domenica 3 aprile 2005

E va bene! Non vado proprio in giro per casa accendendo le luci, ma poco ci manca Un horror decisamente degno di questo nome, visto sul portatile per problemi di audio, ma questo non ha fatto che aggiungere tensione a tensione: l'ascolto in cuffia è maledettamente efficace in certi casi. Ottime atmosfere, nessuna paura di mostrare le terribili presenze che perseguitano gli ignari - che sono terribili sul serio - soprattutto nessuna pietà. La totale mancanza di un eroe buono in grado di risolvere la questione è del tutto orientale, l'ineluttabilità che avvolge tutto il film è ingrediente fondamentale della sua forza. Nessun riscatto, nessun happy ending, solo un rancore insaziabile che giustifica appieno il titolo. Nel complesso da consigliare senza remore agli appassionati e ai curiosi del genere, come ancheThe Ring, citato quasi
direttamente nelle fattezze dello spettro femminile, che mantiene però una continuità narrativa e un desiderio di soluzione dell'orrore che in Ju-On mancano del tutto.
Due buone ragioni per esplorare il cinema giapponese non troppo paludato, che si avvicina molto all'occidentale - pochissimi caratteri designano le case come giapponesi, a parte l'inevitabile futon - e mantiene tuttavia una sua specificità affascinante. Del cinema in costume parliamo un'altra volta, notte...

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