lunedì 27 giugno 2005

Il fatto è che il Titty Twister non è un posto come un altro, proprio no! E pur guarnito di "passere" di ogni ordine e grado, compresa la splendida pitonessa Salma Hayek, è più che altro un posto da dimenticare... Delirio di Robert Rodriguez, una via di mezzo tra gli zombies di Romero e le iene di Tarantino, notevole psicopatico nei panni di Ritchie Gecko. Castone, se mi passa la bruttura, con Harvey Keitel e George Clooney non ancora divo inavvicinabile, sporco, sdrucito e propenso al torpiloquio. Carina perfino l'implume Juliette Lewis, in un'apoteosi splatter che già rivela il gusto per Sin City.

lunedì 20 giugno 2005

Sarebbe probabilmente il caso di far vedere Dolls a quella speranza del cinema italiano che è Paolo Franchi, così, tanto per fargli capire come fare un film sulla disperazione e la malinconia e non una cazzata snervante come la sua ultima produzione Non che questo sia leggero, né autoevidente. Lo si potrebbe mostrare con profitto anche a quelli che temono l'omologazione americaneggiante, a partire dalle splendide e inquietanti marionette del titolo e dalla teatralità che le accompagna per arrivare alla perfezione da stampa giapponese dell'ultima inquadratura, zen nella sospensione del destino che raffigura. Pochissime parole, la natura protagonista assoluta con colori e atmosfere magici, pochi barlumi di speranza subito brutalmente spenti.
Batman BeginsSarà forse per la poca brillantezza del periodo o per l'antica affezione a ciò che prima non era mainstream - anche se ormai direi che lo è diventato in pieno - ma ultimamente le cose migliori che vedo al cinema vengono da fumetti: più o meno diffusi ma comunque fumetti, Constantine e Sin City sopra tutti. Così, pur non essendo particolarmente amante dell'eroe pipistrello, devo dire che questa ennesima versione gli rende molto giustizia e si lascia gustare senza sbavature: è vero che è un Batman molto influenzato dalla lezione di Frank Miller e quindi meno DC Comics dei suoi inizi, ma tutto sommato chissenefrega Il solo dubbio, tanto per cambiare, è sul protagonista, Christian Bale, che credo sia qui al primo ruolo di protagonista in un film di cassetta e non posso dire brilli di un'espressività che resta impressa. È pur vero, tuttavia, che il nuovo stile di Batman propende molto per questa versione macerata-furente e quindi forse non è del tutto colpa sua. Assolutamente insignificante
Teaching Mrs Tingle la nuova fiancée di Tom Cruise, Katie Holmes, che mi permette tuttavia di rievocare una vecchia - si fa per dire, 1999! - pellicola di gradevole visione, una delle prime a inaugurare il filone feroce Tornando al buon Batman, assolutamente fantastici i comprimari, tra i quali svetta, secondo me, un eccellente Michael Caine!

lunedì 13 giugno 2005

Sono stanco, in parte stupito di questo ciclo di marea che arretra, in parte - con una briciola di saggezza - cosciente dei tanti motivi e delle tante radici non razionali. Mi chiedo, sulla scorta di questa stanchezza: è giusto, in un tempo in cui nulla è più stabile, che diritti fondanti come il voto e la partecipazione debbano restare blindati, nonostante ogni comportamento ad essi contrario? Non sarebbe più equo che chi dimostra tanto disinteresse a esprimere il proprio parere venisse privato della possibilità di farlo? So che non siamo capaci di trovare metodi selettivi per l'esercizio della democrazia, che il rischio è di attribuire poteri di censura a un'oligarchia o di ricadere nella logica del censo (ricadere? ce ne siamo liberati?). Credo però che la prassi democratica possa essere metro a se stessa e credo di non voler essere riunito ai tanti che, per mille motivi, rinunciano a una conquista tanto faticosa e dura. Perché non cancellare dalle liste, pro tempore per carità, chi dimostra inequivocabilmente di non aver alcun interesse a farne parte? Oggi non credo che qualcuno abbia vinto, ha solo perso la democrazia, o l'idea che ci ostiniamo ad averne.
Sin CityEbbene sì, in un giorno come oggi questo era proprio il film adatto. Bello, spietato, feroce, ironico, in un certo senso immenso. Qualcosa per cancellare lo squallore di ieri sera e il disgusto del pomeriggio, qualcosa di archetipico e di tonico, che ti mandi in giro esilarato per un po', senza l'usuale fastello di scuse, alibi intellettuali, attenuanti a tutti i costi. Qualcosa che in un altro modo ti sbatta in faccia la merda del mondo e ti mostri che pullula di fiori, più nelle città del peccato che nei sepolcri imbiancati...
Chapeau a Frank Miller, al sodalizio Rodriguez-Tarantino e alla pletora incredibile di attori secondo me felici di poter girare cinema senza seghe mentali e perciò splendidi. In particolare un leonino Mickey Rourke, veramente inaudito!

