mercoledì 29 maggio 2013

007 Skyfall

Benvenuti nel XXI secolo. Pare che i cicli del brave new world stiano accelerando e così ci troviamo di nuovo in una situazione critica, ma tristemente sprovvisti dell'entusiasmo che in altri tempi la rendeva desiderabile e stimolante. E non è una prerogativa del nostro eroe preferito, quello che probabilmente incarna in modo emblematico la sicurezza moderna in sé e nel proprio braccio tecnologico. Vengo da una lunga serie di attacchi al cuore delle istituzioni: Homeland si chiude, per questa stagione, con un attentato devastante al centro operativo della CIA; NCIS vede esplodere il quartier generale; Skyfall, a parte il titolo che è tutto un programma, vede violato il santuario del MI6. Direte, è normale, una volta trovato un colpo di scena che funziona ecco che tutti si affrettano a replicarlo. Vi dirò, può anche darsi, ma il fatto rilevante è a monte: è il primo che è riuscito a immaginarlo come colpo di scena accettabile, verosimile, presentabile. E' il primo che ha superato il freno simbolico e così ha dato voce all'inquietudine diffusa che quest'incantesimo a contrario cerca di scongiurare. E pian piano la litania sale negli ambiti più diversi, a sancire un tempo dove non c'è più nulla di inviolabile e rassicurante. Non lo definirei neanche più tempo dell'incertezza. L'incertezza ha un margine sul quale si vive, che può anche diventare accogliente, con i dovuti aggiustamenti. Qui siamo nell'apocalisse, nella certezza opposta della caduta. E quando è il cielo a cadere, come ben sapevano i Celti, si ha paura.

Il paradigma si sgretola, gli argini cedono, c'è un bisogno religioso di eroi e 007 non si
sottrae. Torna direttamente dalla tomba e non mi pare cosa da poco. Quando il cattivo di turno, un incredibile Javier Bardém, gli chiede qual è il suo hobby, lui risponde serafico "La resurrezione". Di nuovo, nessuno si illuda che si tratti solo di una battuta a effetto: la lingua è molto più intelligente di noi e noi stessi lo siamo molto più di quanto non pensiamo. Se qualcuno ancora crede che una frase, un'immagine, un oggetto abbiano un solo senso e non a caso sia quello più evidente o legato alle dinamiche dell'economia e del successo, quel qualcuno vive veramente ancora nel XX secolo e nel suo letale equivoco razionalistico. E' decisamente tempo di riconoscere che c'è molto di più in cielo e in terra che non le ovvietà con cui fingiamo spesso di ragionare e spiegare il mondo. E Skyfall è decisamente un bell'esercizio per rendersene conto. Nonostante gli Oscar e gli incassi :)

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