giovedì 30 novembre 2006

Il vento che accarezza l'erbaBuon periodo per il cinema, devo dire. Avevo avuto sentore che fosse ora di tornare a frequentare le sale dall'improvvisa mole di titoli che attiravano la mia attenzione, dopo lunghi mesi (se non di più) in cui le poche ubbie cinematografiche erano perite sconsolatamente davanti all'assenza totale di stimoli promanante dal botteghino. Con questo invece fanno 4 centri su 4 e qui siamo in pieno relativismo, come direbbe il papa *grin* Difficile dire chi abbia ragione e chi torto - a parte gli inglesi, forse un po' troppo connotati da bastardi. Le scelte politiche o la passione, diplomazia o massimalismo, stanchezza di combattere o rabbia ancora ruggente. Il tutto complicato da legami affettivi tanto poco appariscenti per quanto invece saldi e dolorosi. Bello e terribile, per noi figli di troppa facilità, il costante richiamo alla "vita che ti spetta", la promessa per tutti eternamente disattesa. Un bel Ken Loach per una meritata Palma d'Oro a Cannes. Sono poco convinto dal protagonista, Cillian Murphy, che mi stanca appena meno di Jude Law, forse perché è un tantino più espressivo. Perlomeno è irlandese...

domenica 26 novembre 2006

La sconosciutaStavo commentando che di questo passo farò la figura dell'inaffidabile, visto che anche oggi registro un cambiamento d'idea abbastanza radicata. Poi però mi sono chiesto: c'è veramente di che cambiare idea o è solo l'eccezione che conferma la regola? La questione in ballo è la qualità del cinema italiano che, sebbene mi applichi parecchio, non riesce a cavarmi da un discreto pregiudizio del quale ho discorso spesso - ultimamente meno, visto che a sua cagione non ho più avuto molte occasioni di confronto Fatto sta che La sconosciuta, persino così, subito dopo The Departed, è perfettamente adatto a portarmi a riconsiderare le mie posizioni. Film di classe, con una splendida (in tutti i sensi) protagonista, Ksenia Rappoport, che interpreta e sorregge senza smagliature un ruolo devastato e devastante, capace di illuminarsi nonostante tutto, di portare il segno del destino senza esagerazioni o facili indulgenze nel patetico. E questo vale per tutto il film, dove i triti luoghi comuni della filmografia italica affiorano, ma in qualche modo redenti, rinnovati. Persino la famiglia altoborghese che fornisce l'involontario setting alle gesta dell'ucraina sconosciuta èKsenia Rappoport credibile, scevra dai manierismi che spingono a scagliare il telecomando contro al televisore o la poltrona contro lo schermo così spesso. E dire che il tema poteva prestarsi facilmente a lacrime o colate di miele e buoni sentimenti: commercio e schiavitù sessuale, vendita di neonati, violenze di ogni genere, coagulati in un Michele Placido magnificamente disgustoso, glabro e oliato come un incubo di Goya. Invece Tornatore ne ha tratto due ore scarne, intense, con un montaggio attento al ritmo delle emozioni e una gran colonna sonora, come sempre di Ennio Morricone, per un film dove la targa Made in Italy è di nuovo segno di qualità e non causa di stigma.

venerdì 24 novembre 2006

Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo fare il massimo sforzo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto.

Albert Einstein

C'è aria di Bildung, qui... Bisognerà riparlarne.

lunedì 20 novembre 2006

Extra Music Magazine
Forse qualcuno ci aveva già fatto caso, nei link qui accanto c'è questo magazine online fatto da miei amici di lunghissimo corso, col quale collaboro saltuariamente anch'io, che ieri sera ha compiuto quattro anni. Fiesta grande al Fonclea, locale storico della live music romana, con band semiprof e una giovane promessa del pop britannico, il simpatico Jont (qui sotto in piena performance ) Bella occasione per rivedere un po' di facce, per aggiornarsi sulla musica dei ragazzi di oggi *grin* e fare un po' il vip: oh, meno ti interessa e più ci intoppi, nelle situazioni da rotocalco! Ero a tavola con una bella biondina amica di amici, che ho scoperto essere la colpevole logistica del matrimonio del tappo impossibile a Bracciano e al tavolo davanti avevo Anna Pettinelli, che non era una che le assomigliava ma proprio lei Beh, non sono riuscito a esimermi dal chiedere l'autografo al buon Jont. Chissà, diventasse famoso, magari lo piazzo su E-bay alla grande...
Jont al Fonclea

