domenica 5 aprile 2009

Gli amici del bar MargheritaCarino, sì. Parecchie risate. Un tono agrodolce piacevole, di un'emozione complicata, come dev'essere in effetti l'amarcord di uno che ha vissuto parecchio, che ama narrare. E poi un cast di tutto rispetto: non li elenco tutti perché mi verrebbe un crampo e perderei ore a cercare i link sono qui accanto, comunque, facce note, simpatiche, di gente in gamba. A ripensarci adesso questo tono rimane in primo piano, come un retrogusto sapientemente dosato. E forse risponde in parte alla domanda implicita fin dall'inizio: sì, vabbè, ma perché? Cui prodest questo film? Facce note, sketch noti, caratteri sempre quelli, amati ma ripetuti, appena variati da anni - tranne forse un Luigi Lo Cascio inedito nel ruolo dello schizzato linfomane e tanto bravo di risultare inquietante. C'è il bello della ridondanza, la ripetizione. La familiarità cui si unisce un po' di sano rimpianto per tempi semplici e rituali chiari, come la comitiva omofila del bar, il biliardo e il night club. Non so, in effetti. Però certo, tutto detto e tutto riflettuto, alla domanda "Ci saresti andato se avessi saputo com'era?" credo risponderei senza troppi rimpianti di no.

Nessun commento:

Posta un commento