domenica 22 maggio 2011

Valzer con BashirFarci i conti. E se per riuscirci serve un docufilm d'animazione, estremamente cross-gender, va bene così. Valzer con Bashir è una lunga presa d'atto, poetica e visionaria, della presenza e del ruolo del regista in uno dei momenti più bui della storia recente, il massacro di Sabra e Chatila in Libano. Tanti anni fa, per molti naviganti e vagabondi virtuali probabilmente parole vuote. Per noi più grandicelli una notizia traumatica. Per chi c'è stato un'ombra, un buco nero della memoria, una litania di domande. "Com'è possibile," si chiede l'alter ego disegnato del regista, "che nessuno abbia fatto due più due?" Incredibile ma vero, a volte la matematica non è affatto ovvia come sembra. E le falangi cristiane sono libere per ore, per giorni, di sterminare la popolazione, tutta, dei campi sotto l'occhio distratto o connivente dell'esercito israeliano. E' una voce atipica, non la denuncia altrui peraltro necessaria, ma il tentativo di far pace col proprio passato. La scoperta che anche la piccola azione o la non-azione sono di fatto un prender posizione, un essere corresponsabili, un qualcosa che resta e disegna il percorso successivo. Un film molto bello, uno strumento di autoanalisi ad hoc, con immagini che restano impresse pur nel loro essere un accenno. Fino al momento catartico in cui non bastano più e compaiono, violenti come un colpo allo stomaco, gli spezzoni di realtà. L'orrore di una specie che, se non altro, è magistrale nel farsi male.

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