mercoledì 27 aprile 2005

Manco a farlo apposta, sembra che le trame ti si addensino attorno come ragnatele, certe volte! Così dopo quella spaventosa bufala di X-files, stasera un film capace di riconciliarmi con alieni e tutto l'arsenale dei cattivi from outer space. Niente a che fare con il memorabile Rocky Horror Picture Show o con la splendida pianta carnivora de La piccola bottega degli orrori, cmq. Un thriller serrato,
con una Julianne Moore una volta tanto non dispersa negli anni '50 anche se sempre un tantino lacrimosa, un paio di momenti da salto sulla sedia e la bellezza di due finali - miracoli del DVD - in uno dei quali l'alieno (un Linus Roache dallo sguardo inquietante) è forse un po' troppo umano. In quello ufficiale la soddisfazione è moolto superiore
C'è anche - per continuare il nuovo gioco delle interferenze - il buon Ciccio di ER, che secondo me rischia di fare la fine di Ubaldo Lay e dell'ispettore Sheridan: da quando è tristemente defunto nel serial, lavora poco e le cose che fa non lasciano esattamente traccia... Devo quindi discostarmi parecchio dal recensore che il film in questione lo stronca. Si accettano interventi ulteriori, anche per tarare l'affidabilità dei giudizi, miei e suoi

domenica 24 aprile 2005

Svariati anni fa un altro dei presunti fondatori del cyberpunk, Norman Spinrad, se ne uscì con un romanzo di grande fichezza - come direbbe una mia vecchia amica - dove si immaginava che le majors musicali, stufe dei capricci delle rockstar in carne ed ossa, ricorressero alla fine ai servizi di equivalenti virtuali ormai esteticamente indistinguibili, ma molto meno rompipalle. Mi spiace ma stavolta non sono riuscito a trovare Little Heroes online, resta però una storia che vale veramente la pena!
Non so se ci arriveremo (Sim0ne è in programma per una delle prossime sere), fatto sta che l'animazione sta facendo tali e tanti passi avanti da rendere la necessità dell'imitazione del vero perlomeno discutibile. Due titoli per tutti su quel fronte: Final Fantasy e Animatrix. Da quest'altra parte Monsters Inc. e The Incredibles. Questo in particolare non ha affatto risentito, come il titolo del pomeriggio qui accanto, di un pessimo doppiaggio in italiano, come afferma il recensore: Amanda Lear era semplicemente strepitosa Io, per non saper né leggere, né scrivere, Shark Tale l'ho visto in inglese e devo dire che è stata un'esperienza decisamente piacevole, l'ideale per una delle rare giornate in cui proprio non hai voglia di fare un tubo!
Non c'è più un testimone che non sia super, né un conservatore che non sia neo... Più che l'influsso di Matrix, credo sia colpa dell'idiozia dei media. Un'idiozia super partes, che affligge con equanimità testate altrimenti incomparabili, e porta all'etichetta in assenza di pensiero. Puoi dire di uno che dirige da 25 anni la Congregazione per la Dottrina della Fede ed è docente dal 1966 di Teologia dogmatica che è un neocon? Sei in tutta evidenza un perfetto imbecille Senza contare, poi, dal punto di vista dei supporters del Pastore tedesco, che è appena appena offensivo equiparare un intellettuale colto e di grande intelligenza a quelle macchiette oscene di politicanti che sono al momento alla Casa Bianca...

