venerdì 22 ottobre 2010
Ho idea che Herdakat avesse ormai rinunciato a leggere questa recensione, ma oramai è noto: ho dei tempi geologici nella fruizione dei prodotti culturali contemporanei :) Cmq devo ringraziarlo pubblicamente per avermi dato la spinta necessaria ad abbandonare per un pomeriggio la Terra di mezzo e andare al cinema come facevo da giovane. Lo ringrazio perché Inception mi è proprio piaciuto e mi ha regalato un sacco di minuti - era lungo assai! - di splendida pace mentale. Recensisco a caldo per questo, per non lasciare che poi la solita ragione sciacallesca arrivi e cominci a fare le pulci al tutto. Il ritmo, la regia, la narrazione anche didattica, gli effetti: li ho trovati perfettamente bilanciati, intessuti senza errori in una trama ammaliante e mi sono lasciato andare. Anche perché il tema sotto, il metatesto, è di quelli da far tremare le vene ai polsi. "Essere o non essere", diceva una delle incarnazioni della mia Nota e sul "dormire, sognare" potremmo spendere pagine e pagine... Certo è che oggi tecnologie informatiche e virtuale rendono la questione spinosa più di quanto non fosse prima e l'interrogativo di Matrix resta lì in filigrana. La risposta sta probabilmente nell'autopercezione della propria corporeità, cioè in una pratica che l'Occidente non sa neanche lontanamente come ritrovare. Il che creerà probabilmente problemi sempre peggiori...
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