sabato 14 luglio 2007

La cittè proibitaUna meraviglia! Non tanto la trama - che a essere sincero mi ha ricordato una soap-opera - quanto l'insieme e la ricchezza assolutamente esagerata delle scene e dei costumi. A partire dall'inizio, col risveglio delle ancelle (saranno state un migliaio almeno) e il rituale della vestizione, è un passare da un quadro di opulenza e splendore all'altro, per non dir nulla degli abiti della famiglia imperiale e delle scene di massa, che più di massa non si sarebbe potuto. E intanto si affaccia alla mente una vocina insolente che richiama l'attenzione sull'anno in cui il film è ambientato, il 985 d.C., quando qui eravamo in stento recupero dal crollo di Roma e lo sfarzo non ricordavamo più cosa fosse. E in Cina i rituali erano già antichi e l'arte, la perfezione, di casa. Almeno a casa dell'imperatore! Uno Zhang Yimou superlativo, una Gong Li magnifica e un grande Chow Yun-Fat per un film che ti lascia letteralmente senza fiato: ci sono volute due ore perché tutto quel colore mi uscisse dagli occhi
Gong Li in La città probita

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