domenica 17 aprile 2005

Beati gli integralisti, i fanatici, i senza-dubbio, i sicurissimi di sé, e in una parola sola beati i presuntuosi: abolendo la dialettica, decapitando i problemi, possono vivere autocompiacendosi delle loro scintillanti certezze. Il Corriere riporta il pensiero di Oriana Fallaci sulla fine di Terry Schiavo, il cui culmine è questo prezioso concetto: "allora tanto vale ammazzare i cittadini inutili, gli handicappati, il nonno novantenne a letto col femore rotto". Mi è tornato in mente quando, durante la campagna sul divorzio, i più animosi attivisti cattolici spiegavano alle anime semplici che la nuova legge avrebbe distrutto ogni famiglia, premiato i dissoluti e gli adulteri, favorito ogni sfrenatezza sessuale.  Si usarono parole terrifiche ma per fortuna ridicole, paventando mostruosità e soprusi poi mai avvenuti.  Ugualmente ridicolo è paventare la strage dei nonni e la soluzione finale per i disabili come conseguenza  della decisione di staccare la spina a un corpo in stato vegetativo. Ma già, Fallaci (come spiega il Corriere) è "provocatoria", e dice le cose "provocatoriamente". La provocatorietà è un grande comfort intellettuale: permette a chiunque di dire qualunque cosa senza attinenza alcuna con la realtà, e nel caso in questione senza alcun rispetto per il dolore, la morte e la pietà.

Michele Serra, L'amaca, in La Repubblica, 15/04/2005, p. 18.
Sembra che a volte lo zen ci si metta con cattiveria a inventare interferenze con quello che pensi, scrivi, arzigogoli... Serial, film, musica, tutto si intreccia, e allora che occasione migliore di un film tratto da una serie di successo - che però, devo ammettere, non mi ha mai entusiasmato? E mi sta bene!!! Mi sta proprio bene!!! Se credi in qualche misura alla sincronicità o al caso (non) fortuito, dovresti credere anche alle tue sensazioni! E ti risparmieresti delle cazzate come questa
Prescindendo dalla trama, dalle gonne di Scully e dalla faccia di Mulder, ci sono un paio di intrecci divertenti: l'artificiere che si fa saltare patriotticamente in aria all'inizio è il paralitico redivivo di Lost, di cui si discorreva poco fa; mentre l'immaginario della mega astronave del finale aveva un certo non so che di Matrix, allo stesso tempo le batterie di bozzoli energetici e Zion. Il finale, se vogliamo parlarne, riesce a riportarti alla mente il primo Indiana Jones senza nessuna delle sue scusanti: lì il nostro si fa mezzo pianeta fuori da un sommergibile immerso, qui i due, belli sgomenti, rientrano non si sa come dall'Antartide. Mah, ci vuole pazienza...
Ci avevamo mai pensato allo stratificarsi dell'esperienza estetica della televisione e ai cortocircuiti che porta con sé? Io credo proprio di no. Eppure gironzolo e vedo Las Vegas e sotto il braccio di James Caan c'è il padre di Zack, il marito della suicida di Desperate Housewives e uno dei croupier ha la stessa voce del vice palestrato di Gil Grissom in CSI... Vabbè passi, zappo via e mi trovo in una serie mai vista su Italia Uno, ma il poliziotto cattivo è il marito con l'AIDS dell'infermiera carina di ER di qualche serie fa e la sua collega stronza parla con la voce di Phoebe di Friends. E potrei andare avanti per ore Ieri parlavo del bello del cinema, quando le citazioni si intrecciano ad arricchire il suo messaggio di altre tonalità, quasi subliminali, ma qui il problema è un altro: è l'inevitabilità della citazione non voluta, dei limiti sempre più vistosi dell'universo della fiction davanti a ritmi di produzione infernali e incalzanti. Riprendendo quello che diceva Eleo su Pulp Fiction, la pubblicità dei Pavesini mi sta simpatica perché è una bella idea - e le fanciulle sono niente male *grin* - o per la colonna sonora, che è quella del ballo tra Vincent e Mia?

Gli echi si moltiplicano, si rifrangono, si accavallano. E la cacofonia è sempre più vicina.

