Stavo leggendo sull'Espresso che in Italia si affaccia una generazione di nuovi produttori che vogliono lasciarsi alle spalle il minimalismo di troppo cinema nostrano, le storie di sofferenza, denuncia e macerazione che tanto ci hanno fracassato le gonadi! Non posso che salutare con gioia questo nuovo indirizzo, che peraltro invoco su questo blog da cinque anni. Come si dice, basta avere un po' di pazienza lol
Figli delle stelle potrebbe essere un primo segnale in questo senso: una trama che avrebbe potuto esser trattata con tutto il piombo dei Settanta prende invece una piega surreale, a momenti esilarante, in generale visionaria e nel complesso godibilissima, anche grazie alla crescente bravura e sicurezza di molti attori giovani: Pierfrancesco Favino e Giuseppe Battiston in testa, quest'ultimo in assoluto uno dei miei preferiti di questi anni. Un plauso al regista, Lucio Pellegrini, già produttore di Non pensarci!, con Valerio Mastandrea e più di mezzo cast coinvolto anche qui, come per esempio Ramon, Paolo Sassanelli, ora terrorista fai-da-te, allora perfido bancario. E un plauso agli scrittori e ai trovarobe, che hanno dato il massimo nell'abbigliamento della fase valdostana, che vale da solo la visione. Il momento che dà il titolo al film, quando ballano Figli delle stelle di Alan Sorrenti (1977, prima liceo e l'odio della prof di matematica del tempo :), e anche il sequestrato batte il tempo, è fantastico!
Comunque su tutto vince l'abbigliamento di Favino.
RispondiEliminaSono uscita dal cinema solo dopo aver letto nei titoli di coda quale atelier si dovesse ringraziare per quel maglione con le renne e per il giaccone arancio fosforescente... :)
Eleonora Gorbi
Perché, l'accappatoio a motivi verdi sotto al gilè arancio fosforescente dove lo mettiamo? :D E qual è l'atelier in questione, che me lo sono perso?
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