Ha quasi del miracoloso come riesca ancora a stupirmi, pur vivendo a Roma ed essendo romano da secoli (e non dico per dire ), della sublime ipocrisia della Curia e dei suoi inossidabili esponenti. Pur in un giorno tanto triste non c'è verso di non sorriderne...

E ora dovremo sopportare lo spaccio dell'oscena strumentalizzazione dell'eclisse della coscienza civile italiana per brillante vittoria politica...

domenica 12 giugno 2005

Se fosse possibile, ripristinerei i vecchi campi di rieducazione maosti Ho sempre più la netta sensazione che gran parte di quello che si dovrebbe chiamare ceto intellettuale necessiti di qualcosa di forte per riaversi da uno stato di stupefazione e autocompiacimento assolutamente insopportabili. Questo capolavoro l'hanno premiato non so se in sei o sette festival ed è una sagra di cliché degna di una caricatura: il malessere esistenziale, la tristezza cosmica, la fomalizzazione degli scambi da Bergman dei poveri. Non ne posso più di personaggi macerati, timidi, incapaci di stabilire un rapporto umano e al tempo stesso spontanei come un agente delle pompe funebri. Paolo Franchi, dopo quest'opera, dovrebbe farsi almeno cinque anni a Hong-Kong, a girare b-movies di kung-fu e prostitute seminude, sfigate ma almeno ironiche e divertenti. Qualcuno mi spieghi, pls, perché la denuncia di un triste clima culturale dev'essere infinitamente più triste e pallosa del clima stesso! Chi diavolo era quello del "Sarà una risata che vi seppellirà!"? Bei tempi, cazzo

sabato 11 giugno 2005

A ogni concerto manca una canzone! Per quanto siano bravi, per quanto sembrino in sintonia proprio con te, quell'assenza rimane. A volte ti rovina la serata - l'attesa per ogni nuovo brano, la paura crescente di non sentirla, queste cose qui - altre volte ci si fa pace bene. Ieri sera è stata della seconda categoria



E dire che le canzoni mancanti di fatto erano due *sigh* Daysleeper e Find the River, due pezzi secondo me irrinunciabili. Ma che fai, non li perdoni? Un palco splendido, luci e colori che non rubano mai la scena ma accompagnano ogni pezzo con gusto, creando una gran bella atmosfera, passando dal rumore bianco di Bad Day ai grattacieli di Leaving New York, ai lampi cobalto di Electron Blue... E poi tutti loro, con il buon Stipe mascherato in testa, grandi, fedeli a un livello di qualità che si incontra raramente, innamorati di canzoni vecchie e nuove allo stesso modo, tanto da costruire una scaletta che parte dal 1988 e arriva ad oggi, senza sbavature, con lo stesso entusiasmo e un'identità cangiante ma solida. Veramente un gran concerto!
Michael StipeIn seconda battuta: non c'è verso, per il momento, di trovare una foto del nostro con la maschera di cui parlavo sopra. Nel mentre che ci lavoro, però, ho trovato questo bel primo piano e quindi intanto lo posto. Se qualcuno, infine, fosse interessato a una recensione del concerto appena più professionale, può cliccare qui

giovedì 9 giugno 2005

Gianfranco Fini, accendendosi uno spinello, si è detto soddisfatto per la liberazione di Clementina Cantoni e ha dichiarato: "Se tornasse in Italia per tempo, voterebbe 3 sì e un no!"

mercoledì 8 giugno 2005

Non sono uno cui manca l'immaginazione, ma credo di esser debole quanto a capacità di immedesimarmi: proprio non arrivo a capire come a qualcuno possa venire in mente l'idea di fare uno scherzo a un amico scaricandolo a metà prezzo dall'apposito servizio telefonico. Uno scherzo non è contestuale? Non nasce da una situazione, da un momento vissuto in comune, dalla memoria di un rapporto? O è diventato qualcosa che si fa perché si deve, perché ci si aspetta che ogni tot sms uno sia spiritoso? A volte spero che la fine di questa cultura arrivi rapidamente e la lunga agonia si concluda con un minimo di dignità...

