domenica 17 aprile 2005

Ci avevamo mai pensato allo stratificarsi dell'esperienza estetica della televisione e ai cortocircuiti che porta con sé? Io credo proprio di no. Eppure gironzolo e vedo Las Vegas e sotto il braccio di James Caan c'è il padre di Zack, il marito della suicida di Desperate Housewives e uno dei croupier ha la stessa voce del vice palestrato di Gil Grissom in CSI... Vabbè passi, zappo via e mi trovo in una serie mai vista su Italia Uno, ma il poliziotto cattivo è il marito con l'AIDS dell'infermiera carina di ER di qualche serie fa e la sua collega stronza parla con la voce di Phoebe di Friends. E potrei andare avanti per ore Ieri parlavo del bello del cinema, quando le citazioni si intrecciano ad arricchire il suo messaggio di altre tonalità, quasi subliminali, ma qui il problema è un altro: è l'inevitabilità della citazione non voluta, dei limiti sempre più vistosi dell'universo della fiction davanti a ritmi di produzione infernali e incalzanti. Riprendendo quello che diceva Eleo su Pulp Fiction, la pubblicità dei Pavesini mi sta simpatica perché è una bella idea - e le fanciulle sono niente male *grin* - o per la colonna sonora, che è quella del ballo tra Vincent e Mia?

Gli echi si moltiplicano, si rifrangono, si accavallano. E la cacofonia è sempre più vicina.

2 commenti:

  1. Posso spostare l'attenzione? La domanda proposta si lega ad un'altra che mi preme assai. 'You Never Can Tell' è ricordata come colonna sonora del ballo di V&M o come pubblicità dei pavesini?

    Le pubblicità, più ancora delle fiction, sanno sfruttare bene intrecci e citazioni 'rubandole' ai legittimi proprietari. E il fruitore elettroencefalogrammapiatto fa diventare 'Hymn' di Vangelis 'LA BARILLA', o 'One of These Days', dei Pink Floyd ,'DRIBBLING'...

    La cacofonia si adatta a molti punti di vista... :o)

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  2. In poche parole, c'è un gran casino...


    Saluti!


    Alain,

    iodio.

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