sabato 18 novembre 2006

The Departed - Martin ScorseseSi dice che cambiare idea sia segno di flessibilità e intelligenza... Spero ci sia qualcosa di vero, perché sto per riconoscere di aver cambiato idea Nello specifico, su Leonardo di Caprio. Credo, a questo punto, che sia uno dei migliori attori in circolazione. Segni di questa inversione di giudizio si erano già avuto, invero, ma oggi, uscendo dal cinema, avevo quasi le lacrime agli occhi! Gran film, grande regia, più che degna di una di quelle famose statuette dorate per cui vanno tutti pazzi - giocata in grandissima parte sugli attori e quindi più difficile da sopportare. Scorsese è geniale anche nello sfruttare le caratteristiche fisiche e gli stereotipi legati a Leo e al suo coprotagonista, Matt Damon, per il primo colpo di scena della pellicola, tutta comunque ad alta tensione e con forti echi, in chiusura, di Tarantino e delle sue Jene. Accanto ai due un memorabile Jack Nicholson, la cui vocazione luciferina torna a risplendere dopo alcuni anni di eclisse giudiziosa. E poi una nutrita schiera di comprimari di gran livello: Mark Wahlberg, Martin Sheen, Alec Baldwin e la bella psicologa, Vera Farmiga. Probabilmente qualcuno troverà da ridire sulla violenza, a volte sul filo dello splatter. Poco male, in linea di massima sospetto molta ipocrisia in queste osservazioni da anime belle (Maffesoli) e, in questo specifico caso - più che, che ne so?, in Kill Bill - sono convinto che ogni singolo colpo, manrovescio e urlo serva a mantenere e modulare la tensione, quella che Leo sopporta per tutta la pellicola e che senza tali ripetuti assalti potrebbe sembrare di maniera, quella che monta in Costello e che resta sullo sfondo solo nel primo della classe, lontano da conflitti morali, ma comunque abbastanza coinvolto da avere problemi di erezione *grin* Veramente una bella esperienza!
Leo di Caprio e Jack Nicholson in The Departed

venerdì 17 novembre 2006

Sono contento del riemergere della questione "Satira & censura" a proposito degli uomini di chiesa: mi avrebbe dato parecchio fastidio lasciare il primato dell'idiozia al fondamentalismo islamico.
Papa Mazinger

giovedì 16 novembre 2006

I'm an alligator, I'm a mama-papa coming for you
I'm the space invader, I'll be a rock 'n' rollin' bitch for you
Keep your mouth shut, you're squawking like a big monkey bird
And I'm busting up my brains for the words

The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars - David Bowie
Io lo sapevo che avrei dato la stura a un processo di quelli ingannevoli, che sarebbe partito come un lento gocciolio dall'aria inoffensiva per diventare pian piano un'onda di marea, uno tsunami rock insolente e linguacciuto come il bassista dei Kiss, qualcosa che avrebbe tentato di farmi scrivere un post dopo l'altro, solo per un senso misto di equità e di colpa per ritardi che sono solo logistici e non hanno nulla a che fare con stupide gerarchie... Beh, lo sapevo, ma sono adulto e vaccinato: se ho cominciato toccherà continuare E stavolta tocca a una delle prime incarnazioni del thin white duke, il grande David Bowie, un disco perfetto dal titolo poco prono alle leggi odierne della comunicazione, ma che è tutto un programma, The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars. 1972 e non sentirli, un concept album - cose assurde che si facevano a quei tempi, commistioni di trama e canzoni che narravano storie, complicate, importanti, capaci di donare senso a intere generazioni, come Quadrophenia o The Lamb Lies Down on Broadway, non come oggi, 12 pezzi inutili e uno studiato al computer per piacere a legioni di cerebrolesi *sigh* - che necessita di un apposito strumento per essere compreso nei recessi più intimi e sottili. Ricco di pezzi memorabili, tra i quali ho scelto Moonage Daydream per lo splendido attacco, sempre da brividi, ma avrei potuto prendere 5 Years o Starman o Ziggy Stardust o quella che resta per me la perla dell'album, Rock and Roll Suicide, di una bellezza ineffabile nella semplicità quasi offensiva dell'arrangiamento. Come sempre, non c'è molto da scrivere, piuttosto c'è moltissimo da ascoltare. Come consiglia la back cover, "To be played at maximum volume" e chissenefrega dei timpani e del politically correct

Keep your 'lectric eye on me babe
Put your ray gun to my head
Press your space face close to mine, love
Freak out in a moonage daydream oh yeah!

Don't fake it baby, lay the real thing on me
The church of man, love, is such a holy place to be
Make me baby, make me know you really care
Make me jump into the air

Keep your 'lectric eye on me babe
Put your ray gun to my head
Press your space face close to mine, love
Freak out in a moonage daydream oh yeah!

