martedì 28 febbraio 2006

Against the RopesFilm in effetti senza troppe pretese, che però permette una serie di considerazioni interessanti La prima è che, a prescindere da ogni ubbia razionale, la boxe ha un potenziale simbolico e mitico impressionante! I bei tempi in cui eravamo tanto animali, l'odore del sangue e la potenza fisica senza freni... Senti risvegliarsi istinti e pulsioni con cui non sei minimamente d'accordo - io perlomeno - per la gran parte della tua vita, ma che sono come un'onda di marea, affascinanti e inquietanti al tempo stesso. Quasi ti viene voglia di sfasciare tutto pure a te, come accadde, ricordo, all'uscita da I guerrieri della notte, eoni fa. E poi, di ritorno tra gli esseri raziocinanti, la storia dello stritolamento del femminile da parte del mondo maschile, che dei bei tempi animaleschi ha meno nostalgia vivendoli tuttora La sempre bella Meg Ryan, non proprio al massimo a parte il look, vince una vittoria di Pirro, trasformandosi in un doppio meno efficace degli altri sciacalli che costellano il mondo del pugilato professionistico. E buon per lei che trova uno dei pochi picchiatori di strada dal buon cuore, che non la sbrana e anzi la riporta al suo valore peculiare di donna che può vincere solo restando tale. Tra l'altro una vecchia conoscenza, Omar Epps, ironicamente specializzando sessista in ER. Avremmo un urgente bisogno di donne senza giacche e baffi, che mandino a farsi friggere lo stupido sistema che abbiamo messo in piedi e lo sostituiscano con qualcos'altro, non so cosa, ma meglio di questo non mi sembra, a dire il vero, difficile! Sarà per evitare gli spiacevoli cambiamenti che ne deriverebbero che manteniamo - noi maschietti e, purtroppo, anche troppe femminucce *sigh* - il "tetto di cristallo" che lascia le redini del potere nelle mani degli idioti che conosciamo fin troppo bene...

lunedì 27 febbraio 2006

Animals


I, I’m driving black on black
Just got my license back
I got this feeling in my veins this train is coming off the track
I’ll ask polite if the devil needs a ride
Because the angel on my right ain’t hanging out with me tonight
I’m driving past your house while you were sneaking out
I got the car door opened up so you can jump in on the run
Your mom don’t know that you were missing
She’d be pissed if she could see the parts of you that I’ve been kissing
Screamin’
 
No, we’re never gonna quitNickelback live
Ain’t nothing wrong with it
Just acting like we’re animals
No, no matter where we go
‘Cause everybody knows
We’re just a couple of animals
 
So come on baby, get in
Get in, just get in
Check out the trouble we’re in
 
You’re beside me on the seat
Got your hand between my knees
And you control how fast we go by just how hard you wanna squeeze
It’s hard to steer when you’re breathing in my ear
But I got both hands on the wheel while you got both hands on my gears
By now, no doubt that we were heading south
I guess nobody ever taught her not to speak with a full mouth
‘Cause this was it, like flicking on a switch
It felt so good I almost drove into the ditch
I’m screamin’
 
No, we’re never gonna quitNickelback Live 2
Ain’t nothing wrong with it
Just acting like we’re animals
No, no matter where we go
‘Cause everybody knows
We’re just a couple of animals
 
So come on baby, get in
Get in, just get in
Look at the trouble we’re in
 
We were parked out by the tracks
We’re sitting in the back
And we just started getting busy
When she whispered “what was that?”
The wind, I think ‘cause no one else knows where we are
And that was when she started screamin’
“That’s my dad outside the car!”
Oh please, the keys, they’re not in the ignition
Must have wound up on the floor while
we were switching our positions
I guess they knew that she was missing
As I tried to tell her dad it was her mouth that I was kissing
Screamin’
 
No, we’re never gonna quit
Ain’t nothing wrong with it
Just acting like we’re animals
No, no matter where we go
‘Cause everybody knows
We’re just a couple animals
 
So come on baby, get in
We’re just a couple of animals
Get in, just get in
Ain’t nothing wrong with it
Check out the trouble we’re in
Get in, just get in

