrix - che è solo la misura estrema del pianeta a sua protezione contro un ospite dissennato e virale quale possiamo considerarci. Come dicevo, però, e questo va a merito della regia e della scrittura, è un motivo che resta in filigrana e acquista così l'efficacia incombente dello spettro. Mentre lo spunto iniziale si snoda attraverso mille difficoltà, risuonando di echi religiosi nell'accento ripetuto sul miracolo in occasione della gravidanza di una giovane prostituta di colore, anch'essi lievi sebbene fortemente evocativi.
E questo miracolo della nascita che riesce ad imporsi anche agli uomini ebbri di guerra mi porta ad altre riflessioni. Alla necessità, impercepita ma non per questo meno potente, che abbiamo - noi umani o noi occidentali? - di immaginare un futuro che ci superi e nel quale resti un nostro segno, che sia in qualche modo una figura dell'immortalità. Mi è tornato in mente lo scarso entusiasmo con cui mi accingo a insegnare in corsi che non terrò nuovamente l'anno successivo e non mi hanno stupito le condizioni disperate in cui Cuaròn dipinge il pianeta dopo 18 anni di mancanza di futuro, né l'idea (che ritengo abbia fatto rizzare non poco pelo qui da noi
Il dubbio.
RispondiEliminaMa perché si preda l'anima creativa di James, padre del best-seller? In tutta onestà, il film non l'ho visto e credo che non andrò (e resta un problema mio). Ma in nessuna recensione ho trovato uno straccio di 'bendetto!' per il buon vecchio James (e resta un problema dell'immagine che ancora una volta soppianta l'inchiostro letterario). Per quanto brodo di tante idee in poco spazio, credo sia un testo che, se non letto, vada almeno menzionato. Eppure i re-censori fingono di non sapere. Forse trattasi di mia ennesima mania peregrina:o)
Buon fine settimana.
Eleonora.
Vero. Ho evitato di menzionare James per non affastellare troppe informazioni nel post, ma in questo caso - vista la paternità dell'idea - avrei dovuto essere più esaustivo! Spero che questi commenti colmino la lacuna :o)
RispondiEliminaEra ovvio che le sarebbe piaciuto!
RispondiEliminaE' impossibile che un film del genere lasci indifferenti :)
Ora, almeno io, aspetto con ansia un altro film da vedere "Deja vu" (esce la prossima settimana credo)
Staremo a vedere :)
Buona domenica!
Irene