giovedì 13 maggio 2010

Draquila - L'Italia che tremaChapeau. Da tempo trovavo Sabina Guzzanti troppo acida e faziosa perfino per i miei gusti, troppo diretta e in qualche modo regredita alla stessa rozzezza dei suoi bersagli. Poi, tanto per cambiare, mi è capitata l'occasione e sono andato a vedere Draquila. E non posso che applaudire! Un docu-film alla Moore, equilibrato, pieno di emozione nel senso alto del termine - direi pathos, se non mi portasse in un'altra direzione ;) - sostenuto da fatti e riprese intelligenti e misurati. Il solo problema, come al solito, è che quando esci ti fai schifo, per continuare più o meno ad accettare questa cosa vuota e oscena che però, come dice la conclusione fulminante, dura... Certo è che mi tornavano in mente le parole di Bruno Accarino, a novembre, quando a Terni diceva che quando sente parlare di scarsità di risorse gli si drizzano i capelli. In effetti le mie reazioni fisiologiche, all'idea di 22.000 euro di penne e 260.000 di poltrone Frau per non parlare delle fioriere e dei drappi per abbellire le transenne, sono più dolorose ed estreme. E la tentazione di fare del male fisico al primo ipocrita che chiede sacrifici a reprimerla mi fa del male fisico  Un film da vedere, in particolare per chi si interessa dei problemi dello spazio pubblico, che, come risulta chiaramente dalle interviste, è stato la prima vittima del dopo-terremoto, il primo ostacolo da eliminare per il grande saccheggio pianificato da tempo, in bianco, senza alcuna preoccupazione di dove si sarebbe avverato. D'altra parte la res extensa non ha altre qualità che essere depredabile, di questi tempi...

1 commento:


  1. Direi proprio di sì, come esempio perfetto a contrario sigh

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