Non un granché di sociologia stavolta, a parte il fatto che "siamo solo due animali" riporta potentemente allo Zeitgeist del periodo  stavolta parliamo di chitarre potenti, di quelle che non sentivo dai tempi dei Boston, chitarre ben temperate che non sconfinano nel metallo pesante ma trasmettono comunque excellent vibes, se vogliamo fare un po' di sfoggio Si tratta dei Nickelback, gruppo canadese - e dalli, 'sti canadesi *grin* - in giro da una decina d'anni, ma che finora mi erano bellamente sfuggiti. Consiglio vivamente a chi abbia voglia di un tiramisu sonoro e non posso fare a meno di appiccicare al tutto una nota di colore: il nome del gruppo richiama alla mente monete in aria, scommesse e fortune, come è chiaro nell'album Silver Side Up, tra l'altro uno dei migliori. Il che non poteva andare senza richiamare, in contemporanea, la sequenza iniziale di Rosencrantz e Guilderstern sono morti, da cinetecaRosencrantz e Guilderstern sono morti d'eccellenza: Rosencrantz (Gary Oldman) lancia in aria una moneta che continua a ricadere dando "testa", cosa che non sembra impressionare affatto Guilderstern (Tim Roth), finché

Rosencrantz: [flips coin which lands as 'heads'] 78 in a row. A new record, I imagine.
Guildenstern: Is that what you imagine? A new record?
Rosencrantz: Well -
Guildenstern: No questions? Not a flicker of doubt?
Rosencrantz: I could be wrong.

[Rosencrantz has been flipping coins, and all of them are coming down heads]
Guildenstern: Consider: One, probability is a factor which operates *within* natural forces. Two, probability is *not* operating as a factor. Three, we are now held within un-, sub- or super-natural forces. Discuss.
Rosencrantz: What?


Sequenza assolutamente indimenticabile
Su L'espresso 6/2006 c'è un'intervista ad Abbas, fotografo iranianoAbbas - Iran 1997 della leggendaria agenzia Magnum. Un passo, in particolare, mi ha colpito, perché descrive con immediatezza ed efficacia quel che Maffesoli chiama Potenza sociale:

Nel suo ultimo libro [...] racconta gli ultimi 35 anni della storia del suo paese d'origine.
D: Qual è il messaggio del libro?
R: Che l'Iran non è cambiato poi così tanto. Nell'Iran di oggi ci sono donne che lavorano, artisti e giovani. Le donne sono coperte dal chador ma sono attive, a differenza che in Arabia Saudita. In trent'anni non si possono cambiare 2 mila anni di storia. Questa è la differenza tra l'Iran e l'Iraq: l'Iraq è una creazione nuova. Noi iraniani, invece, abbiamo la consapevolezza della storia. Sappiamo chi siamo, e abbiamo un'enorme capacità di sopravvivenza: siamo sopravvissuti a tante guerre (p. 100).


Un orgoglio indomito e paziente che riporta alla mente la teoria delle civiltà di Braudel, l'evoluzione quasi geologica ma inevitabile attraverso prestiti e rifiuti e il senso tragico dell'eredità storica, vincolo inerziale ma anche fonte di forza e saggezza. Un toccasana in questi giorni in cui è difficile non vergognarsi di appartenere a cotanto paese

