venerdì 23 novembre 2007

Nebbie e delitti 2
Sono piuttosto contento di poter parlare bene, per una volta, di una produzione italiana. Innanzitutto devo fare ammenda, perché la prima serie l'ho vista fin troppo saltuariamente e alla seconda sono arrivato di rimbalzo "grazie" a una notte in più a Pg. Siccome tuttavia non tutto il male vien per nuocere... Trovo che Nebbie e delitti 2 sia interessante. Tanto per cominciare la recitazione tende mediamente all'accettabile, con Luca Barbareschi decisamente in vena, calato nel personaggio del commissario Soneri di Valerio Varesi - un dramma, altri libri da comprare *sigh* - e impegnato, credo, nello scrollarsi di dosso con successo la pesantissima eredità zingarettiana di Montalbano. Ironico, garbato ma tagliente, espressivo con ricercatezza, direi che ci riesce, sposando il contesto e il suo carattere, nebbie contro solleone, atmosfere introverse contro l'immensità del Mediterraneo. Lo affianca la bella Natasha Stefanenko, raro esemplare televisivo di carriera costruita con intelligenza a dispetto delle notevolissime doti fisiche.
Natasha StefanenkoE poi c'è il paradossale esotismo della serie, la sensazione di estraneità subito rivestita dal riconoscimento, che ti viene dall'essere sommerso quasi ogni giorno da un immaginario e una cultura diversi, tanto che quando ritrovi la tua nel tubo catodico ti spiazza. Niente CSI, niente inseguimenti in auto né miriadi di volanti alle calcagna del cattivo: uomini pochi, mezzi ancora meno e i cattivi né sfrontati né crudeli, anch'essi spesso umani, tormentati. Storie quasi vere - il quasi alla TV è di prammatica - e una scarsissima idolatria dell'efficientismo. Con in più cenni al limite dell'understatement al dibattito pubblico e alle questioni culturali contemporanee. Una serie da seguire quasi con gratitudine.

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