Keep your 'lectric eye on me babe
Put your ray gun to my head
Press your space face close to mine, love
Freak out in a moonage daydream oh yeah!

Keep your 'lectric eye on me babe
Put your ray gun to my head
Press your space face close to mine, love
Freak out in a moonage daydream oh yeah!

Freak out, far out, in out
David Bowie as Ziggy Stardust
School of RockArrivo con un po' di ritardo e devo ammettere che prima di vederlo (al volo, in attesa che finisse Lost per rivedere la cassetta ) mi ero detto che avrei saltato il commento qui sul blog... Beh, mi ero sbagliato! Sia chiaro, stavolta nessun aggancio sociologico - sì, forse qualcosa sulla Bildung si potrebbe dire, il genio, le occasioni, ma chissenefrega, per una volta - solo energia e tanto, tanto rock. E siccome dovrebbe essersi capito che io il rock l'adoro, da trent'anni in qua, nella gran parte delle sue varianti, trasformazioni e vie senza uscita, cosa meglio di un Jack Black scatenato, che canta e suona in presa diretta con una band di gnomi incredibilmente talentuosi? Che dire della scena in cui, all'inizio della sua finzione come insegnante canonico, chiede loro i gusti musicali e, alle varie risposte su star del momento, risponde con incredulità e un rosario di immensi nomi dell'olimpo rock? Che l'ho vissuta decine di volte, mentre si affermavano cantantucoli fatti con lo stampo, pretenziosi e vuoti come belle bottiglie di bibite insipide. E diciamocelo che, OGGI, in vetta alle classifiche di vendita UK ci sono Queen e Beatles! Il che da un certo punto di vista mi fa piacere, da un altro mi rattrista: è solo l'industria musicale che non pensa ad altro che a suonerie di cellulare e motivetti insulsi o è proprio lo spirito dei Settanta, la grande illusione, che è passato e sopravvive in drop-outs come quello che domina in questo film? Ai posteri l'ardua sentenza, nel frattempo passerò a un altro protagonista della mia personale Hall of Fame. E, come dice questo strano insegnante, "Occhio al potente!"

lunedì 13 novembre 2006

Queen - A Night at the Opera, 1975Is this the real life?
Is this just fantasy?
Caught in a landslide
No escape from reality

Open your eyes
Look up to the skies and see

I'm just a poor boy, I need no sympathy
Because I'm easy come, easy go
A little high, little low

Anyway the wind blows doesn't really matter to me
To me

C'erano un paio di tributi che proprio non potevo non inserire nella mia lista degli n pezzi più significativi del panorama musicale degli scorsi trent'anni. Direi addirittura che Bohemian Rhapsody e Dancing with the Moonlit Knight sono opere fuori concorso, fuori classifica, fuori dalle normali dinamiche comparative: siamo di fronte alla nascita di nuovi classici che danno la misura delle realizzazioni artistiche di un'epoca e come tali si pongono come parametri di tutto il successivo sviluppo, ciò che si ricorderà - sempre che ci sia un futuro - da qui a qualche secolo. Di quest'album ne ho comprate una decina di copie, lo ascoltavo talmente che ogni LP mi durava qualche mese Ricordo che fu anche l'unico esperimento di ascolto condiviso con i miei. Poi capii che non era il caso e giungemmo a sani compromessi, soprattutto per quel che riguardava i lunghi viaggi in macchina

Mama, just killed a man
Put a gun against his head
Pulled my trigger, now he's dead

Mama, life had just begun
But now I've gone and thrown it all away

Mama, ooohooohooohooo
Didn't mean to make you cry
If I'm not back again this time tomorrow
Carry on, carry on as if nothing really matters

Too late, my time has come
Sends shivers down my spine
Body's aching all the time

Goodbye everybody
I've got to go
Gotta leave you all behind and face the truth

Mama, ooohooohooohooo (Any way the wind blows)
I don't wanna die
I sometimes wish I'd never been born at all
Queen Live
I see a little silhouetto of a man
Scaramouche, scaramouche, will you do the Fandango?
Thunderbolt and lightning-very very frightening me

(Galileo) (Galileo)
(Galileo) (Galileo)
(Galileo figaro) (Magnifico)

But I'm just a poor boy and nobody loves me
(He's just a poor boy from a poor family)
(Spare him his life from this monstrosity)

Easy come, easy go, will you let me go?
(Bismillah, no, we will not let you go) (Let him go!)
(Bismillah, we will not let you go) (Let him go!)
(Bismillah, we will not let you go) (Let me go!)
(Will not let you go) (Let me go!)
(Will not let you go)
(Now let me go) (No, no, no, no, no, no, no!)

