domenica 10 giugno 2007

La spina del diavoloAlla fine riesco a vedere un film di Guillermo Del Toro! Ne sento parlare da un po', prima per Hellboy, poi per Il labirinto del fauno, eppure non mi è mai capitata l'occasione. Poi stasera Sky... Devo dire che ne è valsa la pena e che probabilmente troverete presto anche appunti sugli altri due. Per l'intanto qualcosa su La spina del diavolo. E' sempre interessante ritrovarsi in ritmi narrativi diversi da quelli che si insinuano surrettiziamente nella nostra sensibilità, veicolati da spot pubblicitari, serial e la classica produzione mainstream: ti ricorda come potrebbe essere il cinema al di là degli effetti speciali e dei montaggi da frazioni di secondo, l'atmosfera, il colore, la recitazione. Tutte cose che qui abbondano, e quindi il condizionale di prima è già da solo segno di stanchezza: il cinema diverso c'è, basta avere la pazienza di andarlo a cercare e l'energia da dedicargli. Storia che usa i fantasmi come tocco esotico e stilistico, ma parla di Spagna, nella mesa infinita in mezzo alla quale sorge l'orfanotrofio, nei visi, nelle tinte. E di Spagna divisa e insanguinata, con gli echi distanti ma così presenti della guerra civile: la bomba inesplosa che troneggia nel cortile, versione tecnologica della spada di Damocle e del destino incombente, le esecuzioni sbrigative, i lampi all'orizzonte. I fantasmi sono una scusa, una bella scusa per un racconto che si distacca dall'immediato per restituire un momento, una sensazione, un attimo di storia.

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