sabato 16 aprile 2005

Be coolEbbene sì, mi si impone un'autosmentita! Tempo fa avevo affermato che Uma Thurman non mi piace, supportato in questo dal buon Gianluca e, se ci ripenso, confermo che nella gran parte dei casi rimane vero. Nella gran parte dei casi, tuttavia, non rientra la chicca di stasera, dove la nostra è veramente bella, senza faccine né altri aggettivi! E non è la sola a vivere uno stato di grazia. John Travolta è mitico (ed è un aggettivo che non uso mai!), occhi luminosi e aplomb ineccepibile e la gran parte del cast è all'altezza, anche se i momenti migliori arrivano come tragitti secondari.
È belllissimo quando il cinema consacra se stesso non a sproposito, ma riuscendo a sommare magia a magia. Nella lunga sequenza di ballo tra i protagonisti torna alla mente, con tutto il suo carico di atmosfera, la scena cult di Pulp fiction, e il piacere che ne viene è quasi struggente. Mentre uno degli stratagemmi messi in atto da Chili
Get shortyPalmer - già interpretato dal buon John in Get shorty, con risultati analoghi - colpisce come uno splendido pugno allo stomaco. È quando la sua protetta (un'appetitosa e dotata Christina Milian) canta un brano con Steven Tyler (as himself) durante un concerto degli Aerosmith. Bastano due gesti del vecchio leone e, nonostante la giovane ninfa, non hai occhi che per lui, con le sue bandane dai mille colori sull'asta del microfono e la voce inconfondibile. E la regia ti riporta tutto l'incanto del concerto e la nostalgia per non esserci stato, né lì, né altrove, perché in tanti anni non li hai mai incontrati, anche se ti accompagnano da quando ti ricordi. E tornano canzoni come Remember (Walkin' in the Sand), Cry Me a River, Dream on o, più vicino, Jaded e anche lì le vibrazioni si sommano e il film diventa un ipertesto nel tempo e nella cultura. I romanzi di Elmore Leonard che ne sono la base, i personaggi del variegato mondo della musica della West Coast, le storie degli attori e dei film che riemergono... Gran cosa il cinema quando hai un po' di chiavi adatte per entrarci dentro!
 Genere basso per genere basso, tanto vale! Dopo i serial, passiamo a un'altra cosetta di gran gusto che gira da un po'. Parlo, mesdames et messieurs, nientemeno che di un impiegato di colei che porta corona, Morte in persona! Parlo cioè di John Doe...
John e TempoHo scelto questa copertina perché accanto al Nostro c'è la splendida Tempo Devo ammettere che uno dei motivi per cui questo fumetto mi piace, al di là del patchwork elevato ad arte e della citazione in agguato in ogni scena, è la scelta di presentare entità e concetti con cui non abbiamo un buon rapporto - Tempo, appunto, Morte e consimili metafisicherie - sotto una luce inedita. Nel caso specifico decisamente attraente!
Ci si potrà anche tornare, ma il punto focale di un interesse non solo estetico al lavoro è che tratta con leggerezza uno dei temi horribili della nostra cultura, quella morte invisibile e sempre in agguato, che rivela invece nelle tavole dei tanti disegnatori che si sono avvicendati all'opera il fascino perverso che le compete.
Tanto per dare un'idea del gusto citante degli autori ecco un dettaglio di un incontro recente. L'altro vi ricorda qualcuno?
John Doe
Alle volte ti infuri, poi ci pensi su e decidi di lasciar correre. Che so? La commissione congiunta Italia-USA sul caso Sgrena, Wolfowitz alla Banca Mondiale, la tricologia di Berlusconi: non vale la pena, c'è già chi fa sufficiente controinformazione sul Web! Altre volte, invece, hai la sensazione che persino la prodigiosa memoria della Rete perda colpi e ti dici: questa quasi quasi ci vuole...
E così, in occasione della pubblicazione del capolavoro qui accanto, sono andato a farmi un giro, alla ricerca di notizie sul primo romanzo pubblicato dall'eccellente consorte di Francesco Alberoni, Il giardino del paradiso. Non c'è quasi più nulla, se non nell'archivio di TIME Magazine, su una storia che fece scalpore anni fa, con servizi su Newsweek e altri giganti della stampa estera, in cui si sottolineavano i passaggi copiati di sana pianta da Via col vento, tanto che i soldati italiani avevano l'uniforme dei sudisti È bello vedere che lo scandalo, di cui in Italia si seppe molto poco, chissà perché!, non ha esaurito la vena creativa della Nostra, tanto che mi si affaccia l'idea per un concorso...

CHE ROMANZO C'È STAVOLTA DIETRO LA MONTAGNA DI LUCE?

