lunedì 20 giugno 2005

Sarebbe probabilmente il caso di far vedere Dolls a quella speranza del cinema italiano che è Paolo Franchi, così, tanto per fargli capire come fare un film sulla disperazione e la malinconia e non una cazzata snervante come la sua ultima produzione Non che questo sia leggero, né autoevidente. Lo si potrebbe mostrare con profitto anche a quelli che temono l'omologazione americaneggiante, a partire dalle splendide e inquietanti marionette del titolo e dalla teatralità che le accompagna per arrivare alla perfezione da stampa giapponese dell'ultima inquadratura, zen nella sospensione del destino che raffigura. Pochissime parole, la natura protagonista assoluta con colori e atmosfere magici, pochi barlumi di speranza subito brutalmente spenti.

2 commenti:

  1. che speranza può avere chi è scagliato nel mondo per la morte... bè magari con le dovute correzioni... la filmografia del sol levante e densa di queste atmosfere "senza scampo", una corsa verso un destino che già è conosciuto fin dal principio ma che non impedisce di correre...

    Si si.. non male.... (se no a che vale essere prof) :)))

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  2. Direi che finalmente nelle nostre vite è tornato l'OTTIMISMO!


    Via vado all'UNIEURO a comprare un Frulla-Tosta-Puliscipane a 99€ in comodissime rate mensili da 0.27 cent. per festeggiare.

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