domenica 3 luglio 2005


Fa caldo, direi che è innegabile. E la fantasia di starsene in uno studio mansardato che tende ai 40° in assenza di condizionatore e anche con quello non se la cava molto meglio tende a decrescere. Questa può senz'altro indicarsi come una delle ragioni dell'attuale rarefazione di post Altro buon motivo è che, come sempre di questa stagione, la vita notturna romana offre miriadi di possibili svaghi e si tende a coglierli, come il concerto dell'altro ieri alla cavea - all'aperto, quindi! - dell'Auditorium, uno dei pochi motivi di orgoglio degli ultimi vent'anni: Joe Jackson, insieme a Todd Rundgren e ad un quartetto d'archi di nome Ethel, decisamente notevole. Concerto lungo: una parte per uno ai musicisti, poi combinazioni da due, poi alcuni pezzi all together. Secondo me anche concerto di grande spessore. In primo luogo concerto e basta, strumenti e pochi spot colorati d'atmosfera e un po' di misura, se non proprio sobrietà, è del tutto la benvenuta. Poi grandi personaggi. L'unico dubbio la prima parte dell'a solo di Rundgren che ha mietuto parecchie vittime tra il pubblico, non si è capito se dovuta a troppo alcool da parte sua o del supporto tecnico. Dal cambio dalla chitarra al pianoforte le cose sono andate migliorando e il finale è stato veramente entusiasmante!

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