mercoledì 14 novembre 2007

In Her Shoes - Se fossi leiTi metti a guardare una commedia, anche con un vago senso di colpa perché sai benissimo che la ragione che ti spinge - anche se cerchi di non ammetterlo - è Cameron Diaz... Nonostante i raffinati discorsi sul potere malefico del modello di successo e gli stereotipi della bellezza in Occidente, non sai evitare di comportarti come quel pollo che esperti di marketing e di cinema hanno in mente quando fanno certe scelte. E a volte lo fai senza troppi sensi di colpa: ci sono casi in cui resistere va al di là delle ragionevoli capacità del maschietto medio e questo è uno di quelli, la fanciulla è stratosferica. Come scopre il buon Richard Burgi, che pur essendo ufficialmente impegnato con la sorella (Toni Collette) ci finisce a letto in un batter d'occhio. E, per quanto mi applichi, non riesco a dargli torto
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una seratina leggera e spensierata, quando gli autori si rivelano dei sottili adescatori: ti attirano con due chilometri di gambe e poi ti raccontano della crescita interiore della pecorella smarrita. Certo, come si diceva con un'amica la settimana scorsa, le storie di Bildung degli americani sono sempre vagamente plastificate, ma secondo me è perché mancano del tutto dell'alfabeto emozionale che potrebbe aggiungere quel tocco di spontaneità e profondità che non ci starebbe male. Nel complesso, però, questa può andare. La bella Cameron finisce dalla nonna materna - una Shirley MacLaine in gran forma - che vive in una "residenza per anziani attivi" in Florida, mentre la sorellina racchia quasi si sposa. Avventure e disavventure varie e alla fine tutti felici e contenti. Resta una seratina leggera, ma con molti più spunti del previsto e alla fine ti senti anche assolto dall'iniziale debolezza che ti ci ha portato
Cameron Diaz in In Her Shoes

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