sabato 21 marzo 2009

Jack Bauer
Ho finito di vedere la sesta stagione di 24 con grande ritardo sui palinsesti, perché ho cercato di seguire il mio ritmo interno e non posso che dire chapeau! La scrittura è serrata e ansiogena come e più del solito, le insidie della famigerata ripetizione scansate attraverso l'uso sapiente di temi secondari e variazioni e una maestria nel ritmo e nella regia di cui si vedono pochi esempi. E poi... Poi c'è Jack Bauer, l'eroe di questo tempo, uno dei pochi miti che la nostra cultura è riuscita a esprimere. C'è in lui tutta la tragedia della nostra particolare condizione: l'ardere dei vecchi valori e lo scontro perenne con quello che la società ci ammannisce, le contraddizioni laceranti che questo cocktail impone a chi ne sia portatore, il paradosso sistemico che va ben oltre e insiste in ogni modo possibile sul fatto che puoi salvare la struttura solo tradendone lo spirito, che la devi salvare da se stessa e dai suoi malefini regolamenti e controlli, ma che questo non ti farà star meglio, perché la struttura la porti dentro e anche se la tradisci per amore la tradisci comunque... E Kiefer Sutherland è perfettamente nella parte. E' il capro e il carnefice, la giustizia, il giudice e l'umiltà, lo strumento e l'occhio che lo guarda da lontano. Mi sembra difficile non amare Jack Bauer. Io perlomeno non ci riesco

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