lunedì 1 settembre 2008

È possibile che a Triacastela, uno sputo di paese con tutto il rispetto , alle 6 di mattina c'erano almeno tre bar aperti per servire il necessario desayuno al pellegrino e a Portomarín, ridente cittadina descritta ieri, alle 6,15 di stamani c'ero solo io??? Oggi era quello che definirei, con brutto neologismo, un tappone: 40 km fino a Melide, amena località dalla quale sto scrivendo, e quindi da buon pellegrino in vena di ascesi sono partito bel bello che era ancora notte, in cerca di un caffè. Ci sono voluti 8 km per trovarlo, 2 dei quali in un bosco fitto che a mezzogiorno sarebbe stato uno spettacolo e di notte invece lasciava piuttosto a desiderare, con la lampadina dinamo a darmi uno straccio di orientamento. Dopo la sospirata sosta in quel di Gonzar - l'albergue sembrava molto carino, anche se i bagni puzzavano un tantino e due avventori ritardatari italiani si lamentavano della secadora rotta *lol* - la cosa non è migliorata: è scesa (o salita, a seconda dei punti di vista) la nebbia, così che i km successivi li ho fatti a bagnomaria e al mio povero cell, che soffre di artrite, a un certo punto si è inchiodato l'8 e ha cominciato a bippare selvaggiamente nel bel mezzo del nulla... Bah, cose che capitano ai pellegrini  A onor del vero devo riconoscere che di tutti i malanni del viandante tipico elencati ieri in una simpatica camiseta ne ho sofferti giusto un paio che riassumo così: sembra che qualcuno, dopo il ventesimo km, mi prenda a bastonate sotto la pianta dei piedi e poi mi pianti dei lunghi chiodi sotto le ginocchia, soprattutto in discesa; a volte vedo la Madonna e Giovanna d'Arco al bordo del sentiero, ma credo sia abbastanza normale. Un'altra cosa che non credo mi mancherà una volta finita questa cosa sono le MOSCHE *grrrr* onnipresenti, presuntuose, protagoniste, impunite: sono assolutamente insopportabili e ancora peggio è l'indifferenza sovrana con cui gli spagnoli non le considerano per niente, come se non le vedessero. Loro. Io le vedo e sento eccome, puta madre! Oggi almeno, con la guazza di cui sopra, c'erano solo quelle munite di pinne. Cmq, domani ultima tappa prima dell'arrivo, ora un poco di turismo anche se il lugar non promette niente di buono: in Galizia la natura regna sovrana, perlomeno fino a ieri, ma le città lasciano un po' a desiderare. Ho visto degli alberi anch'essi degni del Signore degli Anelli, ent in letargo, in particolare querce e castagni - il che rafforza le somiglianze con la Corsica; i luoghi umani invece erano decisamente più interessanti in Leon: Astorga, Ponferrada, la stessa Villafranca sono posti dove si potrebbe immaginare senza difficoltà di passare qualche giorno di vacanza normale. Qui proprio no! Hasta luego :***

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