giovedì 2 gennaio 2014

Vita di Pi

In prima battuta volevo solo scrivere "Bello!". Un cinema al suo meglio, con una ricchezza estetica e immaginifica ineffabile.

Poi mi è tornato in mente Eugen Fink: "Tutti conoscono questa inquietante trasformazione nel paesaggio della vita umana. Il disincantato vede, d'un tratto, le cose in modo diverso. Non è esatto dire che vede 'in modo più vero'; egli è più critico, più diffidente, e vede più chiaramente ciò che vede la diffidenza, ma non vede più ciò che vedono gli occhi dell'anima" (Il gioco come simbolo del mondo, Firenze, Hopefulmonster, 1991, p. 89). Credo che Vita di Pi sia la migliore illustrazione possibile dello "sguardo cattivo", che disprezza i poeti e crede solo nei fatti e preferisce fare a pezzi una poesia piuttosto che farsi una domanda. Ecco, credo che Ang Lee abbia voluto esprimere molto di più di quel che le parole possono dire e gli sono grato per questo, per aver affermato la bella immagine sopra ogni altra cosa. Per essere andato ben oltre il Pi greco, nella storia e nell'ispirazione... Oggi più che mai abbiamo bisogno di più tigri e meno burocrati. Più giochi di delfini e meno fretta. Più meraviglia e meno algoritmi.

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