domenica 28 ottobre 2012

Stavolta il ritardo è voluto. Stavo aspettando un momento di buonumore particolare per rivedere per l'ennesima volta il crepuscolo della nostra cultura e ieri sera tutto sommato c'ero abbastanza. Così ancora adesso riesco a scrivere con una qualche sobrietà. Too big to fail non è un gran film, ha un bel cast, ma l'intento didascalico-politico nuoce alla narrazione e poi si sa già la fine lol però è un film utile e credo che tutti quelli che si sono impegnati l'abbiano vista così: è opportuno ripetere perché la gran parte non vuole ascoltare, primi fra tutti i CEO delle grandi banche americane che ad oggi rifiutano ogni nuova regolamentazione, come se non fossero tra i principali artefici del disastro. D'altronde, come il segretario Poulson ammette, tra il candido e lo scorato, quando interrogato sul perché si sia consentita una simile deregulation suicida, "stavamo facendo troppi soldi", come si poteva smettere? Quello che veramente mi snerva, di questa storia, non è che sia accaduta, il capitalismo vive di catastrofi, di bolle, sin dagli inizi e a stupirsi sono gli ingenui o i malamente: quello che veramente è difficile da accettare, alla fine di un 2012 che ancora sconta gli esiti di quel Risiko da incompetenti giocato 4 anni fa, è che non sia cambiato nulla, che gli stessi "esperti" oggi pontifichino o si strappino i capelli in silenzio nel retroscena, che gli stessi squali vadano a caccia senza aver pagato in alcun modo per la loro megalomania oscena, che gli stessi teorici di un liberismo fasullo rischino di venire eletti alla Casa Bianca, che il mondo sia lo stesso brutto posto in cui loro e quelli come loro l'hanno trasformato. Ci vuole molta saggezza per non dare in escandescenze...

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