lunedì 7 settembre 2009

Leggevo uno dei Vetri soffiati più recenti di Eugenio Scalfari (Espresso 35/2009, p. 170). Per fortuna l'ho trovato online e il link è in fondo al post. Ho pensato comunque di riportarne un passaggio, che va a riprendere un tema che ho toccato qualche tempo fa sul mio bistrattato blog didattico Ciottoli (leggi qui). Passaggio sul quale sarebbe opportuna un'approfondita riflessione autocritica:

"Calvino aveva previsto che la letteratura del nuovo secolo e del nuovo millennio sarebbe stata caratterizzata da sei requisiti: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, consistenza [...]. Dov'è lo sbaglio di questa previsione calviniana? Nel fatto che quei sei requisiti hanno avuto negli ultimi vent'anni un'interpretazione e un'attuazione del tutto diversa ed anzi opposta a quella prevista da Calvino. La leggerezza si è trasformata in superficialità, la rapidità in pressappochismo, l'esattezza in arida pedanteria, la visibilità in esibizione, la molteplicità in trasformismo. E questa è purtroppo la realtà con la quale ci stiamo confrontando. Le parole e i valori indicati da Calvino sono stati letti a rovescio. L'eleganza intellettuale da lui auspicata e rappresentata è diventata trivialità, volgarità, pesantezza."

Per chi fosse interessato al resto dell'articolo, il link è qui.

Lightness

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