venerdì 19 gennaio 2007

Salem's LotCerto, i vampiri non esistono. Certo, la gente non cammina sui soffitti o ha gli occhi fosforescenti. E se per caso vedi qualcuno che fa cose del genere, fai prima a pensare di essere pronto per il manicomio... Molti ritengono che Stephen King sia solo uno scrittore di cassetta, che ha intuito i gusti del pubblico e si dedica da decenni a soddisfarli. Io penso che sì, sia anche questo, ma chi non ha qualche difetto *grin* Il fatto, però, è che, mettendo da parte il versante commerciale, King è anche uno che scrive delle aporie di una ragione che pretende di poter spiegare tutto e negare l'esistenza di ciò che le sfugge. Fa il paio con Charles Fort, del quale ho già scritto altrove, nello sbeffeggiare, senza averne troppo l'aria, le convenzioni imperanti, raggiungendo spesso vette di efficacia compositiva che da uno scrittore a raffica non ci si aspetterebbero. Salem's Lot, quando lo lessi, mi scosse parecchio, tanto da doverlo terminare di giorno dopo aver controllato per bene le finestre. Erano molti anni fa, ma già allora tendevo a non essere troppo impressionabile. Questo lungo film-tv perde parecchio nel confronto col romanzo, ma è comunque interessante, a partire dal cast, che spingerebbe in effetti a fare il tifo per i cattivi. Donald Sutherland e Rutger Hauer sono dei malvagi spettacolari e Rob Lowe, nei panni di Ben Mears, è abbastanza macerato e affascinante. È tra l'altro un veterano delle riduzioni a schermo del Re, avendo anche recitato in The Stand, o L'ombra dello scorpione, una delle cose migliori maiL'ombra dello scorpione scritte da King, dove l'ipotesi di partenza è la non troppo fantascientifica possibilità che qualche esperimento di guerra batteriologica sfugga di mano al governo USA. Si sarà capito, lo scrittore del Maine è uno dei miei autori preferiti, uno dei pochi del XX secolo e dintorni ad aver raggiunto, bene o male, una dimensione epica e ad aver costruito un universo compiuto ed intrigante, culminato nella saga della Torre nera, anche della quale ho già dato conto in vari post, ma qui in particolare. Un'epopea nient'affatto rassicurante, dove molte delle tracce e trame sparse all'intorno negli anni tornano ed assumono una coerenza sotterranea che dona loro nuovo spessore e fascino. Non solo il demoniaco Randall Flagg si rivela servitore del Crimson King - e qui potremmo accennare a strane interferenze musicali che mi accingo a sviscerare con calma a giorni - ma ritroviamo padre Callahan, che nel libro ha un destino un po' diverso da quello TV, che finalmente, dopo un'era di sofferenza ed espiazione, si purifica e riscatta dalla pessima figura fatta nella cittadina di Salem's Lot... Chissà se vi ho fatto venire, almeno stavolta, un po' di voglia di esplorare le terre del Maine versione King?!?

1 commento:

  1. King è un grande... forse sta calando nell'ultimo periodo...

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