giovedì 21 luglio 2005

Tempo di vacanze! Ringraziando gli dèi, aggiungerei, visto che eravamo veramente agli sgoccioli Profitto per un ultimo saluto generalizzato agli aficionados e peruna punta di autopromozione: chi fosse interessato a una cosa un po' più seria su Cassandra Wilson può andarsela a leggere qui, sul sito di Xtm. Chi invece non ne avesse abbastanza delle mie farneticazioni, può leggersi un'intervista col sottoscritto realizzata dal buon Paolo Ercolani e pubblicata su Caffè Europa. Niente di complicato, basta cliccare qui A presto, e sebbene mi dolga dirlo, sarà decisamente troppo presto *sigh*

martedì 19 luglio 2005


Il biglietto non è assolutamente all'altezza dell'evento, giuro. Come commentavamo adesso con un amico "Fortuna che ogni tanto si trova ancora un concerto che ti emoziona!" e sono parole sante Ho raramente ascoltato un mix sonoro di simile livello, degli artisti di così alta qualità capaci di virtuosismi spericolati e di accompagnamento in minore, appena accennato, a dimostrare che il volume è anch'esso uno strumento e tenerlo sempre al massimo è da idioti, o da manovali della musica. I pizzicati di banjo e di chitarra, le percussioni suonate con delicatezza quasi erotica e, soprattutto, la voce di Cassandra Wilson, capace di meraviglie che pochi altri possono permettersi, funambolica nel passare dal pianissimo all'acme, dalla melodia al ringhio. in parole povere, una meraviglia!

domenica 17 luglio 2005

So che molti non saranno d'accordo e prevedo anche alzate di spalle o smorfie di totale disappunto, ma io adoro Jim Carrey! Da The Mask a Una settimana da Dio, passando per The Truman Show, Man on the Moon e Io, me & Irene, è versatile, camaleontico, capace di mediare un talento farsesco esagerato in interpretazioni magistrali. E pazienza per Ace Ventura, d'altronde anche Sean Connery ha girato Il primo cavaliere In questa allucinazione collettiva di gran classe, rifulge accanto ad altre perle nel cast - tipo Meryl Streep e Dustin Hoffman, tanto per dire - e ci si immerge bene, quasi a scomparire nell'arabesco gotico dove probabilmente la cifra è di rigore e varrebbe quasi la pena di decrittarne qualcuna, dal cannocchiale-testimone al malefico occhio solare. Un ingannevole film per ragazzi, con in filigrana begli strali contro l'ipocrisia e la cecità degli "adulti", che si confermano merce sempre più rara di questi tempi, e un'attenzione per il dettaglio che giunge fino agli incantevoli titoli di coda, che consiglio di sorbire in tutta calma, prima di spegnere il lettore


mercoledì 13 luglio 2005

KinseyBeh, che dire... Bel film, di quelli che ti mettono a disagio perché non riesci a credere che solo cinquant'anni fa stessero così e ancora di più perché ti rendi conto che in tutti questi anni non è cambiato molto... Sembra che sia cambiato, forse, ma il vecchio tarlo è tutto ancora lì, nella marea montante del porno, nell'onnipresente e soffocante aria peccaminosa che opprime ogni comportamento appena fuori dalla norma - sempre rigorosamente in pubblico, perché del privato Dio ci scampi, in piena classica tradizione da sepolcri imbiancati così comune in questo povero paese - nella smania classificatoria e tutto sommato conformista del povero don Chisciotte Kinsey, col suo milione di vespe delle galle e di poveri esseri umani più o meno disperati. Misurati e incolonnati nella migliore tradizione del riduzionismo occidentale, ridotti a tabulati e tante cifre rassicuranti. L'amore o il mistero dell'incontro e della seduzione ridotti a comportamento fisiologico, come in tutti gli altri animali fornicatori del mondo. Noi tutti ridotti allo stremo, al lumicino, a pezzi, ridotti in fin di Vita... E sì che la lingua non lesina esempi su cosa accade a furia di ridurre, ma noi probabilmente siamo troppo intelligenti, acuti e sofisticati per darle retta! Un ottimo film da cineforum, durante la proiezione del quale, a tanti anni di distanza e di supposte liberazioni, mi sentirò a disagio. E questo la dice lunga...

domenica 10 luglio 2005

Simmel scriveva dell'intersecarsi delle cerchie, ma aveva in mente l'individuo. La sua è in qualche modo una rappresentazione piatta, bidimensionale del corpo sociale, come quelle che ricorrono all'antica metafora tessile: il tessuto, il tappeto, cose che si strappano... Il problema è che adesso invece ci accorgiamo di trovarci nel perlomeno tridimensionale, se non nell'enne-dimensionale. Il complicarsi dei tempi e degli spazi - non ultimi questi virtuali in cui ci incrociamo, ci incontriamo o scontriamo e torniamo a smarrirci - rende il modello quasi astronomico. Purché ci si limiti al razionale, poi, senza invocare il destino o il ka, come sostiene serenamente il mio attuale compagno di viaggio Roland di Gilead e l'intera filosofia orientale. Perché allora gli incroci vanno veramente alle stelle e il mondo ridiventa veramente quella foresta di Broceliande dove dorme e sogna Merlino... Una delle poche cose che salverei de L'ultimo Catone appena letto – con buona pace de LaMaleS – è questa frase del "cattivo" capitano della Guardia Svizzera:

"Di tutti i percorsi possibili, l'umanità ha scelto quello più triste. Non le piacerebbe di più poter credere alla musica dell'universo?"

