sabato 4 dicembre 2010
Le cose hanno questo strano modo di affollartisi in mente, rientri e si accavallano. Un po' d'ordine richiede prima di tutto un giudizio sulla mostra: deludente. Tendenzialmente per specialisti, vista la preponderanza di materiali tangenziali - come la collezione di stampe o di libri del buon Vincent - o di secondaria importanza. Fin qui però potrebbe anche starci, c'erano molte cose mai viste e un interessante dispositivo di paragone con altri artisti contemporanei, in un gioco di rimandi e citazioni notevole. MA: il gioco è lasciato interamente alle audioguide o alle guide in carne e ossa, nelle sale ci sono solo pannelli molto scarni e l'insieme dei materiali diciamo didattici è affollato all'inizio del percorso. E poi la folla e gli spazi del Vittoriano ridisposti in modo soffocante, costringendo alla fila anche chi volesse fruire della mostra con un minimo di anarchia.
Altro ordine di considerazioni: vogliamo parlare della riproducibilità dell'opera d'arte nell'era della tecnica? Io adoro Benjamin, ma su questo specifico tema ne sono distante come Alpha Centauri. Il quadro qui sopra è bello visto così... Visto dal vivo mozza il fiato, tant'è vero che credo tornerò in un giorno infrasettimanale e in un orario sfigato per potermelo guardare con calma una mezz'ora senza torsi di broccolo che non ti vedono per niente e ti si fermano davanti chiacchierando. Direi la cosa migliore della mostra, anche se dei cipressi e delle vedute di Montmartre erano commoventi. Nel complesso, con qualche avvertenza per il giorno, consiglierei comunque la visita :)
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