giovedì 16 novembre 2006

School of RockArrivo con un po' di ritardo e devo ammettere che prima di vederlo (al volo, in attesa che finisse Lost per rivedere la cassetta ) mi ero detto che avrei saltato il commento qui sul blog... Beh, mi ero sbagliato! Sia chiaro, stavolta nessun aggancio sociologico - sì, forse qualcosa sulla Bildung si potrebbe dire, il genio, le occasioni, ma chissenefrega, per una volta - solo energia e tanto, tanto rock. E siccome dovrebbe essersi capito che io il rock l'adoro, da trent'anni in qua, nella gran parte delle sue varianti, trasformazioni e vie senza uscita, cosa meglio di un Jack Black scatenato, che canta e suona in presa diretta con una band di gnomi incredibilmente talentuosi? Che dire della scena in cui, all'inizio della sua finzione come insegnante canonico, chiede loro i gusti musicali e, alle varie risposte su star del momento, risponde con incredulità e un rosario di immensi nomi dell'olimpo rock? Che l'ho vissuta decine di volte, mentre si affermavano cantantucoli fatti con lo stampo, pretenziosi e vuoti come belle bottiglie di bibite insipide. E diciamocelo che, OGGI, in vetta alle classifiche di vendita UK ci sono Queen e Beatles! Il che da un certo punto di vista mi fa piacere, da un altro mi rattrista: è solo l'industria musicale che non pensa ad altro che a suonerie di cellulare e motivetti insulsi o è proprio lo spirito dei Settanta, la grande illusione, che è passato e sopravvive in drop-outs come quello che domina in questo film? Ai posteri l'ardua sentenza, nel frattempo passerò a un altro protagonista della mia personale Hall of Fame. E, come dice questo strano insegnante, "Occhio al potente!"

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