Oh, mama mia, mama mia
(Mama mia, let me go)
(Beelzebub has a devil put aside for me)Freddie Mercury
(For me, for me!)

So you think you can stone me and spit in my eye?
So you think you can love me and leave me to die?
Oh, baby, can't do this to me, baby
Just gotta get out, just gotta get right outta here

(Oooh)
(Oooh, yeah, oooh, yeah)

Nothing really matters
Anyone can see
Nothing really matters
Nothing really matters to me

(Any way the wind blows)

lunedì 6 novembre 2006

Can you tell me where my country lies?
Said the unifaun to his true love's eyes.
It lies with me! cried the queen of maybe
- for her merchandise, he traded in his prize.


Credo non ci sia nient'altro, nelle galassie musicali, capace di regalarmi le sensazioni che ancora - dopo quasi trent'anni dal primo ascolto - mi danno questi pochi versi, l'incipit di Dancing with the Moonlit Knight. Peter Gabriel, 23enne, geniale, trova un solo che solo a ripensarci dissemina brividi. Puro, etereo, cela in sé panorami infiniti. E' alba o tramonto, collina o radura, colori di questo mondo o di qualche contrada distante, rimossa, ormai irraggiungibile, come Tol Eressëa o Valinor o lo strano paese diSelling England by the Pound - Genesis quell'altro monstrum che fa capolino più volte da A Trick of the Tail, penultimo poscritto alle vere storie dei Genesis? Il tempo non tempo della leggenda riveste all'istante i panni di un momento dato, un tardo pomeriggio in cui arrivò a casa mia un vecchio - oggi! - amico che, con fare da cospiratore, estrasse dal giaccone un LP e, facendomi segno di tacere, lo mise su. Spense le luci tranne quella della scrivania e attese, quei secondi magici in cui la puntina viaggiava sul lucido inizio del disco. E poi partì la prima canzone...

Paper late! cried a voice in the crowd.
Old man dies! the note he left was signed old father thames
- it seems hes drowned;
Selling england by the pound.

Citizens of hope & glory,
Time goes by - its the time of your life.
Easy now, sit you down.
Chewing through your wimpey dreams,
They eat without a sound;
Digesting england by the pound.

Young man says you are what you eat - eat well.
Old man says you are what you wear - wear well.
You know what you are, you dont give a damn;
Bursting your belt that is your homemade sham.

The captain leads his dance right on through the night
- join the dance...
Follow on! till the grail sun sets in the mould.
Follow on! till the gold is cold.
Dancing out with the moonlit knight,
Knights of the green shield stamp and shout.
Peter Gabriel
Theres a fat old lady outside the saloon;
Laying out the credit cards she plays fortune.
The deck is uneven right from the start;
And all of their hands are playing apart.

The captain leads his dance right on through the night
- join the dance...
Follow on! a round table-talking down we go.
Youre the show!
Off we go with - you play the hobbyhorse,
Ill play the fool.
Well tease the bull
Ringing round & loud, loud & round.

Follow on! with a twist of the world we go.
Follow on! till the gold is cold.
Dancing out with the moonlit knight,
Knights of the green shield stamp and shout.

sabato 4 novembre 2006

ScoopUna cosa che mi chiedo - e che non ha a che fare specificamente con questo film - è: quale perverso processo comunicativo spinge gestori, produttori e tutti quanti sono collegati in qualche modo al ciclo produttivo del cinema a scassare i cabasisi ai pochi spettatori paganti con spot contro la pirateria in dvd? A dire: possibile che tu debba colpevolizzare quei quattro che ancora pagano il biglietto - e che quindi sono i meno sospetti di ricorrere alla suddetta pirateria - visto che gli altri non li raggiungi? Coll'ottimo risultato di far pensare agli astanti "beh, la prossima volta quasi quasi vado contro la legge anch'io, ekkekka**o!".
A parte queste ariose considerazioni, Scoop vale decisamente la pena: il Woody Allen che preferisco, fresco, istrionico, forse meno graffiante del solito, ma autore/attore di battute di raro equilibrio e vocabolario magnifico. Affiancato dalla solita - ahimé - Scarlett Johansson, altra zucchina con licenza di sedurre, parafrasando una non troppo velata critica allo sfortunato successore di Sean Connery nel ruolo di James Bond e dall'ottimo Hugh Jackman, senza le basette da Wolverine, stavolta nei panni di un enigmatico lord inglese. Due ore di entertainment di gran classe, scenari fiabeschi e l'andamento leggero della commedia migliore. Inevitabile il rimando - sebbene in chiave minore - ad altri gioielli come La rosa purpurea del Cairo e La maledizione dello scorpione di Giada.