domenica 4 marzo 2012

Sarà un caso o saranno le crepe del reale che si fanno sempre più evidenti, il particolare odore di zolfo che mi viene in mente se penso a Lovecraft si respira sempre più spesso. E il caso, come sempre ci mette lo zampino :) Ieri sera recupero la prima puntata del nuovo serial prodotto da Steven Spielberg, The River, e non riesco a non vederci dietro l'atmosfera del grande HPL, dalla figura dello scomparso protagonista, scienziato lentamente passato a una visione magica del mondo, a quella del figlio, ancora convinto che la meraviglia sia scomparsa e le scoperte si facciano ormai nei laboratori. Salvo cambiare idea entro la fine della puntata dopo il primo incontro con un sovrannaturale che necessita di ridefinizione: è probabilmente naturale, è la nostra idea di natura che si è ingrigita nel frattempo lol Dopodiché, nel tentativo di alleviare la pressione sul decoder Sky, mi rivedo un film di qualche anno fa, Drag Me To Hell, e risiamo da capo a 12!

Stavolta la malcapitata non se la cava troppo brillantemente - non che i protagonisti del serial non abbiano altro che cartacce, ma si vedrà - e lo scettico di turno è il suo fidanzato, che alla fine è però obbligato a ricredersi! C'è una scena, poco dopo l'inizio, in cui chi avesse bisogno di esempi per capire l'idea di derivazione in Pareto può trovare ciò che cerca, e anche chi si chieda qualcosa della (ri)costruzione dell'ovvio secondo Goffman: la fanciulla bionda è appena stata sbattuta di qua e di là in giro per casa da un demone, ma fidanzato e dottore le spiegano in tutta serietà che si è trattato di un caso di sindrome post-traumatica da stress, una di quelle splendide etichette che usiamo spesso per tenere a bada l'inspiegabile. E lei ci crede e si calma. Ovviamente fino all'aggressione successiva, quando decide di passare ai sacrifici rituali lol Certo che siamo veramente fenomenali ;)

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