giovedì 2 dicembre 2010
La locandina e il titolo del film avrebbero dovuto essere quelli qui accanto. Invece, come accade troppo spesso, in omaggio a un'opinione della distribuzione nostrana che mi ostino a considerare errata e che vede il pubblico composto principalmente di imbecilli, in Italia questo film di George Clooney è stato presentato come In amore niente regole... Ovvero, come trasformare una commedia intelligente e ricca di spunti critici nell'ennesimo strazio rosa. Invece, se dovessi iniziare una recensione seria di questo gioiellino direi: istituzionalizzazione, razionalizzazione, disincanto. Il che dimostra inequivocabilmente che l'arte, in questo caso il cinema, è molto più divertente della sociologia *lol* Io mi arrabatto a salvare il salvabile, formulando qualche pensiero corsaro in forma digeribile, ma in questi casi soffro decisamente lo scarto. Comunque, il bel George, dotato anche di un bel cervello, sceglie gli inizi del football americano professionistico per esporre una tesi assai weberiana: quando l'effervescenza indisciplinata di un processo viene ingabbiata in regolamenti che pretendono di risolvere a monte ogni caso possibile, c'è forse un guadagno organizzativo ed economico, ma il divertimento scompare e con lui l'incanto e la passione. Fortunatamente Dodge Connolly non si lascia disarmare e, a cavallo del suo favoloso sidecar si allontana in un tramonto impressionista verso chissà quali altre avventure. Bel film, che dimostra come si possa parlare di cose non ovvie con leggerezza, e gran regia. Alcuni momenti sono memorabili: la prima corsa in moto verso Chicago o la rissa che alla fine risolverà l'intreccio sono da cineteca!
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