domenica 4 settembre 2011

Benvenuti al sudDirei uno dei remake meglio riusciti che ricordi, cosa non facile visto che il film di partenza, Giù al nord, è una delle migliori commedie francesi in cui sia inciampato negli ultimi anni. Qui le coordinate geografiche sono invertite, ma la differenza non si nota granché e anzi, regista e attori già progettano una seconda puntata che ribalti le direttrici e completi il quadro del nostro simpatico intrarazzismo. Come notavo tempo addietro, infatti, a volerci riflettere un minimo il riso di questi due lavori è amaro, dato che la materia bruta in cui affondano le radici comiche è la distanza, il pregiudizio, il disprezzo tra concittadini. La buona notizia è che il discorso viene affrontato in filigrana, senza didascalismi o cattedre da cui illuminare i poveri bifolchi; la cattiva è che passano gli anni, ma la materia brut(t)a è sempre lì, impervia a ogni crepa, più vivace della gramigna. E sì che anche il più tufo dei nordici o il meno comprensibile dei terroni dovrebbe aver capito la differenza tra luogo comune e persona in carne ed ossa e, nella marea marrone che ci avvolge, c'è poco spazio per sentirsi migliori di qualcun altro. Sarà anche per questo che abbiamo ques'ansia di scovare almeno qualcuno che sia peggio...

1 commento:

  1. nonostante la sua comicità questo è un film che fa riflettere molto. siamo tutti bravi a basarci sui pregiudizi. si risparmia tempo...

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