lunedì 6 giugno 2005

Figuratevi che in Internet, del film di stasera, non c'è praticamente traccia! E così, tenendo fede alle osservazioni di ieri sera, ho pensato di mostrare l'unica cosa decente che ci si poteva trovare Il che permette di riprendere anche la vecchia abitudine degli avvistamenti: la biondina qui accanto è stata per molte puntate l'amante del buon Julian McMahon in Nip/Tuck, serial che raccomando caldamente per trama e contenuti sociologici - e non sto scherzando. Parliamo del vecchio Cole di Streghe, nonché di uno dei detective protagonisti di Profiler, ormai roba da antologia, un signore del serial E Starship Troopers II - Hero of the Federation, la bufala appena vista, vanta anche un'altra presenza da tanti punti in questo nuovo Dove l'ho visto? Richard Burgi, altrimenti noto come The Sentinel. Insomma, a parte queste piccole soddisfazioni a latere, il film non ha nulla: se il primo era un buon b-movie, qui siamo molto più giù nell'alfabeto: tanto splatter, sanguinolente allusioni sessuali, un paio di nudi gratuiti - ma niente male comunque *grin* - di Kelly Carlson qui accanto, forse un paio di battute memorabili che tuttavia ho già dimenticato

domenica 5 giugno 2005

Oggi straordinari  Da una parte ho finalmente chiuso i conti con il recupero di Guerre stellari nelle sue disparate fogge - se qualcuno dovesse conoscere altri affioramenti della saga me lo dica pls, non vorrei lasciare un lavoro a metà  Dall'altra ho evaso una pratica in sospeso da tempo, del genere teen-horror, che aveva un solo pregio: i personaggi erano talmente malfatti e stronzi che vederli morire irrancidendo era quasi un piacere *grrrr* Il solo dispiacere, come accade comunque quasi sempre in casi del genere viene dallo spreco estetico-erotico delle fanciulle sacrificate al cattivo di turno. In questo disdicevole esempio, le due bimbe si decompongono letteralmente e il cuore sanguina. Per il resto, citazioni da altri film ben più strutturati e comicità involontaria. Niente di cui valga la pena parlare. Al confronto The Blair Witch Project  era un capolavoro - e ho detto tutto! - e Scream passibile di Oscar ed altri riconoscimenti internazionali


Prendo spunto da un commento di Gianluca per cercare di chiarirmi le idee. Quel che chiamiamo "arte" è un'esperienza complessa, in parte razionale, in parte estetico-emozionale Ed è questo, credo, che lui intende quando parla del fatto che "l'opera è un vero e proprio linguaggio, una parola che traduce il modo di vedere la realtà o l'irrealtà dell'artista, ma è anche fonte di sensazioni nel fruitore..."

Il problema oggi sta proprio in questa articolazione complessa dell'esperienza che molti degli "artisti" - preda dell'ormai familiare riduzionismo occidentale - hanno del tutto dimenticato. Davanti a moltissime opere contemporanee non ci sono sensazioni, se non l'interrogarsi su "cosa avrà voluto dire?" che è segno certo dell'assenza d'arte in ciò che si sta guardando. Una collezione di strisce di pneumatico appese in fogge vagamente antropomorfe o la sequenza di Fibonacci in numeri di neon possono incuriosire, ma sul piano prerazionale non esistono, non hanno vibrazioni di alcun genere. Non resta che tentare di ricostruire il percorso - di norma contorto ad arte *grin* - seguito dall'autore per assemblarle. E in questo assemblare concettuale manca anche qualunque ruolo materiale dell'artista. La sostanza dell'opera d'arte e il gesto che ne è sempre stato alla base sono scomparsi, fagocitati dal solipsismo della ragione.
Avere parecchi anni alle spalle ha dei pregi. Non molti, ma qualcuno sì Ad esempio puoi ritrovare vecchi manoscritti, come messaggi in una bottiglia temporale, di quando vivevi diverso e ricordare quei ritmi, le idee che ti portavano a imparare a memoria decine di poesie, nel tentativo di farti biblioteca vivente di quel che amavi e che già allora quasi nessuno apprezzava più.
Se ritrovi le poesie e hai nuovi mezzi, puoi cedere un po' di terreno e affidarle a una memoria diversa dalla tua, più facilmente accessibile e condivisa, a questa per esempio. E così con oggi si comincia...

Non t'amo come se fossi
          rosa di sale, topazio

o freccia di garofani
          che propagano il fuoco;

t'amo come si amano certe
          cose oscure,

segretamente, entro l'ombra e
          l'anima


T'amo come la pianta che
          non fiorisce e reca

dentro di sé, nascosta, la luce
          di quei fiori;

grazie al tuo amore vive oscuro
          nel mio corpo

il concentrato aroma che ascese
          dalla terra.


T'amo senza sapere come, né quando,
          né da dove,

t'amo direttamente, senza problemi,
          né orgoglio:

così ti amo perché non so amare
          altrimenti


Che così, in questo modo in cui
          non sono e non sei

così vicino che la tua mano sul
          mio petto è mia,

così vicino che si chiudono i tuoi
          occhi col mio sonno.