Orsù, vagabondi del web: per il primo che saprà darci lumi un premio di qualche genere ce lo inventeremo pure, no?

venerdì 15 aprile 2005

Desperate Housewives
Muy bien forte del post di pochi minuti fa stasera mi cimento con un genere meno "alto", ma molto molto interessante. A prescindere da un forte pregiudizio al quadrato (cioè un pregiudizio verso un pregiudizio) che già avevo tirato in ballo tempo fa, i vari serial in cui ci si imbatte ultimamente sono uno strumentodi rara efficacia per orientarsi nelle maree montanti della nostra ribollente cultura. Oltre a dare a volte dipendenza, stimolare una curiosità un tantino malata e a concorrere a volte a strutturare un tantino l'andamento della settimana
Nip/TuckVogliamo parlare per esempio dell'eccellente serie sulla chirurgia estetica e le sue (dis)avventure in cui si è rincontrato con grande piacere il cattivone infernale di Streghe? Insieme a Bisturi ha costituito la sanzione inequivocabile dell'attuale centralità del remake nelle strategie e nei valori della cultura. Un vero testo di sociologia senza troppe rotture di palle, cosa che può dirsi anche delle nostre cinque sciagurate. Magari in minore... C'è qualcosa in Wisteria Lane che non mi convince granché, un atteggiamento di fondo moralistico e bacchettone che il duo Troy/MacNamara metteva in fondo alla berlina, pur spandendone gli effluvi a piene mani. Qui invece è subdolo, in tono con l'orientamento della moral majority a stelle e striscie. E' comunque un'utile cartina tornasole del clima USA.
CSI
Su questa il discorso è un tantino più complicato, credo che alla fine chiuderò un saggetto che ho in piedi da un po' e lo linkerò qui in pdf. Per non lasciare il tutto troppo in sospeso, è una serie schizofrenica: da una parte ritualistica al massimo, quasi scientistica nel culto del dato e della tecnologia ("le prove ci diranno la verità"); dall'altra autoironica fino alla ferocia nel dimostrare quanto l'adorazione delle prove possa portare a errori marchiani. L'originale è per il momento di gran lunga migliore dello spin off di Miami, mentre siamo ancora in attesa della squadra di New York, capitanata dal bravo Gary Sinise,
Gary Siniseindimenticato Stu Redman in The Stand, tratto dall'omonimo capolavoro del maestro Stephen King. Su 24 credo che tornerò con più calma in un'altra occasione, mentre vado a chiudere questo special sulla serialità con una delle cose più recenti a disposizione del pubblico pagante (ahimé, dopo lunga lotta siamo stati costretti a soccombere *sigh*) di Fox.
Lost cres
Sto parlando di Lost, che la navigata di questa notte mi rivela particolarmente presente su numerosi altri blog (qui uno per tutti). Al di là dell'apertura a mistero e panorami meno asfittici della città e dei suoi incubi più recenti, quello che più mi ha colpito in proposito è la struttura da roleplay live, che sfida ogni legge probabilistica per ammucchiare nello stesso casino personaggi che definire insoliti è dir poco. Finora però il cocktail è nient'affatto male
Proprio perché ho percorso questo cammino senza strade obbligate ho potuto accedere alla cultura delle persone colte. Questo non vuol dire che la "cultura della rue" è roba da museo della mia infanzia: continua ad ad affascinarmi, ed è grazie ad essa se non ho quella forma di disprezzo culturale tipica degli intellettuali che provengono dalle classi "bene" della società, quelli che non hanno neanche fatto mai una passeggiata sui grandi viali popolari; le canzonette, i romanzi cui è negata dignità letteraria, i film non da cineteca e, oggi, alcune serie televisive, bene tutte queste cose continuano ancora ad attrarmi.

Edgar Morin, I miei demoni, Roma, Meltemi, 1999, p. 22.

lunedì 11 aprile 2005

Ho la netta sensazione che ci sia qualcosa che non va in una cultura dove un sorriso viene scambiato per un'occasione di mettere in mostra i denti
Di un'attualità sempre più bruciante...

Le leggi fondamentali della stupidità umana

1) Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione;

2) La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona;

3) Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé, o addirittura subendo una perdita;

4) Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore;

5) La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.