Quando mi ricordo do conto dei tanti indizi in cui inciampo. Spero che aiuti a rinnovare l'incanto...

martedì 5 luglio 2005

Se per non sfasciare l'economia americana bisogna sfasciare il clima del pianeta, ho l'impressione che l'economia americana sia sbagliata.

lunedì 4 luglio 2005

Quello che mi rattrista di più è che, quando assisto alla vergogna cui omuncoli assortiti espongono l'immagine dell'Italia all'estero, a una prima fase di furia ne segue una tetra in cui mi rendo conto che dar la colpa a loro è ipocrita: quella è l'Italia e volente o nolente ci son dentro fino al collo. L'Italia delle battute da trivio e dei regali da cravattaro di Berlusconi, della vacuità boriosa da pennivendolo cattedratico di Pera, della perenne sottomissione agli squali della Curia...

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.

Blade TrinityOgni tanto una bella cazzatona ci sta tutta, soprattutto se esci da un pomeriggio di scrittura e mal di testa e non ti va di starci a pensare troppo su. Per sovrammercato il film è prodigo di spunti extracinematografici che ne farebbero un buon testo d'esame: l'applicazione della categoria weberiana di azione razionale rispetto allo scopo all'operato dei vampiri (che riprende in triste le batterie a componente umana di Matrix) che si sono improvvisamente accorti che la raccolta episodica è poco fruttuosa e si potrebbe ottimizzare; l'inserimento in posizione men che incidentale di prodotti da reclamizzare - nello specifico l'IPod che accompagna le scorrerie della bellona insipida Jessica Biel; un bello spunto sprecato con il coinvolgimento dei media nella strategia anti-Blade dei vampiri, con tante, tante citazioni da Batman e quindi tutto un lungo ragionamento sull'autoreferenzialità del mondo dei fumetti etc. etc. Certo, Dracula fa la figura del coglione e il buon Wesley Snipes ormai è l'icona di se stesso... Tutto sommato spero che la faccenda del "non c'è due senza tre" la chiuda qui, 'sta serie

domenica 3 luglio 2005

Niente male, davvero! Un cocktail non proprio leggibilissimo tra i migliori capitoli della saga dei serial killer americani e montaggi autoriali alla Memento, che torna alla mente anche per il bel volto stanco e poco hollywoodiano di Carrie-Anne Moss. Il cast vede un Ben Kingsley inquietante, per la prima volta che mi ricordi in odore di ferocia, e Aaron Eckhart per la prima volta che mi ricordi come protagonista. Come dicevo, in tempi in cui gli assassini sono più comuni di una persona intelligente una nuova e non ovvia interpretazione del tema fa piacere. Notevole ricchezza di effetti calligrafici e un'apertura alla Millennium su sensibilità sovrannaturali.

Fa caldo, direi che è innegabile. E la fantasia di starsene in uno studio mansardato che tende ai 40° in assenza di condizionatore e anche con quello non se la cava molto meglio tende a decrescere. Questa può senz'altro indicarsi come una delle ragioni dell'attuale rarefazione di post Altro buon motivo è che, come sempre di questa stagione, la vita notturna romana offre miriadi di possibili svaghi e si tende a coglierli, come il concerto dell'altro ieri alla cavea - all'aperto, quindi! - dell'Auditorium, uno dei pochi motivi di orgoglio degli ultimi vent'anni: Joe Jackson, insieme a Todd Rundgren e ad un quartetto d'archi di nome Ethel, decisamente notevole. Concerto lungo: una parte per uno ai musicisti, poi combinazioni da due, poi alcuni pezzi all together. Secondo me anche concerto di grande spessore. In primo luogo concerto e basta, strumenti e pochi spot colorati d'atmosfera e un po' di misura, se non proprio sobrietà, è del tutto la benvenuta. Poi grandi personaggi. L'unico dubbio la prima parte dell'a solo di Rundgren che ha mietuto parecchie vittime tra il pubblico, non si è capito se dovuta a troppo alcool da parte sua o del supporto tecnico. Dal cambio dalla chitarra al pianoforte le cose sono andate migliorando e il finale è stato veramente entusiasmante!