domenica 26 febbraio 2006

A volte si perdono colpi e si è costretti a recuperare in un solo post giorni interi in cui è successo parecchio - nella fattispecie in cui si è giocato come matti Comincerò dal film di venerdì sera, visto che La mummia - Il ritornoquesta settimana venerdì sera sono tornato e non un momento prima *sigh* Trattasi di ca**atona fantasmagorica, senza altra pretesa che quella di farti passare al volo un paio d'ore. Pretesa alla quale assolve impeccabilmente, tra battute che ricordano molto l'insofferenza esilarante di Payback (con un Mel Gibson spettacolare ): davanti alle "mumme" che dovrebbero essere terrificanti, Brendan Fraser esclama "Di nuovo questi no!", scucendosi il famoso baffo di tiri sanità ed equilibri psichici compromessi Detto questo, il resto del w/e è trascorso in una sarabanda di boardgames assortiti, causa visita di incalliti amici toscani: siamo andati dalla strategia astratta e delocalizzata di Euphrat & Tigris alle magnifiche scazzottate di Puerto RicoIvanhoe, entrambe creazioni di quella macchina da gioco che è Reiner Knizia, passando per vermi e galline e quello che credo sia la più simpatica scoperta della sessione: Puerto Rico! Che consiglio caldamente a patiti e semplicemente interessati e che, volendo, si può giocare online dando un'occhiata qui. Buon divertimento!!!

domenica 19 febbraio 2006

Donnie DarkoCerto che essere un adolescente americano non sembra affatto un compito semplice Quale che sia il livello di impegno del film, alcuni caratteri tornano, con tale costanza da farne sospettare l'effettiva diffusione, da far sospettare che le cose vere stiano proprio così: il livello di conflittualità da giungla dei college; il rapporto disastrato - o almeno superficiale - con i genitori; lo scarso supporto che può venire da amici o storie sentimentali; il livello disomogeneo e a tratti francamente dilettantistico dell'insegnamento. Donnie Darko affronta di petto questi temi: non li lascia sullo sfondo, ma ne fa il centro della storia, una storia in cui il protagonista non può che essere pazzo, visto che non si adegua a quello che Drew Barrimore chiama acutamente "prescribed nonsense". Una massa prefabbricata di idiozie in cui la paura gioca un ruolo in costante espansione, tanto da divenire l'opposto dell'amore nella linea della Vita, in una metafisica paranoide che trova poi una critica lucida in Bowling a Columbine. E in effetti non stupirebbe trovare il buon Donnie, consigliato dall'orrido coniglio Frank (reale o immaginario? La questione resta in sospeso :o), intento a progettare e/o realizzare una bella strage alla Elephant. C'è in effetti una presenza costante della morte sullo sfondo, ma secondo me il vero re clandestino del film è la paura: paura della morte, ma forse ancor più di una vita costruita sul nulla che gliMaggie Gyllenhaal in Secretary adolescenti vedono attorno a sé, ancora abbastanza bambini da poter riconoscere un re nudo quando ne vedono uno e incapaci di capire le complicate alchimie per cui gli adulti vi si adeguano, anch'esse in larga parte centrate sulla paura. Cosa perfettamente compresa da Patrick Swayze e sfruttata con genio, fino al rogo purificatore
Cast ricchissimo, con avvistamenti che spaziano da Noah Wyle, in vacanza da ER, alla sua mamma sempre in ER Mary McDonnell. Protagonista è uno dei cowboy gai di Brokeback Mountain, Jake Gyllenhaal, del quale stento a comprendere l'attuale fortuna cinematografica: l'unica cosa per cui lo trovo memorabile è la sorellina, Maggie, indimenticabile autolesionista sexy in Secretary e anche, per l'occasione, Elizabeth Darko!

venerdì 17 febbraio 2006

La ragazza della porta accantoE pensare che come figlia di Jack Bauer in 24 non la sopportavo proprio! Invece in
Kiefer Sutherland as Jack Bauer in 24questo film non è affatto male, né come performance né come look e anche il film non è affatto male! All'inizio ho avuto un brivido: un altro college movie *sigh* Come per Mean Girls, gli sceneggiatori USA mi hanno costretto a ricredermi: variazione sul tema intelligente, divertente e piuttosto acuta nell'osservazione non prevenuta della società, un po' una "presentazione" alla Maffesoli dove temi anche spinosi come ipocrisia ed educazione sessuale trovano un trattamento leggero ma non narcotico! E in più avvistamenti più o meno azzeccati ma in tema col resto della serata, che ha visto un recupero sul serial Las Vegas: uno dei protagonisti del film, Timothy Oliphant, assomigliava moltissimo al Danny braccio destro di James Caan... ma non era lui (in compenso ho appena scoperto che è il protagonista di Deadwood, di cui attendo con ansia la seconda stagione *non ci posso credere*) E poi, tra le sexy porno star, c'era la bella Sung Hi Lee, a proposito della quale consiglio una cliccatina su un post precedente. Per questo farò il bravo e mi limiterò a celebrare un po' meglio la protagonista, Elisha Cuthbert...
Elisha Cuthbert

