mercoledì 28 dicembre 2005

Gocce d'acqua su pietre roventiSe non ci fosse stato il titolo sarebbero bastati 5 minuti di film per capire che non poteva non esserci lo zampino di Fassbinder. Per esser brevi, lui seduce lui, si innamorano e vivono insieme; poi la storia si guasta e ricompare la ex del lui più giovane (Ludivine Sagnier, già raccomandata ai viandanti di questo sito in occasione di un altro film dello stesso regista, François Ozon) che in breve lo convince a tornare con lei. Mentre se ne stanno andando, torna il lui più anziano, un tipo seducente e maramaldo che in men che non si dica accalappia la piccina. Intanto suona alla porta un transessuale ex del lui più anziano. Dopo una samba da cineteca, il fellone si porta a letto le due fanciulle e vorrebbe completare il quadro col lui più giovane. il quale invece si suicida, consolato negli ultimi momenti dal transessuale piangente, anch'esso - si scopre - vittima ancora innamorata del fetentone. Fine.
Ora, già per Swimming pool avevo manifestato qualche perplessità sull'operato del regista, anche se in questo caso il problema è più la scelta del testo ad essere problematica. Certo, segnala una continuità da stimare, visto che Fassbinder è un antenato prestigioso e scomodo (Dio, saranno vent'anni che non ci capitavo nei pressi ), un regista che non ha mai temuto lo scandalo o il tema "duro". Ma erano per l'appunto vent'anni fa! Oggi non c'è scandalo, solo una lentezza studiata e un'ottima recitazione del cast, ma anche un'oggettiva difficoltà a comprendere la dinamica dei rapporti - una lettura marxista quasi didascalica - decisamente figlia del suo tempo e di un intento polemico che oggi sceglierebbe senz'altro altre strade per manifestarsi.

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