lunedì 30 giugno 2008

E venne il giornoEra un po' che non andavo al cinema, come avrete notato Viaggi - presto le foto di Parigi e se ce la faccio anche qualcosa sulla Festa della Musica - serial, vita sociale, sfinimento... Un sacco di ragioni, insomma. Mi è sembrato opportuno un ritorno alla grande e così sono andato a vedere E venne il giorno. E' da ieri che mi interrogo. Non ne sono ancora venuto a capo. Certo è che dopo aver letto le prime righe della recensione di MyMovies ho avuto un moto di fastidio, il che mi fa pensare che non mi sia piaciuto granché. La recitazione è perplimente, per citare Rokko Smitherson: lunghi silenzi, sfasatura apparente, rari picchi di espressività. E, da quanto ho letto in un'intervista con Shyamalan, immagino non sia colpa di Mark Wahlberg o di Zooey Deschanel: devono entrarci le direttive del regista. La storia... non lo so, la mia stima per il genere umano sta crollando a picco, da un po', e che qualcuno mi rifaccia notare quanto siamo impressionabili, illogici, condizionabili e impauriti mi dà perfino sui nervi. Per non dire della spiegazione didascalica del fenomeno spaventoso, buttata lì senza troppe elaborazioni, corpo estraneo in quella che si vorrebbe un'atmosfera di terrore impalpabile. Direi che così all'impronta è tutto quello che mi viene in mente. Certo, si potrebbe parlare del livello di paura che sale, tirare in ballo tante belle chiavi di lettura. Ma stavolta sarebbe solo un esercizio di stile. Il film di suo ci mette gran poco.

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