domenica 25 novembre 2012

Sherlock Holmes - Gioco di ombre

E alla fine sono riuscito a sapere come diavolo andava a finire! :D Già, perché Sherlock Holmes Gioco di ombre è stato il primo film da cui sono stato evacuato per ragioni di sicurezza, poco dopo la sua uscita nelle sale l'anno scorso. A un certo punto, dopo una bruttissima interruzione/intervallo si è diffuso un brusio in sala e siamo stati invitati a uscire senza fretta e senza indugio da signori che sembravano decisamente agenti in borghese. La cosa è filata liscia, ma poi - pur avendo il biglietto timbrato - non si è più presentata l'occasione di recuperare ed ero rimasto appeso alle avventure della versione adrenalinica del celebre investigatore, interpretata da uno schizzatissimo e fantastico Robert Downey Jr, affiancato da Jude Law nei panni del rassegnato Watson. Per l'occasione supportati da Noomi Rapace, che rivedo dopo Millennium, e un magnifico e bizzarro Stephen Fry, senza dubbio uno dei personaggi della cultura corrente che preferisco. Che dire del film? Come nell'episodio precedente, se non si è troppo attenti alla verosimiglianza va alla grande, con corse per l'Europa su tutti i mezzi disponibili - bellissimo Holmes sul mulo! - e deduzioni fulminee. Stavolta il versante orientale dell'investigatore è magnificato, con momenti zen e performance di arti marziali che con l'originale non c'azzeccano davvero niente, ma in fin dei conti... E' comunque interessante vedere come l'alchimia immaginale risente dei tratti profondi del periodo e rendersi conto di quanto anche noi, ormai, rispondiamo alla velocità della narrazione, anzi ne abbiamo bisogno!

sabato 17 novembre 2012

Non abbiamo più la forza di immaginare e ne facciamo un vanto...

Macché romanzo, meglio la realtà, in L'Espresso, 45/2012, pp. 92-95


sabato 3 novembre 2012

Come ogni Ognissanti/Halloween eccomi a Lucca, tra games, allieve che mi ammollano volantini e cosplayer più o meno riusciti :) e come ogni anno ci si trova a chiedersi cosa vedere in tv, visto che abbiamo serial sfalsati con gli ospiti buggianesi e bisogna cercare un common ground. Nella fattispecie ci siamo incontrati su un paio di terreni improbabili. Il primo, qui accanto, è l'ultima versione de I tre moschettieri, romanzo e universo di riferimento adorati. Certo, ci stiamo giocando la coerenza storica e la verosimiglianza, ma ho l'impressione che, di nuovo, il cinema, la narrazione, sopravanzino il resto della cultura, recuperando dimensioni mitiche del tutto disinteressate alla realtà. Mi direte che sono le leggi della spettacolarizzazione, vi risponderò che se queste leggi non corrispondessero a slittamenti profondi di senso e rappresentazione non funzionerebbero. Cmq, una Milla Jovovich mozzafiato nei panni di Milady, un buon Orlando Bloom come nemico inglese e molti bei volti a me poco noti - mea culpa, forse - negli altri ruoli chiave. Se non si hanno problemi col "come se", anzi se a volte si riesce a essere oltre il logos, è un film perfetto :)

E poi, poi c'è Conan, per l'occasione reincarnato in Jason Momoa, il Khal Drogo di A Game of Thrones (sul quale dovrò prima o poi scrivere qualcosa...). Qui l'insofferenza per le unità aristoteliche di spazio e tempo è primigenia: Robert Howard, il creatore del barbaro cimmero, non se n'è mai preoccupato e la versione XXIst century non ha intenzione di correggere il tiro: nel mentre che la bella Rachel Nichols sta per essere sacrificata ai deliri del cattivone di turno - al secolo Stephen Lang, reduce dal fallimento di Terra Nova sigh- lui trova il tempo di passare dalla città dei ladri per esigere un vecchio credito e di sconquassare i sotterranei della fortezza malefica, il tutto giusto in tempo per... ok, niente spoiler, anche se la trama non è esattamente irta di colpi di scena! Anche qui, effetti speciali a gogo - splendida la battaglia con gli elementali di terra! - grande uso di sangue finto e ragionevole ammiccamento erotico. Tutto quello che serve, insomma, per una serata di svago.