Carlo M. Cipolla, Allegro ma non troppo, Bologna, il Mulino, 1988, pp. 41-77.

domenica 10 aprile 2005

Che pasticcio Bridget JonesChicagoCos'hanno in comune questi due film? Una protagonista camaleontica Non solo 15-20 kg in più dal secondo al primo (che tra l'altro è stato il film della serata), ma un linguaggio del corpo assolutamente diverso: non sospetteresti mai che Bridget Jones è la stessa vamp che strazia il povero Mr. Cellophane a Chicago, quella che balla e ti fa dimenticare la Zeta-Jones - ma quante Jones stasera, adesso che ci faccio caso
Cmq un filmetto carino, con Colin Firth che incarna la quintessenza dell'inglesitudine e Hugh Grant che non sta invecchiando granché... Il Richard Gere di ieri sera è proprio tutto un altro discorso

sabato 9 aprile 2005

Quattro chiacchiere con gli amici, profitterolles e prosecco, dopo una giornata che si è distinta per la particolare tritatura di gonadi cui ti ha sottoposto... Ecco, questo è il film giusto per accompagnare il tutto Tre primi attori che nel complesso lasciano piuttosto freddi, un finale talmente politically correct da dover essere sconsigliato ai diabetici, ma due comprimari di tutto rispetto: uno strepitoso Stanley Tucci, ballerino in incognito (o meglio in disguise) e Lisa Ann Walter, una extra large di energia!
E con oggi inauguriamo una nuova categoria di post, di argomento musicale. Due parole sull'ultimo album dei Green Day, American Idiot: li avevo amati ai tempi di Dookie, ma avevo pensato che sarebbero finiti lì, una delle tante band che sparano un capolavoro e tanti saluti. Questo disco del 2004, invece, è una delle cose migliori che sento da anni: uno stile maturo, capace di formati e sonorità diversi ma uniti in un contesto dove tutto trova il suo spazio. Un gran bell'ascolto e un tocco di rabbia antisistema che non guasta

Don't wanna be an American idiot.
Don't want a nation under the new media.
And can you hear the sound of hysteria?
The subliminal mindfuck America.

Welcome to a new kind of tension.
All across the alien nation.
Everything isn't meant to be okay.
Television dreams of tomorrow.
We're not the ones who're meant to follow.
Well that's enough to argue.

Well maybe I'm the faggot America.
I'm not a part of a redneck agenda.
Now everybody do the propaganda.
And sing along in the age of paranoia.

Welcome to a new kind of tension.
All across the alien nation.
Everything isn't meant to be okay.
Television dreams of tomorrow.
We're not the ones who're meant to follow.
Well that's enough to argue.

Don't wanna be an American idiot.
One nation controlled by the media.
Information nation of hysteria.
It's going out to idiot America.

Welcome to a new kind of tension.
All across the alien nation.
Everything isn't meant to be okay.
Television dreams of tomorrow.
We're not the ones who're meant to follow.

Più sta e meno mi va di andarci, negli States...

Ho appena sentito Pippo Baudo - meno male perché ero in pensiero! - che parlava del suo ritorno in tv "Si scopron le tombe, si levano i morti..." Ho un solo dubbio: quali sarebbero l'eleganza e il buongusto degli spettacoli del sabato sera?

venerdì 8 aprile 2005

Tutto è cominciato per colpa di questa donna!
Erica PriorWanted, oserei dire, visto che in tutto il web ho trovato solo questa foto, dopo aver tentato invano di rubare alcune inquadrature che rendevano molto meglio l'idea dal film in divx che ho appena finito di vedere, ossia Chromiumblue.com, del quale non posso proporvi la locandina perché NON C'È Per chi fosse interessato, cmq, il sito è abbastanza esplicativo... Ho scoperto, dopo la visione, che Zalman King l'ha tratto da una serie tv molto "sexed-up", come dicono le recensioni (ci sono pochi link perché parliamo evidentemente di personaggi a) misteriosi; oppure b) poco interessanti), della quale era regista e produttore. Come del film in questione. L'aggettivo è adeguato, sebbene si tratti principalmente di softcore patinato, ma la cosa interessante è il montaggio: un mix di videoclip, glamour, documentario National Geographic, con caratteri in Flash in sovrimpressione e tutti i trucchi e le citazioni del mestiere. Fotografia grandissima e notevole godimento estetico. La trama, razionalmente parlando... Diciamo che non è il punto forte Una fiaba con principessa - veramente niente male, anche come recitazione - e principe purtroppo un po' farlocco, secondo me molto Jim Morrison vorrei ma non posso.
Jim MorrisonAssolutamente niente di comparabile al Val Kilmer di The Doors, che era veramente nei pressi del Re Lucertola... Ah, bei tempi!
The DoorsGiorni chiuso in camera a bombardarmi di rock psichedelico leggendo le sue poesie, giuro senza bisogno di nessun altro stupefacente

