Ho finito di vedere la sesta stagione di 24 con grande ritardo sui palinsesti, perché ho cercato di seguire il mio ritmo interno e non posso che dire chapeau! La scrittura è serrata e ansiogena come e più del solito, le insidie della famigerata ripetizione scansate attraverso l'uso sapiente di temi secondari e variazioni e una maestria nel ritmo e nella regia di cui si vedono pochi esempi. E poi... Poi c'è Jack Bauer, l'eroe di questo tempo, uno dei pochi miti che la nostra cultura è riuscita a esprimere. C'è in lui tutta la tragedia della nostra particolare condizione: l'ardere dei vecchi valori e lo scontro perenne con quello che la società ci ammannisce, le contraddizioni laceranti che questo cocktail impone a chi ne sia portatore, il paradosso sistemico che va ben oltre e insiste in ogni modo possibile sul fatto che puoi salvare la struttura solo tradendone lo spirito, che la devi salvare da se stessa e dai suoi malefini regolamenti e controlli, ma che questo non ti farà star meglio, perché la struttura la porti dentro e anche se la tradisci per amore la tradisci comunque... E Kiefer Sutherland è perfettamente nella parte. E' il capro e il carnefice, la giustizia, il giudice e l'umiltà, lo strumento e l'occhio che lo guarda da lontano. Mi sembra difficile non amare Jack Bauer. Io perlomeno non ci riesco
sabato 21 marzo 2009
Ho finito di vedere la sesta stagione di 24 con grande ritardo sui palinsesti, perché ho cercato di seguire il mio ritmo interno e non posso che dire chapeau! La scrittura è serrata e ansiogena come e più del solito, le insidie della famigerata ripetizione scansate attraverso l'uso sapiente di temi secondari e variazioni e una maestria nel ritmo e nella regia di cui si vedono pochi esempi. E poi... Poi c'è Jack Bauer, l'eroe di questo tempo, uno dei pochi miti che la nostra cultura è riuscita a esprimere. C'è in lui tutta la tragedia della nostra particolare condizione: l'ardere dei vecchi valori e lo scontro perenne con quello che la società ci ammannisce, le contraddizioni laceranti che questo cocktail impone a chi ne sia portatore, il paradosso sistemico che va ben oltre e insiste in ogni modo possibile sul fatto che puoi salvare la struttura solo tradendone lo spirito, che la devi salvare da se stessa e dai suoi malefini regolamenti e controlli, ma che questo non ti farà star meglio, perché la struttura la porti dentro e anche se la tradisci per amore la tradisci comunque... E Kiefer Sutherland è perfettamente nella parte. E' il capro e il carnefice, la giustizia, il giudice e l'umiltà, lo strumento e l'occhio che lo guarda da lontano. Mi sembra difficile non amare Jack Bauer. Io perlomeno non ci riesco
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