martedì 14 febbraio 2006

Qualche giorno di ritardo per problemi tecnici di Splinder per un film visto domenica, sul quale qualcosa da dire c'è. Uno di quei film
I segreti di Brokeback Mountainche necessitano una certa ruminazione prima di esser giudicati, perché ne esci con sentimenti contraddittori. Il primo, in contrasto con gli osanna, è una certa noia. Quasi subliminale, ma noia. Te ne senti un po' colpevole, ma è lì e ti chiedi perché: sei tu ad essere strano o gli altri che hanno costruito l'ennesimo mito a tavolino? Su questo bisogna aggiungere che va un minimo discusso il concetto di "ritmo": si può avere un ritmo frenetico, come nella gran parte dei prodotti contemporanei, oppure un ritmo lento, quello dei maestri, dei registi "impegnati", che non deve tuttavia sconfinare nel semplicemente noioso. Anche la lentezza ha un ritmo, cosa che dimentichiamo spesso: mentre però Gocce d'acqua su pietre roventi aveva un suo andamento in qualche modo magnetico, King Kong era solo immensamente palloso. Tanto per capirsi Detto questo, il fatto è che a Brokeback Mountain, il ritmo a volte si perde, come si perde il senso della storia. Venduto come western innovatore, di fatto col western non c'entra niente: piuttosto una storia di provincia americana, più sottile e dolce di Altman, che tratta l'omosessualità con tanta umanità da renderla un non problema e quindi una base improbabile per costruire una storia. Nulla a che fare con Priscilla, insomma, neanche alla lontana. In fondo, però, con queste avvertenze, un film che può anche dirsi bello, purché ci si vada senza averne sentito parlare: i protagonisti sono notevoli. In chiosa, l'avvistamento di Linda Cardellini, che di E.R. mantiene la voglia di fare l'infermiera

venerdì 10 febbraio 2006

Birth - Io sono SeanSe quando uno ha un'idea per un film, avesse anche ben chiaro come svilupparla e soprattutto darle una conclusione dotata di senso, ci si risparmierebbero film come questo Al di là delle evidenti difficoltà dello sceneggiatore, vanno segnalate quelle non meno lampanti del regista e degli interpreti: la splendida Nicole appare stupefatta per il 95% del tempo, il ragazzino ha una faccia - immobile - da borgataro e il promesso sposo altrettanto immobile, ma da fagiano. L'unica nota appena positiva è il rivedere il buon Peter Stormare, indimenticabile Satana in Constantine L'unico interrogativo cui avrebbe giustamente dovuto non esser fornita una risposta è: che razza di tipo era il vero Sean, se non solo la moglie, ma pure l'amante sarebbe stata disposta a riprenderselo decenne?

lunedì 6 febbraio 2006

Mean GirlsQuesta cosa degli investimenti a tutta velocità da parte di camion o pullman gialli quando proprio non te l'aspetti deve finire! Da Final Destination in poi, passando per Le fate ignoranti, è un continuo e prima o poi le coronarie saltano! A parte questo, però, commedia a dir poco frizzante, con un ottimo ritmo, le solite battute fulminanti che se gli americani sono in vena non si battono e la colonna sonora "giusta". Non mancano anche i contenuti sociologici, particolarmente centrati in questa fase maffesoliana: il parallelo tra la giungla e il liceo parla da sé e l'accentuazione etologica di alcune coreografie la dice lunga su chi si illude nella nostra razionalità spirituale. Direi che potrebbe tranquillamente illustrare un aneddoto raccontato da Humphrey: studiando i gorilla insieme alla compianta Dian Fossey, non riusciva a capire quali sfide li avessero portati ad essere così intelligenti. Era quasi sul punto di criticare le tesi di Darwin - cosa che d'altro canto Bush fa con molti meno problemi... - quando si accorse che doveva trattarsi di problemi sociali, di rapporti interpersonali. La protagonista di Mean Girls scopre esattamente la stessa cosa, con gli interessi!

