domenica 22 maggio 2011

Valzer con BashirFarci i conti. E se per riuscirci serve un docufilm d'animazione, estremamente cross-gender, va bene così. Valzer con Bashir è una lunga presa d'atto, poetica e visionaria, della presenza e del ruolo del regista in uno dei momenti più bui della storia recente, il massacro di Sabra e Chatila in Libano. Tanti anni fa, per molti naviganti e vagabondi virtuali probabilmente parole vuote. Per noi più grandicelli una notizia traumatica. Per chi c'è stato un'ombra, un buco nero della memoria, una litania di domande. "Com'è possibile," si chiede l'alter ego disegnato del regista, "che nessuno abbia fatto due più due?" Incredibile ma vero, a volte la matematica non è affatto ovvia come sembra. E le falangi cristiane sono libere per ore, per giorni, di sterminare la popolazione, tutta, dei campi sotto l'occhio distratto o connivente dell'esercito israeliano. E' una voce atipica, non la denuncia altrui peraltro necessaria, ma il tentativo di far pace col proprio passato. La scoperta che anche la piccola azione o la non-azione sono di fatto un prender posizione, un essere corresponsabili, un qualcosa che resta e disegna il percorso successivo. Un film molto bello, uno strumento di autoanalisi ad hoc, con immagini che restano impresse pur nel loro essere un accenno. Fino al momento catartico in cui non bastano più e compaiono, violenti come un colpo allo stomaco, gli spezzoni di realtà. L'orrore di una specie che, se non altro, è magistrale nel farsi male.

sabato 14 maggio 2011

Fast And Furious 5Dice "I dialoghi sono un po' deboli"... E chissenefrega dei dialoghi! Qui si grugnisce, si suda e si corre e lo si fa gran bene!!! LOL Uno splendido antidoto a ogni crisi o momento perdurante di intellettualità, Fast & Furious è la serie perfetta per un cinema fatto di adrenalina, eccitazione e istinti primari: qui in particolare, nel quinto capitolo, torniamo alla sana brutalità degli inizi che la puntata scorsa - peraltro fichissima ^_^ - aveva sacrificato al glam e al patinato. Torna Vin Diesel, l'uomo dai sorrisi più impercettibili che conosca, tant'è vero che a tratti pensi l'abbia fatto perché ci sarebbe stato bene, ma non sei granché sicuro. E accanto, o sopra o intorno, le definizioni di luogo qui creano problemi, gli hanno messo una montagna umana di nome Dwayne Johnson, il mitico The Rock, uno che sorride ancora meno, ma suda molto, molto di più! Il resto è un casting superbo e coreografie letteralmente da sballo: temo che tornerò a vedere l'inseguimento con la cassaforte perché è veramente di grandissima fichezza

venerdì 13 maggio 2011

ThorE come potevo non andarci, dopo che da piccolo era una delle mie collezioni Marvel ufficiali? LOL E come dice il mio amico Loki - tra l'altro uno dei più titolati a parlare, per ovvie ragioni - poteva andare decisamente peggio! Certo, il nostro eroe ha un'aria un tantino troppo pacioccona per i miei ricordi e per l'iconografia classica di Thor, mentre tanto per cambiare il cattivo mi pare perfetto, anche se cattivo sui generis: non riusciamo più ad avere manco un cattivo a tutto tondo, neanche il Signore degli Inganni è più adeguatamente carogna, che tristezza! A parte questo però il versante fantastico (anche con l'ausilio del 3D) è favoloso: il ponte dell'Arcobaleno, Heimdall, i viaggi cosmici sono letteralmente da sballo. La parte sulla povera Terra lascia un po' a desiderare, ma per il momento ci si accontenta, in attesa degli Avengers. Bellissimo Idris Elba - il Luther televisivo - nei panni di Heimdall.

Una rivisitazione di Heimdall

lunedì 9 maggio 2011

The Hurt LockerUn tempo per tutto. Per vedere un bel film. Per scegliere le strade. Per vivere o morire. The Hurt Locker parla anche di tempo, su diversi piani. Il tempo del rientro, scandito dalle morti e dai numeri dei giorni mancanti, come la fine della pena. Il tempo della camminata verso l'ordigno, ora lento come le ere, ora snello e veloce come la passeggiata verso un nuovo amore. Il tempo del timer, della salvezza o della dannazione. Il tempo morto, per il protagonista in particolare, un grande Jeremy Renner, dell'attesa della prossima volta. Scevro da giudizi quanto può esserlo un film sull'Iraq, va via tra denti stretti e tensione, senza troppa immedesimazione, con qualche domanda sul bordo dell'anima "E io?" "Quanto ne possiamo capire, noi che sappiamo acquistare i corn flakes, ma non siamo mai stati lì?". Con qualche eco fantastica, come la vestizione dell'artificiere, l'ultimo cavaliere intrepido che non può non avere la sua strana armatura quando va ad affrontare il drago praticamente a mani nude. Decisamente un bel film.

sabato 7 maggio 2011

Disarray In My Head - Fukari

Spesso crediamo di ottenere il massimo dal nostro cervello quando i pensieri sono ben organizzati e focalizzati, quando siamo in grado di enunciare chiaramente obiettivi e intenzioni, e il mondo sfuggente attorno a noi viene classificato secondo uno schema ben preciso. In realtà, la mente umana si impernia sul disordine a vari livelli, dall'elaborazione dei dati sensoriali alla formulazione di idee complesse. Il cervello si è evoluto per funzionare in un mondo caotico e, a volte, quando insistiamo a pensare in modo chiaro e ordinato, in realtà stiamo impedendo alla mente di fare ciò che le riesce meglio. Di fatto, quando il nostro cervello sembra riuscire a incasellare perfettamente il mondo che ci circonda, è più esposto al rischio di portarci fuori strada.

E. Abrahamson, D. H. Freedman, La forza del disordine, Milano, Rizzoli, 2007, pp. 234-235.

venerdì 6 maggio 2011

L'altro giorno ho rischiato la colluttazione con un bruto che voleva farmela pagare a tutti i costi per non aver attraversato sulle strisce. Oggi mi trovo a leggere del disordine nel traffico e del fatto che gli "attraversatori ribelli" fungono da valvole di sfogo in una regolazione eccessiva *lol* Pare anzi che, stando alle statistiche, siano molti di più i pedoni investiti sulle strisce stesse che non quelli che non ci fanno troppo caso:

"I pedoni che si trovano regolarmente sulle strisce spesso guardano dritto mentre attraversano - il segnale ha detto di avanzare, quindi danno per scontato che farlo sia sicuro. Se però questi segnali fossero forniti di note, allora recherebbero scritto qualcosa come «Walk*»

* «Ovvero: camminate pure, ma molto attentamente, dando uno sguardo agli automobilisti sulla strada a voi parallela che passando con il verde potrebbero svoltare l'angolo a tutta velocità, per non parlare dei guidatori distratti, di quelli ottenebrati dalle droghe e dall'alcool, e dei sociopatici che non hanno intenzione di lasciarvi passare neanche sulle strisce.»

Gli attraversatori ribelli, al contrario, non hanno in genere bisogno che si dica loro di muoversi attentamente e in fretta."

E. Abrahamson, D. H. Freedman, La forza del disordine, Milano, Rizzoli, 2007, pp. 217-218.


So Pedestrian by Aquiel