martedì 27 dicembre 2005

The Final CutTanto per cambiare non si sa quanto fantascienza quanto realtà in fieri, The Final Cut è un film che nasce da una bella idea, ma non ne fa praticamente nulla Ulteriore prova un po' così di Robin Williams, per il quale rimando a qualche giorno fa, dopo il non spettacolare One Hour Photo, avrebbe avuto tutte le carte in regola per proporre spunti di riflessione su un tema sempre più attuale e, al tempo stesso, sempre lo stesso da millenni: la ricerca dell'immortalità, stavolta attraverso lo Zoe Project della Eye Tech, multinazionale del caso. Le trame però si intrecciano e intralciano senza mordente, passando dal privato al pubblico, dal thriller alla storia d'amore, senza che alcuna conquisti una qualche centralità. Effetto generale noia ed aspettative frustrate, quindi. Soprattutto quando nel frattempo la cara Microsoft sta lavorando a un progetto come MylifeBits, che mira ad essere un sistema di lifetime storage terribilmente simile a quello della Eye Tech. Vita sempre più mediata, della quale si riesce ad essere testimoni (passivi) solo attraverso supporti assortiti e che, nella sua violenta energia, sfugge sempre più, inconsistenza soggettiva, necessità di controllo e di permanenza riversata su strumenti che promettono tali doni come sirene, come sa chiunque si sia fidato troppo delle capacità di conservare informazioni ad oggi disponibili. E poi diciamolo, chi è così sicuro che l'elettricità, le macchine e tutti i nostri feticci siano per sempre? Solo un altro disperato sogno di chi non sa rassegnarsi a morire...

1 commento:

  1. non ero concentrata... :) ma ora lo sono e dopo questa piccola pausa mi tuffo di nuovo nel libro!

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