Pablo Neruda

sabato 4 giugno 2005

Non mi capita spesso di non aver voglia di scrivere, però quando succede è drastico. PROPRIO non ne ho voglia, qualunque altra cosa è più importante, urgente, oppure - ed è la cosa peggiore - la sola idea mi mette a disagio, mi fa venir voglia
Biglietto mostradi scappare, fisicamente o figuratamente a seconda dei casi. In questi giorni non starò a questo punto, ma ci vado assai prossimo. Eppure ho deciso di forzarmi a buttar giù qualche riga perché la mostra indicata qui accanto - con una delle tele più belle come emblema, un Manet - vale la pena di un piccolo sacrificio, anche se apparentemente minimo.
Ci sarebbero tracce e tracce di riflessione e studio - e non solo da un punto di vista artistico - a cominciare dal fenomeno del collezionismo e dalla "religione" del non oggettivo che lo ha guidato per decenni, ma quello che mi ha più colpito - pur nella stupefazione - è la differenza di universi che una mostra costruita sulla curiosità di un uomo riesce a dare a vedere.



La prima sala, dedicata a maestri del XIX secolo come Renoir, Manet, Cézanne e Van Gogh, presenta un'incredibile diversità di tratti e di impiego della materia pittorica, ma anche una continuità innegabile, una sperimentazione condotta su basi comuni. Anche la magnifica tela di Picasso Fernande con una mantiglia nera, una delle più belle dell'intero percorso, pur con l'emergere nebbioso della figura dallo sfondo emana un'aria familiare, sposata al genio unico.

E poi tutto salta! Un'intera parete di Kandinsky e ogni seppur vaga familiarità si rivela ingannevole, dall'estremizzazione del ritratto di gruppo in crinolina fino allo splendido Diversi cerchi. Eppure ancora è forte l'idea di arte, l'oscuro senso di perfezione che emana da tele indescrivibili, che sanciscono il divorzio da ogni possibilità discorsiva e richiedono l'esperienza diretta e muta.
È proprio qui che, secondo me, corre il discrimine con la seconda metà del XX secolo, con i nostri tempi.
L'intellettualizzazione delle avanguardie trasforma l'idea di arte in quella di enigma, di boutade, di affermazione criptica che non è possibile decrittare senza una sempre crescente preparazione teorica e - quel che è peggio - senza la condivisione dell'universo valoriale e spesso esperienziale dell'autore. L'opera d'arte non si sente più, non si sperimenta: la si deve spiegare. E l'arte scompare.
Non ovunque, certo, non sempre. La sensazione, però, è sempre più spesso di amara presa in giro, o tutt'al più di satira geniale e redditizia, come in Warhol, ampiamente rappresentato. Manca del tutto l'esperienza estetica descritta da Gadamer e provata in tante occasioni, il brivido, lo stupore a volte invidioso per l'abilità e la maestria dell'artista. A volte. In altri casi i panorami sono alieni, sognanti e affascinanti, come in Rothko, dove l'essenzialità non appare affatto l'alibi dell'incapace, ma un mezzo espressivo potente e profondo.

venerdì 3 giugno 2005

E così sia! La forza è stata con noi e in attesa che in una delle prossime sere anche lo Sforzo ci accompagni abbiamo concluso questo lungo tuffo nel passato. Devo ammettere che se di tutta la saga ricordavo poco, per questo episodio in particolare si è trattato quasi di una prima. Acc! non mi era rimasto in testa un tubo, il che mi conferma nel poco entusiasmo che la saga mi ha sempre scatenato. Sarà anche colpa del casting? Se il babbo futuro lord Fener non era entusiasmante, Mark Hamill come Luke mi lascia a dir poco freddo. E, a essere cattivi, mi pare abbia lasciato freddo anche il resto del mondo del cinema, vista la sua intensa successiva attività come doppiatore di tutto il doppiabile

mercoledì 1 giugno 2005

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...

Credo che sia una delle più belle poesie che io abbia letto in vita mia. In ossequio allo spirito del blog, non ricordo più perché mi è tornata in mente né quando, ma visto che mi è stato fatto notare che ultimamente mi sono limitato un po' troppo ai film, ho pensato di trascriverla comunque. D'altronde non credo abbia bisogno di alcun commento o motivo al di là di se stessa...
Una fase che andiamo completando pian piano, saltando il replay dei primi due che confermo ritenere insopportabili. Qui invece siamo in uno strano terreno misto di ricordi multimediali: un videogame che aveva il grande difetto di non permettere di salvare le missioni se non alla fine e che alla lunga mi ruppe tanto le palle da essere abbandonato (ma la missione contro i quattropodi sul pianeta ghiacciato era spettacolare ), una delle prossime ri-visioni, Balle spaziali del grande Mel Brooks e infine ricordi sparsi del film vero e proprio, anche se devo ammettere che non mi è rimasto in mente granché... Sarà pure che accadeva 26 anni fa? Dio che tristezza