venerdì 4 gennaio 2008

Marie AntoinetteDifficile non essere giacobini! Non per la regina, quanto per Versailles; lei, povera, appartiene e non appartiene, perlomeno in questa lettura che ne dà Sofia Coppola, figlia d'arte ma regista originale, sempre più padrona di un linguaggio filmico che lascia parlare colori, immagini, musica e bravura espressiva degli attori più che affidarsi a battute brillanti o comunque al dialogo. E' molto ben interpretata da Kirsten Dunst, la fidanzatina dell'Uomo Ragno - quell'altro campione di espressività! - in un ruolo di tutt'altro spessore, dove trova modo di trasmettere lo stupore, l'innocenza, il peso della vita a corte con grazia, anche se forse senza quella certa scintilla che a volte fa la differenza. Mentre l'angoscia del rituale e dell'etichetta filtrano anche attraverso i colori magnifici degli arredi e dei costumi, riuscendo a comunicare l'impressione di galassia aliena che probabilmente la creazione di Luigi XIV doveva fare a tutti gli altri francesi, quelli che nell'ultimo fotogramma la devastano senza alcun riguardo estetico. Sta di fatto comunque che ne viene fuori un film assai piacevole, con un ritmo lieve e a volte vicino alla noia mostrata dai protagonisti per le lunghe giornate piene di dolciumi e vuote di tutto il resto. Un ritmo sempre più difficile da trovare in un cinema dove il montaggio da frazioni di secondo diventa sempre più la norma.

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