venerdì 26 ottobre 2007
Tra l'altro, nell'andirivieni, mi sono accorto di non aver segnalato - a parte che per la Scozia - la pubblicazione di svariate foto su Flickr, altra attività che incide in un modo o nell'altro sulle possibilità temporali dedicate a questo blog. Inizio coll'annunciare la presenza online della selezione dalle vacanze estive in Corsica.
E perfino - per i più pazienti e affezionati - quella delle Dolomiti dell'anno scorso
domenica 14 ottobre 2007
Il dio della morte [...] doveva dimostrare agli esseri umani che nessuna creatura gli sfugge, quali che siano il suo potere o la sua ricchezza, la sua abilità o la sua arroganza. Samarcanda è così diventata il simbolo dell'incontro ineluttabile tra l'uomo e il suo destino.
Poteva non tornarmi in mente Roberto Vecchioni? Poteva anche darsi di no, tanto che ci ho messo un po' a capire cos'era quella strana eco che le parole evocavano. Poi, però, eccola qui, e con lei tante cose di trent'anni fa, le notti in spiaggia, le gite scolastiche... Tempo di ricordi, visto che ieri era anche il mio compleanno E così ho pensato di regalarmi, e regalarvi, una bella canzone!
C'era una gran festa nella capitale
perché la guerra era finita.
I soldati erano tornati tutti a casa ed avevano gettato
le divise.
Per la strada si ballava e si beveva vino,
i musicanti suonavano senza interruzione.
Era primavera e le donne potevano, dopo tanti anni,
riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò
e fu proprio allora che tra la folla,
per un momento, a un soldato parve di vedere
una donna vestita di nero
che lo guardava con occhi cattivi.
Ridere, ridere, ridere ancora
ora la guerra paura non fa,
brucian le divise dentro il fuoco la sera,
brucia nella gola vino a sazietà
musica di tamburelli fino all'aurora
il soldato che tutta la notte ballò
vide tra la folla quella nera Signora
vide che cercava lui e si spaventò.
"Salvami, salvami, grande sovrano
fammi fuggire, fuggire di qua
alla parata leimi stava vicino
e mi guardava con malignità".
"Dategli, dategli un animale,
figlio del lampo, degno di un re
presto, più presto, perché possa scappare
dategli la bestia più veloce che c'è.
"Corri, cavallo, corri ti prego
fino a Samarcanda io ti guiderò
non ti fermare, vola, ti prego
corri come il vento che mi salverò...
oh oh, cavallo, oh oh, cavallo, oh oh, cavallo,
oh oh, cavallo, oh oh".
Fiumi poi campi, poi l'alba era viola,
bianche le torri che infine toccò,
ma c'era tra la folla quella nera Signora
stanco di fuggire la sua testa chinò.
"Eri tra la gente nella capitale,
so che mi guardavi con malignità
son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale
son scappato via ma ti ritrovo qua!"
"Sbagli, t'inganni, ti sbagli, soldato
io non ti guardavo con malignità,
era solamente uno sguardo stupito,
cosa ci facevi l'altro ieri là?
T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda
eri lontanissimo due giorni fa,
ho temuto che per ascoltar la banda
non facessi in tempo ad arrivare qua.
Non è poi così lontana Samarcanda,
corri cavallo, corri di là...
ho cantato insieme a te tutta la notte
corri come il vento che ci arriverà.
"Oh oh, cavallo, oh oh, cavallo, oh oh, cavallo,
oh oh, cavallo, oh oh".
domenica 7 ottobre 2007
venerdì 5 ottobre 2007
Aragorn aprì il manto. La guaina elfica scintillò nelle sue mani e la brillante lama di Anduril lanciò il bagliore d'una fiamma improvvisa quando egli la sfoderò. "Elendil!" gridò. "Io sono Aragorn, figlio di Arathorn, e son chiamato anche Elessar, la Gemma Elfica, Dunadan, erede di Isildur, figlio di Elendil di Gondor. Ecco la Spada che fu Rotta e che fu di nuovo forgiata! Hai tu intenzione di aiutarmi o di opporti? Scegli immediatamente!"
Proprio uguale a quell'esangue sventurato che mezzo Web si ostina a definire "perfetto" nel ruolo (vedi qui e qui, tanto per dirne un paio)!!! Chissà perché un eroe non ha più neanche il diritto di essere tale, ma dev'essere anche lui un povero cristo macerato qualunque. Dev'esserci sotto qualcosa di politically correct che un po' mi sfugge e un po' mi fa girare a mille. Bah