domenica 5 dicembre 2010
Stare male non è poi così male lol è una forma di alibi che va bene anche per chi cerca di sottrarsi all'imperativo produttivista di quest'epoca, alleviando la necessità di ripetersi costantemente che non sta scritto da nessuna parte che devi sempre far uso del tuo tempo in modo utile e sensato. Così, visto che ieri non mi reggevo in piedi, ho profittato per recuperare un altro tassello dell'arretrato cinematografico e mi sono beccato La ragazza che giocava col fuoco, secondo capitolo del ciclo Millennium di Stieg Larsson. La sensazione, a parte la qualità disastrosa dell'audio del DVD, è più o meno la stessa della prima puntata: non c'è stato il coraggio o la volontà di affrancarsi dal libro, ma limitarsi a riportare fedelmente uno scritto ponderoso (da centinaia di pagine!) in due ore e rotti di film rischia di non fare un buon servizio né al testo né agli spettatori. Ne viene fuori uno spettacolo incomprensibile senza aver letto l'opera di partenza e che di questa non ha lo spessore né le sfumature. Gli attori sono bravi, Noomi Rapace in particolare è un'eroina assolutamente originale, il casting rifugge da ogni divismo e rispecchia appieno le linee estetiche del romanzo; le atmosfere sono affascinanti e invitano a una visita alto-turistica in Svezia. Però... Ti chiedi: letto il libro perché vedere anche il film?
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