P.S. Avrei voluto mettere un link in italiano che spiegasse chi era Dian Fossey, ma c'era solo Wikipedia, quando il suo lavoro ha riguardato tutti e meriterebbe tutt'altro riconoscimento e attenzione. Constatare ancora una volta il nostro provincialismo e la memoria tanto corta da rasentare l'osceno ha avuto il prodigioso effetto di farmi smarrire tutto il buonumore evocato dal film... Scherzi stupidi fanno le libere associazioni
1. Il Foglio ha dedicato due delle sue quattro facciate alla pubblicazione della bandiera danese. Un gesto gentile verso le minoranze islamiche: di carta brucia meglio.
2. Che la Terza guerra mondiale rischi di scoppiare a causa di una vignetta mi pare perlomeno adeguato.
C'è ancora qualcuno - e sono ottimista - che ritiene modernamente che non vi siano, né vi debbano essere, rapporti tra la psiche individuale e la sfera sociale. A questi alfieri dell'ottimismo razionale vale la pena di additare lo stato in cui l'inflazione egoica di uno ha ridotto questo paese, senza tacere del fatto che anch'esso porta le sue colpe, di cui lo sciagurato esempio è emblema: presunzione del tutto infondata, accidia intellettuale, culto dell'astuzia, fuga dalla responsabilità. In una formula: oblio della dignità. Cosa di razionale in tutto questo?

sabato 4 febbraio 2006

Le cronache di NarniaDall'aulico all'infimo. Credo di poter definire così adeguatamente la giornata odierna, in termini di consumo visuale Pomeriggio sfumato nella foresta di Narnia, per due ore e venti trascorse in un batter d'occhio e un rinfrescante tuffo in una fiaba vecchio stampo, dove il gioco dei simboli e della fantasia ha di gran lunga la meglio su ogni preoccupazione di trama razionale o di approfondimento psicologico dei personaggi. E un urrà per chi ancora osa permetterselo! Trovo piuttosto stimolante l'analisi junghiana del bel personaggio della Strega Bianca, Tilda Swinton, già infame arcangelo in Constantine: direi, con l'avventatezza del neofita, che si tratta di una proiezione dell'Anima, se non fosse che i suoi attributi stingono - perlomeno a pelle - in un'ipertrofia spirituale che mi lascia interdetto. È bianca, segno di purezza e astrazione spiritualizzante; in più è fredda e il suo potere più forte è quello di paralizzare, uomini e mondi. Detta così, in breve, sembra più la Ragione che non l'Anima... Vedi quanto è utile scrivere un blog? Oltre alla sua androginia, che può esser vista come qualità asessuata del personaggio, questo spiega anche perché sia un leone a combatterla. Certo, lasciare poi l'esercito in mano a degli umani occidentali non sembra una grossa idea, ma perlomeno sono giovani (la più simpatica proprio una bimba!). Anyway, la serata si
Troy/McNamaraè mossa su tutt'altro binario, con una sconvolgente rimessa in paro sulla terza serie di Nip/Tuck, che mi ha ammannito le recenti disgrazie del magnifico Christian Troy, a proposito di personaggi uno dei migliori che io abbia in visto in giro da anni a questa parte. Non dirò nulla che rischi di compromettere il gusto feroce di godersi la chiusa del quinto episodio (quando il Nostro è accusato di essere il Macellaio), mi limiterò a osservare che tutto quanto scritto finora sulla qualità dei rapporti umani negli States va elevato all'ennesima potenza: il comportamento degli "amici" e della ritrovata madre sconfina nell'osceno A proposito di quest'ultima, e della linea dell'accusa, non posso evitare rimandi agli strali di Hillman sull'onnipresenza della "superstizione parentale" in terra americana: il peggior modo concepibile di usare le dannabili volgarizzazioni psicanalitiche *sigh*