I'll tell you this: no eternal reward will forgive us now for wasting the dawn

Sì, decisamente altri tempi, ma cmq riprendo e concludo. La creatura da cui siamo partiti, Erica Prior, l'avevo già incontrata in un altro film non so se di culto, ma di certo sconosciuto ai più, dove la sua recitazione si faceva veramente apprezzare.
Second nameHorror non male, la trama rivela un'atmosfera molto lovecraftiana, tant'è vero che la scoperta finale della derivazione da un racconto di Ramsey Campbell viene più come una conferma che come una sorpresa. Tra l'altro, in questi tempi di Codice da Vinci una variazione su trame esoteriche originale e, soprattutto, con un finale molto fuori dagli schemi!
N-O-N N-E P-O-S-S-O P-I-U'


E' per questa semplice ragione che avanzerò una proposta. Perché non rendere felici con un sol colpo diverse centinaia di migliaia - per non dire milioni - di romani e svariate decine di milioni di americani?


SPOSTIAMO CITTA' DEL VATICANO IN TEXAS!!!


lì, tra Sonora e Del Rio (ridente località cantata tra l'altro dai Blue Oyster Cult), c'è tanto spazio libero e selvaggio da colonizzare, evangelizzare, strappare ai pellerossa per la seconda volta... Insomma, tutto ciò che la Curia può sognare e soprattutto lontano dal centro di Roma, con la possibilità di costruire un aeroporto internazionale ad hoc per orde di pellegrini polacchi, cattolici italiani furenti e le mille altre sigle che compongono la variegata galassia dei Papa boys and girls

Guardate se non sarebbe perfetto...





giovedì 7 aprile 2005

Un post al volo, per recuperare un paio di giorni di arretrati perugini Non molto da dire, in effetti, trattandosi stavolta di due commedie leggere, particolarmente adatte a seguire ore e ore di lezione (in cui il professore ero io, per chi capitasse a leggere queste righe e tendesse a confondere i ruoli )
Manuale d'amoreQuesta, da un'idea di Vincenzo Cerami, è riuscita perfino a riconciliarmi col fratello piccolo di Muccino, che usualmente mi scuote i nervi con la sua zeppola e l'espressione poco variabile. Si vede che il tempo contenuto in cui compare è omeopatico o che effettivamente avevo proprio bisogno di svago...
Gli altri episodi sono gradevoli, con alcune battute che andrò a ricercare e a proporre come perle, perché meritano, ma quello di Verdone è veramente all'altezza dei suoi tempi migliori. Il momento in cui bussa alla finestra dei vecchi vicini della sua infermiera, dal cornicione del palazzo è esilarante
Quando meno te l'aspettiQuest'altra, invece, pur proponendo spunti di attualità come la condizione delle mamme lavoratrici, li tratta talmente da sfondo da farli perdere del tutto di vista. La storia di una Bildung forzata, tanto Hollywood, ma interpretata da lei, un vero gioiellino, Kate Hudson, figlia d'arte di Goldie Hawn e brava ragazza con un tocco di porcellitudine che non guasta affatto *arf, arf*
Almost FamousLa ricordo, tanto per tirare giù qualcos'altro dalla soffitta, in un film di qualche anno fa (2001), con una gran colonna sonora e molte altre cose al posto giusto. Da allora, la rivedo sempre con piacere...