Dice L'espresso (42/2008, p. 43): "L'anno zero delle banche italiane è cominciato lunedì 13 ottobre".
Personalmente lo reputo un buon risultato
Che dire? F-A-N-T-A-S-T-I-C-O! Stavolta i fratelli Ethan e Joel Coen si sono superati, tirando fuori dal cilindro un film verosimile e al tempo stesso surreale, dove la storia ruota attorno al nulla e invece di suscitare noia o fastidio si impone come emblematica dell'intero farsi della società contemporanea. Raccapricciante nella sua plausibilità. Perfettamente ritratta dallo scambio di battute conclusivo: "Che cazzo di casino! Palmer, cosa ne abbiamo imparato? Abbiamo imparato a non farlo di nuovo, anche se non sappiamo cos'è che abbiamo fatto..." Detto dalle alte sfere della CIA non è male, affatto male. Male è che riesci a immaginartelo senza nessuna difficoltà, che appare allo stesso tempo assurdo e realistico, proprio come i personaggi. Il cast è qui accanto e non c'è nulla da aggiungere. I personaggi sono incredibili, vuoti, divertenti, angoscianti, esasperanti, tutto insieme. Come dice un mio amico C-O-N-T-E-M-P-O-R-A-N-E-A-M-E-N-T-E
Halfway through, I'd say. And I'm being optimistic
Dirt sta per sporcizia, immondizia - anche polvere, ma la polvere a parte che per i nuovi maniaci dell'igiene non ha necessariamente connotati negativi. Ricordo una bella canzone di Ruggeri che ne parlava, prima o poi posto il testo... Questa dirt invece rientra nelle prime due accezioni. È un serial che ho beccato in seconda (e ultima, scopro ora senza troppa sorpresa) stagione: secco, tagliente, feroce. Infinitamente triste. La bella Courteney Cox, smessi i panni di Monica in Friends, è Lucy Spiller, caporedattrice di un magazine dedicato al gossip estremo - perlomeno secondo me, ma non credo di fare testo. Le dinamiche grazie alle quali ottiene informazioni e scoop, il mondo in cui si muove e i criteri che lo muovono sono ritratti con disincanto cinico, dal quale traspare però un'ombra di giudizio. Bello che qualcuno l'abbia prodotto, ovvio che non abbia retto.